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Gianni Canova “Cinemania”

di | in: Primo Piano, Recensioni


Il cinema italiano è morto? Con la sua ultima raccolta critica Gianni Canova cerca di convincerci del contrario e, scegliendo i cento film più significativi degli ultimi dieci anni, racconta una cinematografia che vuole non soltanto vitale ma addirittura tra le più interessanti a livello mondiale. Convinto nel contrastare quella che chiama la “maledizione del neorealismo”, ovvero l’ossessione tutta italiana di far uscire impietosamente sconfitta qualsiasi nuova forma cinematografica dal confronto con la stagione più nobile della sua storia, Canova non è cieco alle patologie di cui il nostro cinema è indiscutibilmente affetto – tre le principali: arretratezza produttiva, debolezza tecnologica, emergenza critica – e auspica il coraggio di avventurarsi verso registri altri dal realistico ma necessari per una vera e propria rinascita del cinema italiano, registri – il visionario, l’onirico, il grottesco – che alla settima arte non si dovrebbero mai lesinare.

Eppure, nella piattezza culturale del decennio appena concluso, con i reality show assurti a stigmate dell’inarrestabile desertificazione culturale e il gossip a simboleggiare una deriva in senso becero di certa sociologia da accattonaggio mediatico, dagli autori di casa nostra sono arrivati titoli come “Il divo”, “Il caimano”, “The dreamers”, “Vincere”, “Baarìa”, segno che il cinema, tra mille difficoltà, resiste. Oltre alle cinque pellicole appena citate, Canova ne sceglie altre novantacinque e ne fornisce altrettante schede di preziosa analisi critica, alcune delle quali inedite e scritte appositamente per questo volume.

Tra scelte più ovvie – gli autori, vecchi (Moretti, Tornatore, Olmi, Bellocchio) e nuovi (Garrone, Sorrentino, Muccino) – altre più commerciali – Giovanni Veronesi, Carlo Verdone ma anche Roberto Benigni – e alcune assolutamente sorprendenti – “Eccezzziunale veramente – capitolo secondo… me” di Carlo Vanzina, “Notte prima degli esami” di Fausto Brizzi – quello che viene fuori è un ritratto un po’ meno sfuggente, ambiguo e deprimente dei cosiddetti anni zero.


Gianni Canova è professore ordinario di Storia del Cinema e preside della Facoltà di Comunicazione, Relazioni Pubbliche e Pubblicità dell’Università IULM di Milano. E’ stato critico cinematografico per “la Repubblica”, “il manifesto”, “Sete” del “Corriere della Sera”. Attualmente conduce il programma “Il Cinemaniaco” su Sky Cinema e dirige la rivista “Duellanti”.




11 Gennaio 2011 alle 16:40 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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