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Camela: maggiore equità di trattamento dei lavoratori in mobilità

di | in: Cronaca e Attualità

Valeriano Camela

Ho presentato in Consiglio Regionale una mozione volta a garantire una maggiore equità di trattamento dei lavoratori in mobilità e dare quindi un segnale di attenzione verso i dipendenti e i datori di lavoro penalizzati dalla normativa nazionale vigente.

            Essa infatti contempla una disparità di trattamento tra lavoratori licenziati dall’impresa e lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori,  imprenditori cioè che svolgono, senza fini di lucro, attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione, di religione, di culto, ecc.  In sostanza si verifica che i lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori, pur iscritti nelle liste di mobilità, non percepiscono indennità e le aziende che li volessero assumere non percepirebbero il contributo previsto invece negli altri casi (50% dell’indennità di mobilità).     La  mozione, vuole rimarcare la necessità di garantire un equo trattamento a tutti i lavoratori licenziati, anche a fronte della crisi economica che ha colpito la nostra regione .           

            Tale atto impegna la Giunta Regionale ad attivarsi affinché la normativa nazionale  venga modificata al fine di superare la grave disparità di trattamento dei lavoratori,   che dipende, in definitiva, solo dalla natura imprenditoriale o meno del  datore di lavoro che ha effettuato il licenziamento. E’ in corso da parte del Governo una riflessione sull’adeguatezza del sistema degli ammortizzatori sociali, credo quindi sia opportuna e tempestiva questa sollecitazione. 

  

MOZIONE

 

Oggetto:  Reimpiego lavoratori licenziati da datori di lavoro non imprenditori

 

L’Assemblea Legislativa

 

Premesso che

 

il D.lgs. n.110/2004, ha esteso l’iscrizione in lista di mobilità ai lavoratori licenziati con la procedura collettiva da datori di lavoro non imprenditori, senza però riconoscere le indennità di mobilità e le agevolazioni contributive alle aziende che li assumono.


Considerato che

 

la Regione Marche provvede ad iscrivere questi lavoratori nelle liste di mobilità, ma la sola iscrizione è del tutto insufficiente, in quanto il non riconoscimento delle agevolazioni contributive rende difficile la ricollocazione degli stessi presso altre aziende.


Considerato inoltre che

anche l’interpretazione della Corte di Giustizia della Comunità Europea nella causa C-32-02, relativamente al concetto di imprenditore, sollecita un’interpretazione più estensiva dell’articolo 2082 del Codice Civile, riferendosi alla concreta attività economica svolta dal datore di lavoro.

 

Ritenuto


importante garantire un equo trattamento a tutti i lavoratori licenziati ed agevolare la ricollocazione degli stessi nel mercato del lavoro, alla luce della crisi economica che ha colpito anche la nostra regione.


Impegna  la Giunta

 

ad adottare tutte le iniziative necessarie per modificare la norma nazionale e dare quindi le stesse opportunità di reimpiego a tutti i lavoratori che perdono il posto di lavoro al fine di superare la grave disparità di trattamento tra i diversi lavoratori che si basa esclusivamente sulla natura imprenditoriale o meno del datore di lavoro che ha effettuato il licenziamento.


                                                                                               
IL CONSIGLIERE REGIONALE UDC

dott. Valeriano Camela

Consiglio Regionale Marche




4 Marzo 2012 alle 0:13 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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