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HEDDA GABLER CON MANUELA MADRACCHIA

IN SCENA SABATO 16 E DOMENICA 17 MARZO A FERMO IN ESCLUSIVA REGIONALE


ANCONA – Gelida e altera, consapevole del proprio fascino eppure fragile nella sua intima frustrazione, nella sua incapacità di vivere serenamente la propria femminilità, ossessionata dal successo e da una deleteria intransigenza: Hedda Gabler è una delle più problematiche, febbrili e seduttive figure femminili ibseniane in scena al Teatro dell’Aquila di Fermo sabato 16 e domenica 17 marzo nel cartellone promosso dal Comune di Fermo e dall’AMAT. A questo personaggio e alle suggestioni dell’opera di Henrik Ibsen Antonio Calenda volge la sua attenzione dirigendo nel ruolo del titolo Manuela Mandracchia, una fra le più affermate e ammirate interpreti del teatro italiano.

Ibsen rappresenta un vertice assoluto nella letteratura teatrale ottocentesca: la sua drammaturgia abita i confini del teatro borghese con inquietudine, attraverso storie di tragedia quotidiana, aspre d’anticonformismo. I suoi personaggi, soprattutto le creature femminili, esprimono sempre nodi tematici che stanno a cuore all’autore, senza però apparire mai esemplificativi: conservano invece una vibratile complessità che assicura loro dirompenza emotiva. «È in questo tormento scuro – commenta il regista – la chiave che li rende moderni. Trovo da questo punto di vista molto significativo un intervento di Roberto Alonge, che sottolinea come Ibsen appaia come una sorta di gemello di Freud. Capace di scavare nel pozzo nero dell’inconscio e di raccontare attraverso il suo teatro inquietudini di assoluta attualità: se da scienziato Freud esterna le proprie scoperte, Ibsen lo fa da artista… Depista, accenna, occulta, ma dalle pieghe del linguaggio, dalle ombre interiori è facile intuire quanti fantasmi incestuosi padre-figlia popolino la scena, quanti drammi psicologici, quanto l’oscurità abbia da rivelare». Scritto nel 1890 Hedda Gabler pone al proprio centro una figura che si discosta dall’ideale femminile coevo ad Ibsen. Dopo la morte del padre, il generale Gabler, con cui aveva condotto vita altolocata, la giovane Hedda sposa per interesse un mediocre intellettuale piccoloborghese Jørgn Tesman che ambisce a una cattedra universitaria. Rientrata dalla luna di miele, Hedda appare del tutto insoddisfatta della sua nuova vita, annoiata, confusa dalla sua stessa femminilità enigmatica e ancor più dal fatto di essersi scoperta incinta, stato che invece il marito non sa intuire. La confusione aumenta quando riappare Løvborg un antico amore di Hedda, scrittore tutto “genio e sregolatezza”. Hedda si isola in un vortice di egoismo, in un cieco slancio di volontà di potenza e di controllo del destino altrui che la distruggerà.


Lo spettacolo è prodotto da Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Compagnia Enfi Teatro. La traduzione del testo adottata è di Roberto Alonge, le scene sono di Pier Paolo Bisleri, le luci di Nino Napoletano, i costumi di Carla Teti e le musiche di Germano Mazzocchetti. Affiancano Manuela Mandracchia gli attori Luciano Roman, Jacopo Venturiero, Simonetta Cartia, Federica Rosellini, Massimo Nicolini e Laura Piazza.


Informazioni e biglietti: Teatro dell’Aquila tel. 0734 284295. Inizio spettacolo: sabato ore 21 domenica ore 17.

