Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 04:03 di Lun 29 Apr 2024

Davide Tosches “Il lento disgelo”

di | in: Primo Piano, Recensioni

“Il lento disgelo” (Controrecords, 2012)


Etichetta: Controrecords
Brani: Terra / Ali / 22:47 / Dove andiamo / Il lento disgelo / Poco alla volta / Patriota / Ogni uomo / Scintille
Produttore: Davide Tosches


Per fortuna il nuovo cantautorato italiano non passa solamente per i discepoli più o meno illegittimi di Ivan Graziani e Rino Gaetano. Figlio di altri, più oscuri e geograficamente più lontani, padri musicali, Davide Tosches ne offre, con “Il lento disgelo”, una dimostrazione chiarissima. Come un artigiano Davide intaglia e lima ogni momento con paziente cura e propone una piccola grande svolta, immergendo la sua vena selvaggia e ombrosa in un’autentica festa di colori e di sapori. Rispetto al precedente “Dove l’erba è alta”, “Il lento disgelo” è un disco molto più suonato e molto più cantato, con arrangiamenti spesso impreziositi dal flicorno e dalla tromba di Ramon Moro, ma anche dagli archi, dalla lap steel e dall’Hammond. Ciascuna canzone è un tassello dell’unicum emozionale che per quarantacinque minuti avvolge l’ascoltatore, sia che si tratti dell’andamento zingaro, soffocante di Dove andiamo, introdotta dal sax tenore di Carlo Actis Dato a fare da spina dorsale ad una cavalcata polverosa nei deserti del cuore, sia che si adagi sul passo felpato e sul piglio pensoso di Poco alla volta o della Scintille che chiude il disco con un inatteso senso di pacificazione. Ma se è vero che l’omogeneità e la compattezza sono tra i principali punti di forza de “Il lento disgelo”, è anche vero che per un paio di episodi vale la pena spendere qualche parola in più. Si tratta innanzitutto della title-track, una ballata che nel canzoniere di Tosches mancava, esperimento riuscito di melodia, voce e testo limpidi come acqua di ruscello («io conosco il nome di ogni lacrima/dei tuoi occhi che guardano qualcuno/che cambia le stagioni/…/io conosco il nome di ogni istante/dei tuoi giorni che passano e nessuno/che cambia le stagioni»). E poi di Patriota, una lunga litania che cresce per otto minuti in uno stratificarsi di suoni e suggestioni, con il violino e la fisarmonica che dialogano magnificamente con le chitarre elettriche younghiane lavorate dallo stesso Tosches  e da Fabrizio Chiapello. A patto che non cerchiate ritornelli, rime idiote e paraculate, “Il lento disgelo” è un esempio di come si possa fare della canzone d’autore un artigianato virtuoso.




25 Luglio 2012 alle 17:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata