Work Fare: dal disagio sociale alla cittadinanza attiva
di Redazione | in: SocialeMARCO LUCHETTI : DARE OPPORTUNITA’ A CHI NON PUO’ AVERNE
Prende il via il progetto a favore di 14 donne immigrate che con un percorso mirato acquisiranno competenze per l’inserimento lavorativo
ANCONA – Quattordici donne immigrate sono le destinatarie di un progetto regionale di inclusione socio lavorativa che è già entrato nella fase di realizzazione. Il progetto si chiama “WORK FARE- dal disagio sociale alla cittadinanza attiva” ed è promosso dall’assessorato al Lavoro e realizzato in collaborazione con le associazioni On the Road Onlus e FreeWoman.
Sono donne di diversa nazionalità straniera- romena, nigeriana ed eritrea- che vivono nella nostra regione con un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari o inserite in programmi di protezione sociale. Hanno quindi vissuto momenti di grave disagio sociale e poi hanno scelto, talvolta con una buona dose di coraggio, di intraprendere un percorso di inserimento che le associazioni, attive da anni nel nostro territorio per contrastare i fenomeni della prostituzione e della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale e lavorativo, costruiscono in maniera mirata.
“Abbiamo creduto fortemente a questo progetto – spiega l’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti – perché pensiamo che dovere delle istituzioni pubbliche sia anche fornire gli strumenti di inserimento e integrazione socio-lavorativa a chi per motivi di disagio sociale non ne ha possibilità, ma possiede le motivazioni per imprimere una svolta alla propria vita. Questo progetto infatti vuole fornire opportunità d’inserimento lavorativo e sociale alle immigrate permettendo loro di acquisire autonomia, sicurezza, basi culturali e linguistiche, insomma trasmettere una reale capacità di cittadinanza attiva. Opportunità importanti per entrare a far parte della comunità con un ruolo di partecipazione e non passivo, non assistenziale, ma produttivo. Al termine del progetto, infatti, il risultato atteso è che almeno otto siano inserite con un regolare contratto di lavoro.”
Il progetto riconosce un ruolo fondamentale alla rete dei soggetti, istituzionali e non, presenti sul territorio, in grado di creare un forte legame di comunità, e coinvolge istituzioni pubbliche e imprese per valorizzare la loro capacità di fornire risposte concrete alle persone, donne i cui diritti umani sono stati violati.
Il progetto si articola in due fasi: un primo percorso di formazione – informazione e orientamento già iniziato sul tema del mondo del lavoro e un successivo percorso di Formazione Pratica in impresa. Il tutto attraverso laboratori interattivi pluri-tematici e colloqui individuali di orientamento.