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Federico Fellini, “E la nave va” alla Mole

di | in: Cultura e Spettacoli

E la nave va

ANCONA, 2012-12-17 – Proseguono le iniziative collegate alla mostra “Trubbiani – De rerum fabula” con la proiezione del film “E la nave” (1983) di Federico Fellini mercoledì 19 dicembre alle ore 20,45 – Auditorium della Mole Vanvitelliana.
Ingresso libero.

Il film è la storia di un viaggio, “un viaggio per mare, per compiere un rito” .
Fellini scelse Trubbiani per realizzare il modello della corazzata austroungarica che affonda la nave “Gloria N.” Una scelta legata al senso di minaccia, angoscia e incombente pericolo della morte che Fellini colse e apprezzò nelle opere trubbianee.Traccia monumentale del film si trova in piazza Pertini ad Ancona dove il gruppo scultoreo “Mater amabilis” ne è un prolungamento: dopo il naufragio, come si spiega negli ultimi fotogrammi, il rinoceronte si salvò e riuscì ad arrivare nel porto di Ancona, dove, sulle banchine diede alla luce un figlio, rivelando di essere una femmina.
Il film sarà presentato dal co-curatore alla mostra Simone Dubrovic, esperto di cinema e docente di letteratura italiana presso il Kenyon College – Gambier – Ohio, con un’ampia introduzione corredata da numerose immagini sulla collaborazione Trubbiani e Fellini e i temi che i due artisti hanno in comune anche oltre “La nave va”.

Federico Fellini

Mi guardo attorno; le decine e decine di cesoie, arpioni, ruote dentate, mannaie, catene forgiate in acciaio, zinco, alluminio, bronzo, ferro, e destinate a imprigionare, colpire, agganciare, straziare, tenere gole di anitre, vibratili orecchie di conigli, frementi pancini di pipistrelli. E penso a Trubbiani, che nel suo sotterraneo, da anni ed anni rappresenta instancabile nelle materie più gelide questo impressionante catalogo di supplizi, quasi volesse – o piuttosto dovesse – fornirci un quadro dettagliato del più pauroso degli inferni. Forse Trubbiani in queste allucinanti dimensioni ci è già stato, e ne è stato dimesso a condizione di scaricare su di noi i suoi insostenibili ricordi. O forse gli è stata affidata la parte del messaggero, che deve venirci a informare che “l’inferno è così”. Non so quale colpa stia scontando; non certo una colpa individuale. È più probabile che si sia assunta la parte del capro espiatorio di un’umanità che si ostina a ignorare gli orrori compiuti quotidianamente in suo nome. In ogni caso, Trubbiani non sembra chiedersi perché proprio lui sia stato prescelto. Chiuso nel suo antro, dove gli orologi si sono fermati ed i calendari fossilizzati, si limita ad assolvere con umiltà, con solerzia, quasi con frenesia, il compito che gli è stato assegnato, forse nella segreta speranza di meritare un condono.

(da Incontro con Trubbiani, “Terzocchio”, a.IX, n. 26, Bologna, marzo 1983, pp. 40-41)




17 Dicembre 2012 alle 20:41 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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