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Dalla luce al buio e ritorno: intervista a Ólafur Arnalds

di | in: Interviste
Ólafur Arnalds

2010-12-19 – Sarebbe ingeneroso definire Ólafur Arnalds l’ennesimo fenomeno arrivato dall’Islanda sulla scia del successo dei Sigur Rós. Il suo è un talento cristallino, uno dei più dolenti e struggenti del panorama mondiale, animato da un romanticismo d’altri tempi, capace di incasellare le più fragili emozioni in architetture sonore classicheggianti ed ipnotiche, con il pianoforte protagonista assoluto e i raffinati arrangiamenti d’archi a donare un’enfasi mai stucchevole. Appena ventiquattrenne, Ólafur Arnalds è un musicista che consigliamo vivamente di tenere d’occhio. Noi, incantati dal video di “Hægt, kemur ljósið” prima e dall’intero album “And They Have Escaped The Weight Of Darkness” poi, gli abbiamo rivolto alcune domande.


Come descriveresti la tua musica a chi non la conosce?
Direi che è una specie di miscela tra musica neo-classica, elettronica e forse anche post-rock. Suona un po’ merdosa come descrizione ma non mi riesce fare di meglio.


Quali sono le differenze tra “And They Have Escaped The Weight Of Darkness” e i lavori precedenti?
Mi sono approcciato a “And They Have Escaped The Weight Of Darkness” con una mentalità un tantino diversa. Posso dire di essere stato discretamente ispirato dalle reazioni della critica ai miei lavori precedenti. Le critiche a volte possono essere sensate, addirittura fantastiche, possono persino insegnarti qualcosa su te stesso che eri incapace di vedere dalla tua prospettiva. Ricordo che qualcuno scrisse che, nonostante le mie canzoni fossero spesso tristi e malinconiche, non lasciavo mai l’ascoltatore senza un briciolo di speranza. Così ho deciso di lavorare su questo concetto. Sin dall’inizio volevo un album che terminasse su una nota positiva e in qualche modo rassicurante.


Sei d’accordo sul fatto che “And They Have Escaped The Weight Of Darkness” sia il tuo album migliore?
Sarei un pazzo se pubblicassi qualcosa che non ritengo migliore rispetto alle cose fatte prima.


Che tipo di connessione emotiva esiste tra le nove canzoni dell’album?
Chi ascolta è libero di percepire le connessioni che preferisce, ciascuno secondo la propria sensibilità. Per me queste connessioni, come le chiami tu, stanno in quel viaggio dalla luce al buio e poi di nuovo alla luce che intendevo fare con le canzoni di “And They Have Escaped The Weight Of Darkness”: questo viaggio rappresenta per me una metafora delle mie emozioni e la convinzione che c’è sempre luce dopo il buio.


Cosa puoi raccontarci del video di “Hægt, kemur ljósið”?
E’ stato fatto da un artista argentino, Esteban Diacono, ma è stata mia l’idea di creare un mondo di sonaglini, come quelli che ondeggiano sopra il letti dei bambini. Volevo una sorta di mondo “morto” che però avesse dentro di sé un carattere di vitalità, uno sguardo sulla vita.

In che modo la tua terra, l’Islanda, ha influenzato il tuo sentire musicale?
Il posto da cui provieni e la sua cultura influenzano sempre il tuo modo di essere, e il tuo modo di essere è un fattore determinante nel tuo modo di fare musica. Questo vale per qualsiasi posto del mondo, non solo per l’Islanda. La differenza tra il mio Paese e gli altri sta probabilmente nel fatto che l’Islanda sia un posto molto molto piccolo, anche la scena musicale è piccola e coesa, si finisce per lavorare spesso insieme e questa vicinanza ci influenza tutti un sacco.





Ólafur Arnalds

“And They Have Escaped The Weight Of Darkness” (Erased Tapes/Self - 2010)





C’è un particolare momento della giornata o un particolare stato d’animo che consideri più adatto alla composizione?
Sì, a notte fonda, quando tutto attorno a me è calmo e silenzioso, sento di riuscire a scrivere la mia musica migliore.


Nonostante la giovanissima età, la tua musica sembra quella di un musicista maturo: cosa suonerai a cinquant’anni?
Non ci penso.


Nelle scorse settimane hai suonato in Italia. Che tipo di pubblico hai trovato?
Il pubblico italiano si è dimostrato davvero entusiasta della mia musica. E’ stato bellissimo. Penso che in Italia non ci siano molti musicisti che propongano qualcosa di simile alla mia musica e questo potrebbe essere uno dei motivi dell’interesse nei miei confronti. Ad ogni modo, mi è piaciuto davvero tanto suonare in Italia: tutti dicono che il pubblico italiano sia rumoroso ma ai miei concerti avresti potuto sentir cadere un ago. Grande!


Cosa stai ascoltando in questo momento?
Il nuovo album degli Arcade Fire. Mi piace un casino…


Ascolti spesso musica pop?
Sì, ascolto spesso sia pop che rock. In questo momento ascolto più pop e rock che musica classica, direi.


Chi è il tuo preferito tra i musicisti della tua generazione?
Domanda illegale.




15 Gennaio 2011 alle 17:47 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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