Crome di vento
di Redazione | in: Primo Piano[ Enrica Loggi “…A UNA RIMA DI VENTO” / poesie (disegni di Giancarlo Orrù) – CORYMBOS / POESIA – 4. 2012 Ed. Polistampa ]
Forse perchè me le evoca (anche) il mosso disegno di Orrù in copertina, in queste poesie di Enrica io ci vedo un’infinità di crome. E arie di Schumann nel vento. Poco attrezzato per la poesia, quando ne vengo catturato prendo solo poche parole qua e là. Mi bastano. Qualche volta anche me le appunto e me le metto da parte, per poi rileggerle senza ordine, in fila. Prendono altri significati. Un po’ come quel gioco di aforismi “Il cadavere squisito beve vino novello”, omaggio a Edoardo Sanguineti (Ediland Edizioni):
Nei quaderni del sole
Il verde tenero di famiglie fogliacee
Rugoso camminare dell’inverno
C’è caldo di rosa tra le gocce
Splendeva come un globo la tamerice
Ricordo giorni come corone di fiori sfatti e disegnati
Ci mettevamo i tacchi a spillo per calpestare le ombre
Il fiume va tremando dentro il mare
Scorrono ore minuscole nello struggersi dei colori
Un’ala multipla che ci attraversa
Si adagia il panorama intorno ai moli
La fiammante caverna del cuore
Di là dai cascami delle nuvole
Nessuno guarda il campo di malve solo un merlo del giardino accanto
La pioggia fruscia come un uccello sul parabrezza
I poeti sono soli col loro inverno
Apparirò lontana alla betulla sulla strada obliqua
La bambola Anna Dora ha gli occhi tersi
L’estate cammina sugli asfalti bagnati
In una ferita di sole
…………..
Ma in questo prezioso libretto rosa e crema – dicevo – vedo “crome di musica”. Nel vento. Che sul mare vanno di bolina, che a terra scompigliano pini e tamerici. Ci vorrebbe della musica ad hoc, oltre Schumann… Potrebbe scriverne un compositore di talento (ovvio, non musica banalmente contemplativa): penso a certo jazz con sordine di trombe e accordi di sesta e di diminuita, o di sapore francese con fraseggi d’accordeon in lontananza… o a un pianista-di-notturni che su un Blüthner di Lubecca swinga a occhi chiusi ben “dentro” la tastiera, sui tasti neri… Mentre una voce chiara, con accento sardo – ah, le nuvole di De Andrè – legge queste rime.
Già, ci vorrebbe musica all’altezza per la poesia di Enrica. Mica è Mogol…
SBT, 3.6. 2012 PGC