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Riordino dei servizi di emergenza territoriale: Mezzolani precisa

di | in: Benessere e Salute

Almerino Mezzolani

Mezzolani: “La base su cui costruire un nuovo modello di sanità ospedaliera.

Prematura ogni lista sugli ospedali da riconvertire”


ANCONA, 2013-02-05 – “Potenziare i servizi sanitari di emergenza territoriale rappresenta la base su cui costruire un nuovo modello di sanità. Un’organizzazione che guardi alla qualità delle prestazioni e non alla sola ubicazione delle strutture ospedaliere”. Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, che interviene in merito alla questione affrontata ieri nel corso della seduta settimanale della Giunta regionale. L’esecutivo ha continuato la discussione avviata sul riordino del sistema sanitario, senza assumere atti deliberativi. “I cittadini chiedono servizi efficienti che vanno garantiti soprattutto in una delicata fase di crisi economica e finanziaria come quella che stiamo vivendo. Pesantissimi tagli nei trasferimenti statali graveranno già nel 2013 sul bilancio della Regione e sulla capacità di risposta dell’intero sistema sanitario. Alzare barricate non rappresenta la soluzione difensiva migliore. La soluzione passa attraverso una razionalizzazione delle strutture ospedaliere e la loro messa in rete per esaltare le peculiarità, senza ridondare le duplicazioni e le inefficienze. Un percorso impegnativo che avrà maggiore successo se sarà condiviso con i territori e con gli operatori. Un primo, significativo passo, è stato compiuto ieri dalla Giunta regionale che ha discusso sulla definizione di una Rete unica del 118, gestita dall’Asur, e su una nuova distribuzione del sistema mobile di intervento in emergenza che copra tutto il territorio marchigiano e superi le frammentazioni ancora esistenti. L’Asur definirà questo nuovo modello operativo, nella logica di razionalizzare i servizi e di assicurare una presenza medica qualificata in ogni punto della regione. Non solo una diversa distribuzione territoriale, ma una vera e propria integrazione di mezzi, competenze e professionalità che consenta una capacità di risposta puntuale e omogenea dove e quando richiesto dai cittadini. Il Piano, in avanzata fase di definizione, è ispirato a un modello di assistenza delocalizzato, in grado di garantire il collegamento in rete di tutte le strutture ospedaliere e territoriali ovunque posizionate sul territorio marchigiano, compreso il domicilio e la residenzialità del paziente. La logica è quella di portare i servizi alle persone, senza costringere le persone a cercare i servizi di cui hanno bisogno. La rete unica ed efficiente di trasporti sanitari e di emergenza che stiamo costruendo porterà ogni paziente nella sede giusta e nel tempo giusto, agevolando la riqualificazione dei piccoli ospedali nelle funzioni più congeniali di lungodegenza. Questa rappresenta la prima fase della riforma che vogliamo realizzare. Seguirà poi quella della riorganizzazione ospedaliera. Ogni anticipazioni e ogni lista degli ospedali da riconvertire, pertanto, è prematura, perché sarà al centro del dibattito solo a partire dalle prossime settimane”.

Sanità, la Giunta regionale discute la riorganizzazione della rete di emergenza

04_02_2013_Giunta Macerata 04_02_2013_Giunta Macerata


Si ampliano i servizi della rete di emergenza territoriale, priorità per le aree svantaggiate dell’entroterra


MACERATA, 2013-02-04 – La Giunta regionale ha discusso e approfondito le linee guida della riorganizzazione del sistema regionale di emergenza nella riunione svoltasi oggi a Macerata. Tale azione di riqualificazione costituisce un presupposto fondamentale delle manovre regionali 2013, che sono chiamate a tutelare i servizi ai cittadini affrontando un taglio di risorse nazionali di -180 milioni di euro solo per quest’anno e di -600 milioni su base triennale. L’obiettivo è di garantire il diritto alla salute dei cittadini in tutto il territorio regionale, ampliando la distribuzione dei servizi e delle strutture di emergenza in tutte le Marche attraverso una rete unica e integrata.


I due pilastri della nuova organizzazione saranno costituiti da:


-un sistema dei trasporti sanitari e di emergenza che porti il paziente nella sede giusta, nel tempo giusto;


-una “rete” di strutture e servizi differenziati per intensità delle cure fornite (per l’acuzie, la post acuzie, la riabilitazione, il domicilio)







La nuova organizzazione a rete consente di superare la frammentazione ospedaliera, ma può funzionare in presenza di una rete di trasporti di emergenza diffusa sul territorio. È questa la vera novità della riorganizzazione, per la quale non solo non sono previste riduzioni dei costi per recuperare parte dei 180 milioni di tagli nazionali, ma anzi è previsto un investimento per redistribuire in modo più diffuso e appropriato nel territorio di Area Vasta le ambulanze del soccorso territoriale.


“Presupposto fondamentale per il nuovo modello organizzativo è la riorganizzazione del sistema di soccorso territoriale e dei trasporti sanitari tra i nodi della rete, in una logica unitaria che garantisca uniformità di accesso e di servizio su tutto il territorio regionale”, ha sottolineato il presidente Gian Mario Spacca, nel corso della riunione.


“Dove non sarà presente il Punto di primo intervento – assicura l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – questa tipologia di struttura verrà garantita dal sistema di emergenza territoriale, con la tipologia di mezzi adeguata, idonea a garantire, a seconda della gravità, soccorsi avanzati, medi e di base, in funzione dell’intensità di cura richiesta”.


La diffusione dei servizi di emergenza su tutto il territorio regionale, in particolare dell’intero entroterra regionale, si baserà soprattutto sul potenziamento dei mezzi di soccorso.


Già ora questi mezzi sono superiori a quelli che dovremmo avere sulla base degli standard, ma per garantire i servizi anche sui territori montani particolarmente ampi, ancorché con popolazione scarsa, è stata prevista una riclassificazione dei mezzi di soccorso (MS) nelle tre tipologie (MSA, con medici e infermieri, MSI con Infermieri, MSB con volontari), garantendo un MSA aggiuntivo in ciascuna Centrale 118 come riserva per coprire eventuali richieste eccedenti le attuali. L’intero servizio sarà organizzato in maniera unitaria in tutto il territorio regionale, superando l’attuale frammentazione e diverrà più efficiente grazie alla assunzione di quella parte dei medici del 118 oggi ancora con rapporto convenzionale e grazie al potenziamento delle competenze degli equipaggi infermieristici.


Con questa nuovo modello a rete che si può superare la frammentazione del servizio sanitario regionale, rappresentata dal numero eccessivo di piccoli ospedali, ben 33, 15 dei quali con posti letto compresi tra 20 e 68 posti letto, numero totalmente insufficiente, per gli standard scientifici attuali, a garantire qualità e sicurezza di cure per l’acuzie. Da qui la necessità di trasformare questi Ospedali in Case della Salute, dedicate a funzioni di tipo territoriale o di lungodegenza, lasciando ai Presidi Ospedalieri di Area Vasta e alle Aziende (Ospedaliera, Ospedaliero Universitaria e INRCA) le funzioni per l’acuzie, in una gradualità di interventi (di primo e secondo livello) come prevista dalle recenti disposizioni legislative.




5 Febbraio 2013 alle 18:30 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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