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Inaugurato il Museo della Scuola dell’Università di Macerata

di | in: Cronaca e Attualità

il taglio del nastro

Migliaia di documenti – pubblicazioni, strumenti e oggetti scolastici

raccontano la storia dell’educazione nell’Italia tra Otto e Novecento


MACERATA – Migliaia di documenti – pubblicazioni, strumenti e oggetti scolastici – che raccontano la storia dell’educazione nell’Italia tra Otto e Novecento. E’ questo il Museo della Scuola “Paolo e Ornella Ricca” dell’Università di Macerata, inaugurato venerdì pomeriggio, ospitato e gestito dal “Centro di documentazione e ricerca sulla storia del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia”.


Nutrito il parterre di autorità presenti al convegno inaugurale, che si è aperto con gli interventi del prefetto Pietro Giardina, del sindaco di Macerata Romano Carancini, del vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, del dirigente della Direzione Generale per lo Studente del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Raffaele Ciambrone, del direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici delle Marche Lorenza Mochi Onori, dell’assessore alla scuola e alle politiche giovanili della Provincia di Macerata Leonardo Lippi, del presidente del “Centro Italiano per la Ricerca Storico-Educativa” Giuseppe Trebisacce, del direttore del Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Macerata Massimo Montella, uno dei maggiori esperti italiani di sistemi museali. Non ha fatto mancare il proprio saluto anche il presidente della Fondazione Carima, Franco Gazzani, trattenuto all’ultimo momento da un indifferibile impegno.

 

I lavori, presieduti dal professor Roberto Sani e introdotti dal rettore Luigi Lacchè, hanno visto succedersi gli interventi di Anna Ascenzi, direttrice del Museo, che ha parlato del Museo della Scuola come luogo della memoria collettiva al servizio delle nuove generazioni e come strumento per la formazione degli insegnanti; Juri Meda, che ha illustrato le collezioni del Museo. Paolo Ricca, dell’Associazione culturale “Il salotto verde” di Cosenza, ha raccontato della “passione del collezionista” che sta all’origine di questo progetto culturale. La prolusione è stata affidata a Augustín Benito Escolano, direttore del Centro internazionale della cultura scolastica con sede in Spagna, al quale l’Ateneo ha conferito il titolo di visiting professor. Quindi, si sono svolti il taglio del nastro del museo e l’apertura della mostra “Libro e moschetto, scolaro perfetto: ideologia e propaganda nella scuola elementare del periodo fascista (1922-1943)” .


Il museo, che si avvale anche del sostegno della Fondazione Carima, ha potuto contare principalmente sui finanziamenti ottenuti nell’ambito dei progetti europei e nazionali dagli storici della scuola e dell’educazione dell’Ateneo. Non si tratta di un’istituzione museale in senso tradizionale, ma è un luogo destinato a comunicare, attraverso allestimenti attentamente pianificati e curati in ogni dettaglio, il senso profondo di una storia capace di riannodare i fili della memoria individuale e collettiva della scuola, ovvero del luogo e dello strumento che più di ogni altro ha contribuito a far crescere il Paese, a favorire il maturare di un’identità e di una coscienza civile unitarie.

Un obiettivo, che già perseguono, in Italia e in tante parti d’Europa, centri di ricerca e istituzioni museali di grande prestigio, come, il Centro internazionale della cultura scolastica spagnolo, fondato e diretto da Agustin Escolano Benito.


Le raccolte e i fondi del museo derivano principalmente dalla donazione effettuata dai coniugi Paolo e Ornella Ricca, considerata la più significativa realizzata in Italia da parte di un privato.

“Grazie al gruppo di storici dell’educazione e della scuola dell’Università di Macerata, i materiali scolastici da me e da mia moglie accumulati nel corso di tanti decenni di passione collezionistica sono divenuti non solamente oggetto di esposizione, ma anche, e soprattutto, sono diventati finalmente oggetto di studi accurati, di ricerche storiografiche apprezzate” ha commentato Paolo Ricca, spiegando il motivo della sua donazione all’Ateneo maceratese.


Nel museo sono, inoltre, esposte anche importanti raccolte documentarie e bibliografiche come il Fondo Confederazione giornalinesca di Vamba, che raccoglie un’ampia documentazione riferita alle iniziative promosse da Luigi Bertelli detto Vamba, direttore del famoso periodico per l’infanzia e la gioventù “Il Giornalino della Domenica”; il Fondo Corrispondenza e documenti di Luigi Bertelli/Vamba; il fondo Ferruccio Emilio Boffi, che raccoglie le carte dello stesso Boffi, addetto stampa di Giovanni Gentile all’epoca della riforma scolastica del 1923; il Fondo Educazione speciale dei sordomuti, che presenta anche alcune riviste rare specializzate nell’educazione dei sordomuti; oltre a diversi fondi di maestre, maestri e insegnanti delle elementari.


L’esposizione potrà essere ampliata con ulteriore materiale e offrire, attraverso la rete, una modalità di fruizione virtuale. Il museo, inoltre, procederà al censimento dei beni culturali della scuola e delle collezioni scientifiche e tecnologiche conservate negli istituti scolastici della provincia di Macerata, per poterne poi promuovere le procedure di tutela e salvaguardia. Altro obiettivo è quello di creare una rete nazionale dei musei della scuola, che possa promuovere un sistematico censimento e valorizzazione del patrimonio storico-educativo nazionale. Infine, saranno realizzate iniziative per promuovere la conoscenza delle origini e degli sviluppi del sistema formativo e delle istituzioni scolastiche dell’Italia unita sia tra gli studenti delle scuole, che tra gli insegnanti, futuri e attuali.




9 Giugno 2012 alle 14:31 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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