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Il tartufo seduce il pubblico romano – “Le Marche in tavola”

di | in: Cronaca e Attualità

Le Marche in Tavola

PROSEGUONO DAL 5 ALL’8 GIUGNO CON L’ESPOSIZIONE DELLE ECCELLENZE ENO-GASTRONOMICHE MARCHIGIANE

 

 

ANCONA – Si è svolto giovedì 30 maggio, l’ultimo dei quattro seminari dedicati ai prodotti e ai sapori tipici regionali previsti da “Le Marche in tavola”, iniziativa organizzata dalla Regione Marche e dal Pio Sodalizio dei Piceni, nella splendida cornice del complesso monumentale di San Salvatore in Lauro a Roma.

 

Il seminario, seguito da numeroso pubblico, ha avuto come soggetto il principe della tavola – il tartufo di Acqualagna – che, insieme alle altre varietà presenti sul territorio regionale, passano ora il testimone all’ultima fase della kermesse.

 

La manifestazione “Le Marche in tavola”, infatti, dal 5 all’8 giugno (ore 17 – 21,30) si trasforma in mostra dei prodotti tipici e passa alla sua parte espositiva “favorendo – come sottolineato dall’intervento di Cristina Martellini, responsabile del Servizio Agricoltura della Regione Marche – un importante momento di incontro tra pubblico e produttori marchigiani che potranno illustrare qualità, curiosità e utilizzo in cucina delle eccellenze eno-gastronomiche marchigiane”.

 

L’incontro si è aperto con i saluti del vice presidente del Pio Sodalizio dei Piceni, Filippo Bizzarri. “Ringrazio il presidente della Regione Gian Mario Spacca che ha creduto in questa manifestazione, Cristina Martellini che ci sta accompagnando in tutti gli eventi, e tutta la struttura della Regione Marche. E ancora un ringraziamento particolare va agli agricoltori che hanno messo a disposizione i loro prodotti. Saluto tutti i Sodali promotori dell’iniziativa. Mi auguro che tutti voi, soprattutto i non marchigiani, abbiate potuto apprezzare la qualità dei nostri prodotti”.

 

Cristina Martellini ha definito importante la Manifestazione “anche per la presenza di tanti imprenditori marchigiani che potranno illustrare e tenere viva la vostra curiosità e il vostro interesse sulle eccellenze marchigiane dal 5 all’8 giugno prossimi”. Per quanto riguarda il tartufo, ha spiegato ancora la Martellini, “le Marche hanno sempre valorizzato la produzione e i servizi agricoli collegati. Contribuiamo anche con il Programma di Sviluppo Rurale ad un settore che stiamo cercando di far diventare, a livello comunitario, una vera e propria attività agricola per il quale abbiamo un Centro sperimentale regionale di ricerca”.

 

E proprio Gianluigi Gregori, – Centro Sperimentale di Tartuficoltura della Regione – ha diffusamente descritto le caratteristiche e le mille sfaccettature del mondo del tartufo e raccontato dove vive, come si sviluppa, come si nutre e come cresce nelle diverse tipologie presenti nelle Marche. Ma il Centro Sperimentale lavora in modo specifico nella ricerca. “Non si può coltivare il tartufo – ha spiegato Gregori – come una coltura da seme e per questo è importante l’attività del Centro sperimentale che produce piante sviluppate nella nostra sede, garantisce la loro qualità e dà indicazioni agli operatori per farle sviluppare al meglio. In questo settore siamo oramai un’eccellenza in tutta Europa”.

 

Mario Palenzona, direttore Istituto Piante da Legno ed Ambiente di Torino, ha proposto una interessante escursione storica nel mondo del tartufo parlando dell’aurea di mistero che lo ha accompagnato nei secoli, fino ad oggi, del ruolo che ha avuto come soggetto prezioso di scambio della forte attrazione che ha per i consumatori. “Ma il tartufo è anche un grande promotore degli altri prodotti del territorio e del territorio stesso. Allo stesso tempo stimola il buon mantenimento dell’ambiente ove questo fosse in pericolo di abbandono. Per questo, in particolare per il tartufo bianco, bisogna impegnarsi a valorizzare le stazioni naturali”.

A chiudere il seminario è stato Andrea Pierotti, sindaco di Acqualagna, un luogo simbolo nel mondo per il tartufo. “La Regione Marche è da sempre attenta a valorizzare le eccellenze marchigiane e, quindi, il tartufo. Per quello bianco c’è anche un’apposita legge dello Stato che che definisce, in una sorta di denominazione di origine, quello di Alba e di Acqualagna. Anche qui a Roma – ha detto Pierotti – molti ristoratori specificano che servono tartufo di Acqualagna. Da parte nostra abbiamo sempre creduto ad una promozione del territorio, a raccontarlo c’è la nostra fiera che, da 48 edizioni, trasmette i saperi di una tradizione plurisecolare, e il mercato del tartufo. Si vendono anche pacchetti turistici incentrati sul tartufo, si può andare nelle tartufaie naturali o coltivate e far provare l’emozione della ricerca del tartufo. È un’operazione che ha un suo riscontro importante. Il tartufo è stato un generatore di sviluppo turistico ed economico per il territorio. Si è creato un ecosistema importante basti pensare che, in un momento di crisi come l’attuale, le principali aziende per numero di impiegati nel nostro Comune sono quelle che raccolgono, commercializzano e trasformano il tartufo, e quelle del mondo della ristorazione”.

 

Al termine del seminario una degustazione di piatti tipici marchigiani organizzata dalla delegazione di studenti dell’Istituto G.Celli di Piobbico (PU) guidata dal professor Roberto Dormicchi ha concluso il pomeriggio dedicato al tartufo.

 

La kermesse prosegue, sempre nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro, con l’evento espositivo in programma dal 5 all’8 giugno prossimi. Sarà un importante momento di promozione per le aziende della regione, un’opportunità unica per far conoscere direttamente le eccellenze eno-gastronomiche marchigiane nel cuore di Roma.




3 Giugno 2013 alle 16:35 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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