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Contro i tagli alle fermate dei treni si protesterà di lunedì

di | in: Primo Piano

TrenItalia

Il consiglio aperto fa emergere volontà unanimi contro le scelte di Trenitalia, in vista una manifestazione unitaria


SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La seduta consiliare aperta svoltasi questa sera a San Benedetto ha fornito un risultato inequivocabile. Tutti uniti (politici nazionali, regionali, locali, sindacati, associazione degli industriali) per dire basta con la progressiva penalizzazione del territorio piceno che oggi viene colpito dall’eliminazione delle fermate dei treni a lunga percorrenza ma che in passato ha visto ulteriori colpi che ne minano seriamente competitività, attrattività, capacità di rispondere alla crisi ad armi pari rispetto ad altre realtà.


Un’unità di intenti che si concretizzerà a breve con una manifestazione unica di protesta, analogamente a quanto hanno fatto a Pesaro e che, pare, a qualche risultato abbia portato. Una manifestazione che avrà come scenario la stazione ferroviaria e che si svolgerà in uno dei prossimi lunedì.


La relazione introduttiva è stata curata dall’assessore comunale ai Trasporti Luca Spadoni che ha fornito un dato emblematico: la ristrutturazione degli orari invernali di Trenitalia ha portato l’azienda a programmare, lungo la direttrice tra Lecce e Torino, una fermata ogni 60, massimo di 110 km. Tra Ancona e Pescara ci sono 170 km senza fermate. Sfugge la logica imprenditoriale di questa scelta, ha concluso Spadoni, a maggior ragione per un’azienda che svolge il servizio in forma monopolistica come Trenitalia. Grazie all’impegno della Regione, si sono ripristinati alcuni convogli regionali, ma nessun risultato è arrivato per i treni a lunga percorrenza.


Su queste sconfortanti affermazioni, si è sviluppato il dibattito che ha visto intervenire l’assessore provinciale Olivieri, quello della provincia di Fermo Offidani (per il quale occorre far sentire la voce del sud delle Marche “perché l’esperienza insegna che l’azienda ferroviaria è molto sensibile a queste forme di pressione”), quello del Comune di Alba Adriatica Marziali.


L’assessore regionale Antonio Canzian ha sottolineato che il taglio delle fermate a lunga percorrenza riguarda non solo tutte le Marche, ma anche l’Abruzzo, il Molise e la Puglia perché Trenitalia ha fatto una scelta penalizzante per tutta la dorsale adriatica. “Grazie all’aiuto del Governo e con fondi regionali siamo riusciti a ristabilire quasi tutti i treni regionali – ha aggiunto – ma sulla lunga percorrenza l’unica soluzione è presentarci dinanzi al Governo uniti con le altre Regioni che si affacciano sull’Adriatico per puntare ad un recupero delle fermate con l’orario estivo”.


Pronti a sostenere le battaglie che saranno combattute si sono detti i deputati Agostini e Ciccanti mentre il presidente di Confindustria Bucciarelli ha letto un documento per sottolineare gli effetti devastanti sulla competitività e attrattività del sistema imprenditoriale piceno della mancata efficienza dei trasporti e della logistica. Collina, segretario provinciale della CGIL, ha sottolineato come questa seduta consiliare abbia dato la dimostrazione di una coesione di tutte le componenti politiche e sociali del territorio che fa ben sperare su azioni condivise e unitarie.


Per il capogruppo PD in Provincia Mandozzi un documento unitario non basta ma occorre la protesta, un luogo simbolico per manifestare, così come si è fatto a Pesaro. Una protesta, ha però aggiunto, che ponga al centro della discussione un progetto complessivo di infrastrutture per il Piceno: “Senza un’adeguata viabilità – ha però aggiunto – anche l’elettrificazione della Ascoli Porto d’Ascoli non servirà a molto”.


Maria Rosa Ferritto (Cinquestelle) ha proposto di bloccare l’autostrada, vero punto nevralgico di comunicazione, piuttosto che la ferrovia, scelta che significherebbe colpire pendolari.


