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Intervento di Valeriano Camela sul riordino delle Province

di | in: Cronaca e Attualità

Valeriano Camela

CONSIGLIO REGIONALE 22.10.2012



INTERVENTO SU RIORDINO PROVINCE MARCHE




Signori Consiglieri,


come è certamente a voi noto, l’Udc nazionale nel corso di questa legislatura ha più volte proposto l’abrogazione delle Province per via costituzionale e, in subordine, una loro forte riduzione con limiti di soglia minima di popolazione non inferiore ai 500.000 abitanti.

Dopo diverse infruttuose votazioni al riguardo, nonostante che anche i programmi elettorali del Pdl e del Pd per le elezioni politiche del 2008 fossero espressi in tal senso, e’ sempre venuto a mancare il coraggio di avviare in sede parlamentare azioni legislative coerenti.

Finalmente il governo Monti, prima col decreto legge 301/2011 e poi col decreto-legge 95/2012 ha avuto la forza di rivedere il ruolo delle Province alla luce del nuovo titolo quinto della Costituzione.

Con questi provvedimenti si può senz’altro dire che ci si sta avvicinando a quelle aspettative di riforma delle Province proposte dall’Udc!

L’articolo 17 consegna oggi a questo Consiglio regionale un ruolo importante: quello di formulare al governo una “proposta” di riordino delle sue cinque Province secondo i ben noti criteri dei requisiti minimi di popolazione e superficie.

La stessa norma citata affida al Cal regionale la competenza per formulare una “ipotesi di riordino”, e a questo Consiglio una “proposta”, che potrebbe recepire o meno quanto deciso dallo stesso Cal.

Ne deriva quindi che questo Consiglio regionale potrebbe anche deliberare diversamente dal riconoscimento della Provincia di Macerata così come “ipotizzata” dal Cal.

Anche lo scrivente, in coerenza con il voto parlamentare dell’Udc e del dettato della norma, ha sostenuto la linea dell’ “autonomizzazione” della Provincia di Macerata per le tante ragioni che i maceratesi hanno più volte vantato, soprattutto perché vi vedevo un più corretto equilibrio nei rapporti di forza istituzionali e nell’assetto territoriale dell’intera regione, che per oltre 150 anni su

di esso ha costruito il suo sviluppo e il suo benessere. Quindi non per una logica localistica, ma per una visione di insieme delle Marche. La stessa visione d’insieme che ci dovrebbe oggi guidare

nei ragionamenti e nel voto.

Purtroppo, il Cal ha partorito una “ipotesi” di lavoro che raccoglie questa idea di assetto del territorio, ma la tradisce, scegliendo una procedura non prevista dall’articolo 17 e soprattutto basata su motivazioni politiche opposte rispetto alla scelta del governo e del Parlamento.

Obiettivo della norma di governo è, infatti, quello di sottoporre a riordino 64 province su 110, proponendo uno schema che appare a me sostanzialmente immodificabile.

Se cosi’ non fosse, infatti, qualora tutte le province sottoposte a riordino chiedessero la deroga ad uno dei requisiti minimi stabiliti, la riforma verrebbe completamente stravolta, risultando inefficace e quindi non applicabile.

Voglio richiamare l’attenzione di questo Consiglio sul fatto che la decisione e gli effetti di questo riordino non attengono solo ad una questione italiana, ma rilevano conseguenze anche in ambito europeo. Infatti il provvedimento generale sulla “spending review” contiene il capitolo sui risparmi di spesa attesi che, seppur non quantificati, rientrano tra quelli che dovrebbero concorrere, ritengo in maniera non superflua, alla riduzione del debito pubblico dal 1 gennaio 2015, in coerenza con gli impegni assunti con il “Fiscal Compact”.

La dimostrazione della bontà di questo ragionamento è insita nell’articolo 17 che, non a caso, si apre con il richiamo al rispetto “degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio“.


Lo scrivente, già nel luglio scorso, chiamato ad esprimersi pubblicamente in merito a questa tematica, alla luce delle proposte, le piu’ varie, che quotidianamente emergevano dal chiacchiericcio estivo sotto l’ombrellone e non, in corso nel nostro territorio così come nelle altre regioni coinvolte,

il sottoscritto, dicevo, auspicava l’emanazione da parte del governo di una circolare esplicativa, la classica circolare esplicativa, riguardo la previsione di eventuali margini di manovra dei territori rispetto ad uno schema di riordino che a me sembrava non lasciar spazio ad eccezioni, e che un recente intervento del Ministro competente ha molto opportunamente chiarito.

Quindi, non ci si illuda che il governo possa derogare a suo piacimento, in forza di pressioni politiche, dalle finalità della riforma delle Province. Chi lo pensa, credo che commetta una grande ingenuità.

Auspicabile sarebbe stata, invece, una procedura di riordino coerente con i vincoli e i parametri dell’articolo 17, così come suggerita da qualche autorevole intervento pubblico su questo tema, così come si sta operando in alcune regioni (vedi la regione Umbria-Il Sole 24 Ore di oggi). Essa poteva rappresentare una utile base di discussione, ma si è preferita la via più facile e breve della cosiddetta “scelta politica”, benché in contrasto con la legge.

Credo che si rivelerà un grave errore sostenere questa scelta qualora il Governo non dovesse accettare tale proposta.

Conseguentemente a questo Consiglio non rimane che votare contro un’ ipotesi del Cal contraria alla legge e riconoscere la soluzione residuale dell’accorpamento delle tre attuali Province di

Ascoli, Fermo e Macerata, con capoluogo Ascoli Piceno, non avendo elaborato una proposta di riordino nell’ambito dei parametri di legge. Ogni altra soluzione è palesemente inopportuna e politicamente contraria alla proposta del governo nazionale, gli impegni europei e il voto della maggioranza in Parlamento che sostiene il Governo.

Che ciascuno, pertanto, si assuma le proprie responsabilità politiche, dal momento che la spaccatura del Cal sulla “ipotesi di riordino” proposta e la prevedibile spaccatura del voto di questo consiglio su tale ” ipotesi”, denuncia una evidente difficoltà, per non dire incapacità, della classe politica regionale ad elaborare un progetto di riforma che vada aldilà di una visione meramente localistica.


 

Valeriano Camela




23 Ottobre 2012 alle 20:54 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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