Ti porto al cinema
di Redazione | in: Cultura e SpettacoliViareggino, nipote di Mondadori, Monicelli racconta di essere arrivato al cinema perché non possedeva abbastanza talento per la letteratura né per la musica colta, che era la sua grande passione. La sua era una modestia proverbiale, perché reale e non simulata. Tanti lo hanno conosciuto da vicino, perché a tanti si è avvicinato, nonostante il carattere burbero o la presunta misoginia: per questo il documentario raccoglie tante voci, non solo quelle dei numerosi autori ma anche quelle della figlia, del critico (Fofi), dello storico locale, dell’ultima compagna (Rappaccini), dell’amatore che ha conservato fotogrammi dimenticati, del figlio di Steno, di Suso Cecchi d’Amico e Scarpelli, e di quei Risi, padre e figlio, che in fondo, per spirito caustico e per riservatezza, sono colori che a tratti gli somigliano di più.
durata : 80 minuti
Ingresso 5 euro