A chiusura del dibattito, il Sindaco Gaspari ha ricordato che i tagli subiti non colpiscono in modo uguale: Pesaro ha subito la soppressione di 4 fermate su 18, San Benedetto 4 su 4 e ha respinto l’accusa che la politica si sia mobilitata solo ora, visto che analoghe proteste furono sollevate all’epoca della riduzione del servizio della biglietteria. “Le nostre richieste non hanno sapore campanilistico – ha detto il primo cittadino – ma sono il frutto della considerazione che su San Benedetto gravitano utenti di un bacino che va da Porto Sant’Elpidio a Giulianova”.


Gaspari, prendendo atto della disponibilità a lottare insieme di tutti i livelli istituzionali emersa dal dibattito, ha annunciato che all’ordine del giorno approvato questa sera (all’unanimità) farà seguito una manifestazione pacifica, da tenersi uno dei prossimi lunedì, in stazione. “Inoltre – ha concluso – chiederemo ai nostri deputati di fare le azioni di verifica delle nostre richieste nelle competenti sedi nazionali e alla Regione di controllare puntualmente il rispetto del contratto di servizio con Trenitalia”.


ORDINE DEL GIORNO


Il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto, riunito in seduta aperta, in data 06/02/2012,


premesso che


– I recenti tagli al trasporto su rotaia effettuati da Trenitalia negli ultimi mesi hanno di fatto ulteriormente limitato l’operativita? della stazione di San Benedetto del Tronto. Sono state soppresse molte corse, isolando non soltanto il territorio piceno, ma anche buona parte del territorio fermano e teramano, per i quali quello sambenedettese rappresenta uno snodo ferroviario fondamentale.


– A seguito della ristrutturazione effettuata un’intera fascia litoranea di 170 Km, da Ancona a Pescara, risulta priva di fermate intermedie, situazione unica, non riscontrabile in nessuna altra parte d’Italia.


– I provvedimenti adottati da Trenitalia comportano ovvi disagi e difficoltà ai cittadini, in particolare a quanti utilizzano ordinariamente il trasporto ferroviario per esigenze di lavoro e di studio, oltre alle evidenti ricadute sul movimento e l’economia turistica.


– L’intervenuta ristrutturazione, oltre a costringere gli utenti a numerosi cambi di convogli, ha comportato un sostanziale aumento delle tariffe, senza alcun miglioramento del servizio e, anzi, talvolta con un allungamento dei tempi di percorrenza.


– Non può poi essere sottaciuto il costo in termini di tutela ambientale dei tagli operati, in aperta contraddizione con una necessaria politica di incentivo del trasporto su ferro, quale misura ineludibile per la lotta all’inquinamento atmosferico e territoriale.


  • Tali decisioni sono state assunte unilateralmente, senza la partecipazione delle Regioni interessate, Marche e Abruzzo, e delle altre Istituzioni rappresentative dei territori coinvolti




INVITA e SOLLECITA


il Presidente del Consiglio, il Ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, l’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, l’ Amministratore delegato di Trenitalia Spa, ed ogni altra Istituzione ed Autorità competente:


  • ad assicurare condizioni di normale fruibilità del trasporto ferroviario per i cittadini delle Marche e dell’Abruzzo, in particolare delle Province di Ascoli, Piceno, Fermo e Teramo, che non possono essere discriminati rispetto a quelli del resto del Paese.



  • a modificare sin da subito l’orario dei servizi ferroviari ripristinando la fermata di San Benedetto del Tronto dei treni a lunga percorrenza, quale snodo intermedio fondamentale nella fascia litoranea tra Ancona e Pescara e dell’intera dorsale adriatica;



  • ad intraprendere politiche di sempre maggiore incentivo dell’utilizzo del trasporto ferroviario, anche con misure di contenimento delle tariffe, quale strumento essenziale per la crescita economica e per la tutela ambientale e territoriale del nostro Paese.


Sottoscrivono il presente Ordine del Giorno


I parlamentari


Gli Assessori Regionali


I Consiglieri Regionali


I Presidenti della Provincia di Ascoli Fermo e Teramo


I sindaci dei Comuni




6 Febbraio 2012 alle 22:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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