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Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche, My Marche, Web Tv

un momento della riunione

Presentato presso la Camera di Commercio di Ancona, il rapporto 2012 di Federculture. (Int. a Pietro Marcolini e a Roberto Grossi)


 



31 ott 2012

PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE FEDERCULTURE 2012.

La cultura come fattore chiave per uscire dalla crisi e rilanciare lo sviluppo del Paese. Questo il tema al centro delle analisi contenute nel Rapporto Annuale Federculture 2012 “Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia”, edito da 24ORE Cultura, presentato oggi ad Ancona alla Camera di Commercio. Nel momento in cui Governo e Parlamento sono impegnati nel varo dei provvedimenti per contrastare la crisi e far ripartire l’economia del Paese, il dibattito ha posto l’accento su come il settore culturale sia un grande potenziale sul quale il Paese può puntare per ripartire e tornare a crescere, e dovrebbe avere un posto di rilievo nei provvedimenti di stimolo alla ripresa. L’ampio apparato statistico contenuto, come ogni anno, nel Rapporto Federculture dimostra con dati e indicatori la vitalità del settore culturale e la sua importanza per la nostra economia, nonostante il perdurare della crisi economica che sta fortemente incidendo sulle abitudini di consumo delle famiglie. Il quadro generale a livello nazionale relativo al 2011 è infatti positivo: la spesa delle famiglie per ricreazione e cultura ha raggiunto i 70,9 miliardi di euro, e rappresenta il 7,4% della loro spesa annua complessiva, un valore cresciuto sia nel 2011, +2,6%, sia nel periodo tra il 2008 e il 2011 nel quale l’incremento è stato del 7,2%. Ha un andamento positivo anche la fruizione culturale, pur con qualche flessione dovuta alla congiuntura economica negativa – nell’ultimo anno la fruizione teatrale è calata del 2,7% e quella dei concerti del 2,8% – ed hanno il segno più anche i dati sui siti culturali statali. I visitatori nel 2011 sono stati oltre 40 milioni (+7,5%) per 110,4 milioni di euro di introiti lordi (+5,7%). Che la domanda di cultura da parte dei cittadini non accenni a diminuire lo dimostrano anche i dati relativi agli ultimi mesi: a Ferragosto 2012, ad esempio, i musei statali hanno registrato un aumento degli ingressi del 4,5% e degli introiti del 16% rispetto all’anno precedente. Con casi eclatanti come la Galleria dell’Accademia di Firenze nella quale i visitatori sono stati il 233% in più, o Ercolano dove sono cresciuti del 50% o gli Uffizi che segnano un +76%. Il focus presentato oggi sulle Marche, evidenzia nella regione un andamento generale della domanda in linea con i dati nazionali. Per quanto riguarda le attività di spettacolo gli indicatori, nelle Marche come a livello nazionale, presentano luci e ombre. Il 2011 è stato un anno con alcune flessioni: con riferimento alla regione, ad esempio, il volume d’affari segna un -3% e la spesa del pubblico un -10%. Alcuni settori però hanno valori positivi: il numero degli spettacoli prodotti nella regione è aumentato del 14,3%, in particolare nel settore cinematografico del 32% e in quello delle mostre del 62%. In tenuta, nonostante la crisi generale, la spesa al botteghino, cioè quella per biglietti e abbonamenti, che complessivamente registra un +0,13%. In questo ambito sono particolarmente positivi i valori delle attività concertistiche dove la spesa segna un +31,5% e le mostre un +4,4%. Insomma, pure in un contesto generale di crisi, anche nella realtà marchigiana si evidenzia la presenza di una domanda attenta e disponibile a rispondere laddove sia stimolata con un’offerta di qualità. «Il Rapporto Federculture 2012 fotografa le Marche come un territorio connotato da una forte predisposizione verso l’offerta culturale di qualità, un risultato che premia la nostra volontà di aver aumentato le risorse nel settore, riconosciuta come lungimirante anche dal settimanale L’Espresso – ha affermato l’assessore alla Cultura della Regione Pietro Marcolini – In un contesto generale di andamento positivo della fruizione della attività culturali, le Marche presentano infatti quote di popolazione che fruisce nel tempo libero di intrattenimenti culturali in linea con i valori nazionali e per alcuni ambiti, come il teatro, superiori: il teatro segna infatti tra 2000 e 2011 una crescita del 55%, i concerti classici del 20%, musei e mostre del 13%. La cultura e la conoscenza sono le soluzioni alla crisi in atto: formazione, ricerca, innovazione sono gli elementi indispensabili per prefigurare gli scenari del futuro. Per questo la Regione Marche continuerà a valorizzare la trasversalità della cultura rispetto ai settori più diversi – sociali, economici, industriali – destinando 4.2 mln di euro alla costituzione in, accordo con i territori, del grande Distretto culturale evoluto delle Marche, che altro non e’ se non lo sviluppo di progetti di sviluppo locale a traino culturale. La cultura, dunque, può essere una risposta alla crisi anche perché rimane uno straordinario brand, un patrimonio di visibilità, di reputazione nel mondo, molto forte nell’immaginario internazionale. Lo dimostrano anche i dati relativi al turismo che in Italia nel 2011 è tornato ad avere indicatori positivi, 96 milioni di arrivi di viaggiatori stranieri, il 5,4% in più rispetto all’anno precedente e ben l’8% in più del 2008. Su questa scia si posizionano anche le Marche che nel 2011 hanno registrato circa 2,6 milioni di arrivi turistici, il 4% in più dell’anno precedente. Particolarmente positivo il dato sulle presenze degli stranieri che, rispetto al 2010 vedono un incremento del 10,3%. Per quanto riguarda i settori, quello nelle Marche è un turismo prevalentemente balneare. Le località marine attraggono, infatti, il 51,3% dei turisti, ma anche il turismo culturale rappresenta una quota rilevante del mercato: sono oltre il 33,6% i turisti che scelgono le città di interesse storico artistico come meta del loro viaggio. «Quello della cultura, nella sua accezione più ampia dai beni culturali al paesaggio, dalla produzione artistica alle industrie culturali e creative è un settore vitale della nostra società e dell’economia nazionale – ha dichiarato il Presidente di Federculture, Roberto Grossi. Per questo il Paese non si può più permettere di non intervenire sullo sviluppo della cultura, intendendo per essa non solo il grande patrimonio che ci viene dal passato, ma anche l’istruzione, la diffusione della conoscenza e dei saperi tra le nuove generazioni e, come ci ha ricordato il Presidente Napolitano, la cultura della legalità dell’accoglienza, del lavoro e del merito. E’ questo il vero capitale dell’Italia ed è attraverso la sua valorizzazione che possiamo riaprire un ciclo di sviluppo e di benessere».

un momento della riunione





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