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Un laboratorio sociale ed economico a cielo aperto a Fano

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Agricoltura sociale

FANO: AGRICOLTURA SOCIALE, LABORATORIO SOCIALE ED ECONOMICO A CIELO APERTO

Da otto cooperative del territorio, nasce lunedì 11 marzo il Gruppo Cooperativo Paritetico, 300 dipendenti e un migliaio di utenti, per la progettazione e la gestione di servizi sociali in ambito rurale


Fano (Pu), 09 marzo 2013 – “Un laboratorio sociale ed economico a cielo aperto”. Così è stata definita l’agricoltura sociale, una nuova opportunità di lavoro e di sostegno sociale che nasce dall’incontro fra la cooperazione sociale e quella agricola di cui si è parlato nel seminario “Cooperazione e agricoltura sociale”, organizzato da Agci, Confcooperative e Legacoop Marche a “Il Giardino del Cante” di Fenile di Fano (Pu). E proprio da qui parte un’esperienza innovativa in questo settore, che nelle Marche si è sviluppato negli ultimi due anni e annovera una trentina d’imprese attive, quella della creazione del Gruppo Paritetico Cooperativo, che si costituirà lunedì 11 marzo con l’obiettivo di progettare e gestire servizi sociali in ambito rurale, produrre, trasformare e commercializzare prodotti agricoli. Il Gruppo è composto da otto cooperative del territorio, le sociali T41b, Irs L’Aurora, L’Elicriso, Alpha, Il posto delle viole, il Consorzio Terre Alte, le coop sociali agricole De Rerum Naturae e Progetto Terra, come hanno spiegato Danilo Marchionni, consulente, e Nicola Denti, presidente T41. E’ un gruppo che conta già 300 dipendenti, gestisce interventi sociali a favore di un migliaio di utenti e che punta ad allargare le proprie attività anche nell’agricoltura sociale organizzando reti imprenditoriali e sociali. Un’azione che trae spunto anche da quanto già realizzato con il “Progetto Fenile”, nella sede de’ “Il Giardino del Cante”, gestito dall’Irs Aurora, dalla T41b e dalla Fondazione agraria “Cante di Montevecchio”, di cui ha parlato il presidente di quest’ultima, Gianfranco Mazzanti. A Fenile di Fano (Pu), ci sono un negozio e un vivaio, e, insieme agli utenti della comunità terapeutica, si fanno attività di giardinaggio, orticoltura, frutticoltura, si forniscono servizi di prevenzione primaria, di socialità, educazione e sport. Fra le azioni da sviluppare in futuro, ci sono la trasformazione dei prodotti coltivati, la pet therapy, la formazione, eventi culturali, sociali ed enogastronomici. Un modello, secondo Teodoro Bolognini, responsabile settore Agroalimentare di Legacoop Marche, “che può essere riprodotto per sviluppare le potenzialità offerte dall’agricoltura sociale, con le sue funzioni con finalità terapeutiche, riabilitative, formative e d’inserimento lavorativo, che saranno fra le azioni sostenute della nuova programmazione 2014-2020 della Politica agricola comune”. Per questo, ha detto Bolognini, “le Centrali cooperative stanno promuovendo sul territorio incontri su questo tema e stanno realizzando una pubblicazione su quanto fatto finora in quest’area nelle Marche”, in fase di elaborazione da parte di Sandro Buatti, agronomo. Francesca Severini, Servizio regionale Agricoltura, ha ricordato l’impegno della Regione Marche in questo campo che viene sostenuto da un articolo della legge regionale 7 del 2005 per la cooperazione agricola che, per il 2013, prevede un fondo di 250 mila euro, mentre Ugo Testa, responsabile censimento agricoltura sociale dell’Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche, ha raccontato delle iniziative già messe in campo dall’Assam all’interno delle carceri marchigiane, in collaborazione con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, dove sono stati impiantati degli uliveti, come a Barcaglione di Ancona, e degli orti.




9 Marzo 2013 alle 17:23 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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