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Premio Eolo Awards 2013 per “Voglio la luna”

di | in: Cultura e Spettacoli

Teatro Pirata

Lo spettacolo “Voglio la luna” della compagnia Teatro Pirata e del gruppo Baku ha vinto il premio Eolo Awards 2013 come miglior progetto educativo di teatro ragazzi e giovani.

Jesi (AN) 13 Maggio 2013 – Lo spettacolo “Voglio la luna” della compagnia Teatro Pirata e del gruppo Baku, ha vinto il premio Eolo Awards 2013 come miglior progetto educativo di teatro ragazzi e giovani. Si tratta di uno dei più ambiti premi del Teatro ragazzi italiani, assegnati ogni anno dalla rivista Eolo. Lo spettacolo, già finalista del Premio Scenario Infanzia, è diretto dal regista jesino Simone Guerro e interpretato dall’anconetano Fabio Spadoni, 37 anni, attore affetto dalla sindrome di Down.

In “Voglio la luna” Fabio interpreta un bambino che riesce a fare una cosa impossibile: catturare la luna e portarla nella sua cameretta. Ma alla fine scoprirà che il mondo senza luna non è più lo stesso e deciderà di lasciarla andare, per condividere la sua luce con i bambini del pubblico.

Nelle motivazioni del premio Eolo si legge: “è un’originale creazione tutta costruita sul rapporto tra un bambino e il suo attaccamento verso la luna, un rapporto così forte che lo porta a cercarla e a catturarla per poi rendersi conto che la luna è un patrimonio comune, e non può essere appannaggio di nessuno. In un ambiente semplicissimo, dove il teatro di figura contrassegna i momenti salienti della storia, Fabio Spadoni, attore affetto dalla sindrome di Down, è un convincente e tenerissimo bambino che, in sintonia con la narrazione e la fisarmonica di Simone Guerro, restituisce agli spettatori tutte le suggestioni di una storia poeticamente sensibile’’.

Lusinghiere recensioni per la produzione jesina anche sulla rivista Sipario, che nella recensione del critico Claudio Facchinelli scrive: ”Fin dalle prime battute sono stato risucchiato nel mondo, sospeso fra realtà e fantasia, soffuso di comica tenerezza, in cui Fabio Spadoni, giovane Down, ci introduceva dolcemente, senza alcuna captatio benevolentiae, raccontandoci la sua giornata e i suoi sogni, comunicandoci una singolare, aerea poesia che solo lui – certo, sostenuto da una drammaturgia e una regia intelligente, attenta a coglierne e tradurne teatralmente la bellezza – poteva donarci. Un esempio da manuale di come il teatro possa muoversi, scansandone i pericoli, sull’arduo, intricato terreno della diversità”.




13 Maggio 2013 alle 15:05 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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