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Letteratura e swing

di | in: Primo Piano

meno letteratura

[ Filippo La Porta: “Meno letteratura, per favore” – Galleria Opus – 16. 9. ’11 h 21.30 – Grottammare ] 

  

 

Se non avessi appena ascoltato a Radio 3 la “Lezione di musica di Paolo Fresu”, questo pezzo su Filippo La Porta ve l’avrei risparmiato. Cosa c’entra. Buono il La Porta l’altra sera, dopo l’inizio un po’ così così, dovuto probabilmente alla martellante interferenza del liscio del circolo anziani nella pineta accanto, che arrivava dritto e forte. Anche per noi una tortura, più del caldo.

Interessante la sua “fotografia” della nostra letteratura d’oggi, specie vista da un critico che pure lui scrive… : ce n’è troppa e scadente, troppe pubblicazioni, troppi editori, premi letterari, ansia di apparire arrivare vendere, ecc. Cose che sappiamo, ma dette bene. Dov’è la bella letteratura che dovrebbe cambiarci dentro, sorprenderci, incitarci pensieri ed idee, addirittura scapovoltarci per le emozioni, per la semplicità o la complessità, per la fantasia…? Tutti questi generi, invece, sempre più frazionati con furbizia, decisi dal marketing, dalla moda, dal denaro. Con la scrittura generalmente piatta o pomposa, spesso di tipo giornalistico (che è la stessa cosa), o televisivo (che è peggio). Libri annunciati e pubblicizzati come detersivi, venduti a lacerti, spremuti e morti poco dopo essere nati, autori dalle parabole costruite o inesistenti, alcuni addirittura finti autori… Cose ancora che sappiamo.

A un certo punto, però, La Porta prende due strade, la prima originata forse da una nostra domanda: Serena Dandini (!?) e l’assurda prima pagina – addirittura – che Repubblica le ha riservato per la trasmissione cancellata ecc. (dalla Dandini televisiva presentano i libri da vendere, ecco l’aggancio), “ma chi se ne frega e dove siamo arrivati e non se ne può più di questo conformismo di sinistra quasi peggio del berlusconismo, coi problemi che ci sono, anche se lei è ‘n’amica, ma bastaa…” Robe così, a pensarci condivisibili, no?

La seconda,, ingiustamente brevissima ma sorprendente, la più interessante e quasi confezionata “per me”: eh sì, c’è anche della buona letteratura, ci sono bravi autori, solo che hanno poco successo, vendono poco, 3000 copie o giù di lì. Nessuno li invita, nessuno li promuove, libri quasi introvabili i loro. E dice: come Franco Arminio. Io mi illumino… Nevica e ne ho le proveVento forte tra Lacedonia e Candela (Esercizi di paesologia)… Di che “genere” si tratta? Boh, non sono romanzi, nè saggi, nè gialli, non sono del genere brillante, o satirico, o storico, non celebrano l’Italiaunita… Sono, diciamo, cronache letterarie-giornalistico-cinematografiche intrise di poesia abusiva, di rabbia, di malinconia. Storie di viaggi a bassa velocità in posti sperduti ma vicini e familiari, trascurati e rudemente belli, persi per sempre e quindi imperdibili. Posti con la musica dentro, in cui ci si muove “quasi in controtempo” Toh… Il pubblico però non raccoglie molto, ancora forse con la testa alla Dandini, allora le solite faticate domande, saluti, grazie. Fine. La mattina dopo, sabato, le sveglie cronache di cosa parlano a proposito della conferenza di La Porta? Della Dandini, ovvio, dello zuccherino, figurati se citano Arminio. E i commenti on-line? Pure della Dandini, ricamando. Io zitto, figurati.

Poi stamattina sento alla radio Fresu che suonicchia e parla di swing, anzi spiega: lo swing è – più o meno – “la capacità di suonare indietro nel tempo“… ZAC, mi ritornano in mente La Porta, e la letteratura, e Arminio: perchè osservo che in Arminio c’è un andamento tipo swing, forse per questo c’è letteratura. Dolcezza ed eleganza, nessuna forzatura; quiete, inventiva, attenzione ai particolari. Niente trama, solo vita normale raccontata con linguaggio musicale, da pentagramma. Con dei tempi, voglio dire. Chi si cura più del “tempo” nella scrittura? Quel “quasi controtempo” di Arminio è come swing, qualcosa parte un po’ prima o un po’ dopo. Miles Davis suonava “appoggiandosi dietro”, partiva coi fraseggi “appoggiandosi” al basso e alla batteria che, restando nel ritmo sempre impercettibilmente sfalsati, sostenevano l’atmosfera. Ecco, in autori come Arminio mi pare avvenga questo: s’inserisce, nella loro scrittura silenziosa e senza effetti speciali, un tempo inventato (alla Fossati), e sfalsato. “Teneramente”. Tu leggi ed è come un “suono di testa”, che ti rapisce. Come uno swing.

Non mi sono spiegato ma dovevo dirlo. Con pazienza, andando ad un altro incontro con Filippo La Porta e riascoltando la trasmissione di Fresu a Radio 3, forse chi legge potrà darmi ragione, concordando con me che letteratura e swing sono indissolubili.

PGC

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19 Settembre 2011 alle 16:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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