DOMENICA 17 MARZO A MOGLIANO PROSEGUE “TEATRI DI FAMIGLIA”

CON UN TRENO DI PERCHÉ


Un papà alle prese con i tanti perché del suo bambino è al centro di Un treno di perché in scena domenica 17 marzo al Teatro Apollo di Mogliano ad opera della Compagnia Ferruccio Filipazzi nell’ambito di Teatri di famiglia, rassegna promossa dalla Provincia di Macerata e dall’AMAT in collaborazione con i Comuni coinvolti. Favorire la conoscenza e il piacere dell’arte teatrale presso le giovanissime generazioni. È con questo auspicio che Teatri di Famiglia si propone di offrire spettacoli di qualità a bambini, ragazzi e alle loro famiglie nel contesto dei teatri storici, dei musei e dei luoghi più suggestivi della provincia di Macerata.


Un’infinita curiosità spinge sempre i bambini verso il perché di ogni cosa. Con la loro mente veloce, libera e curiosa, ci riportano quesiti dall’apparenza bizzarra, a volte raggelanti; pongono domande e attendono risposte significative; hanno necessità di orientarsi per dare significato alle sensazioni che provano e lo fanno rivolgendosi a noi. Se per qualsiasi ragione l’adulto si sottrae al compito di risolvere l’ansia contenuta nella domanda del bambino – o si affida solamente alla correttezza scientifica della risposta – avviene un restringimento della comunicazione e dei rapporti; il bambino cercherebbe altrove le risposte su ciò che gli sta a cuore trasformando i genitori in dispensatori di cose (di servizi) e non di significati. La risposta, la via d’uscita per l’adulto, passa tra verità visibile e immaginazione e il gioco della rappresentazione può essere il luogo in cui avviene una tale sintesi. “Ho voluto riaccostarmi alle modalità semplici e immediate del teatro – scrive Ferruccio Filippazzi – una sorta di iniziazione che, partendo dai perché, perché, perché dei piccoli, sappia mostrare come dal gioco di tutti i giorni si possa giungere al racconto, alla rappresentazione, al teatro.” Un padre e il suo piccolo stanno giocando con un trenino. Il padre è sommerso dai tanti perché del suo bambino. Un po’ negandosi, un po’ stando al gioco affiora il ricordo di Rocco, amico d’infanzia, e del suo papà ferroviere. Il paese di Rocco erano poche case tra un pascolo e un campo di grano: la scuola, la chiesa, la piccola piazza e la stazione. Tutta la vita era lì. E così la sera, prima di andare a letto, ci si trovava tutti insieme con le famiglie a commentare la giornata, quello che era successo… a volte le sere erano più speciali quando arrivava il papà di Rocco, che era l’unico abitante di quel paese che viaggiando in treno, vedeva un mondo agli altri sconosciuto. E lui era in grado si rispondere a domande e curiosità di tutti, grandi e piccoli. Ma il momento più speciale per Rocco arrivava quando, entrato a letto, il papà era tutto per lui.


Accanto agli appuntamenti programmati Teatri di famiglia intende estendere gli orizzonti didattico-formativi connessi all’arte teatrale. In particolare il progetto vuole creare occasioni d’incontro tra i bambini, le famiglie e le compagnie che si sono esibite in scena, attraverso un confronto fatto di domande, giochi e merende a base di prodotti tipici locali, allestimento in alcuni luoghi di spettacolo di librerie per l’infanzia, mostre mercato dei prodotti dell’artigianato artistico del territorio, in modo da sensibilizzare giovani e adulti alle eccellenze della provincia di Macerata. Così sarà anche a Mogliano dove sarà allestito uno spazio libri a cura della Libreria Del Monte di Macerata e verrà offerta ai bambini una merenda dall’Antico Panificio La Piazza di Mogliano di Bordoni e Ferretti.

Biglietti posto unico 5 euro. Informazioni e prenotazioni (fino a venerdì) presso AMAT 071 2072439 e biglietteria dei Teatri di Macerata 0733 230735. La biglietteria del Teatro Apollo (0733 557730) sarà aperta dalle ore 16. Inizio spettacolo ore 17.




13 Marzo 2013 alle 22:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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