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Processione del Cristo Morto con la statua della Madonna Addolorata

di | in: Cronaca e Attualità

un momento della processione del Cristo Morto a Ripatransone

di Rosita Spinozzi

 

RIPATRANSONE Ci sono tradizioni che resteranno sempre vive nel cuore dei ripani. Tra queste la più suggestiva è la Processione del Cristo Morto con la statua della Madonna Addolorata, culto praticato da secoli dai Confratelli e Consorelle della Misericordia e Morte, che hanno un ruolo determinante nell’organizzazione dell’evento, preceduto giovedì 28 marzo alle ore 20,30, dalla visita dei fedeli al Santo Sepolcro allestito nella Cappella del Santissimo Sacramento e nelle chiese di Santa Maria della Valle, San Rocco, San Filippo, San Michele Arcangelo, Cappella interna del Monastero delle Domenicane, Santa Croce. La Processione del Cristo Morto partirà venerdì 29 marzo alle ore 20,30 dal Duomo Basilica in presenza del clero, ministranti (chierichetti), le cinque Confraternite ripane con le insegne della penitenza, cappuccio, candele, lampioni accesi; autorità civili e militari, fedeli provenienti anche dai paesi limitrofi. Al servizio musicale penserà il Corpo Bandistico ‘Città di Ripatransone’ diretto dal maestro Roberto Vespasiani, che eseguirà brani adatti alla circostanza, compresa la marcia funebre di Chopin e quella del compositore ripano Enrico Boccabianca.

«Il culto del Cristo Morto nella Chiesa della Confraternita della Misericordia e Morte è forse il più antico rispetto agli altri praticati in loco. Infatti, dopo la concessione nel 1624 del sotterraneo della cattedrale, la Compagnia collocò subito una statua del Cristo Morto nell’urna sottostante la mensa dell’altare maggiore» spiega il prof.Antonio Giannetti, incaricato dell’Ufficio Turistico e Musei Civici «Nel corso dei secoli sono state rinnovate la statua e la bara, sia nella struttura che nei rivestimenti. Le attuali risalgono al 1910: la statua in cartapesta è opera dello scultore Giuseppe Manzo di Lecce, il disegno della bara è stato realizzato dal professore ripano Guido Pezzini, mentre il rivestimento in stoffa di velluto nero e fili d’oro è frutto del laboratorio di ricamo delle Monache Domenicane». Da sottolineare che su invito del dott.Flavio Piergallini, Governatore della Confraternita della Misericordia e Morte, contribuirono alla spesa per la nuova bara anche alcuni Fratelli trasferitisi a Buenos Aires, ovvero Marino Massi, Giuseppe Cimadamori, Francesco Perazzoli, Francesco Angelici, Saverio Gentileschi, Franco Castelli, Ubaldo Maroni.




28 Marzo 2013 alle 17:19 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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