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Regione Marche

2014-06-09

Anche per rispondere ad interpretazioni strumentali infondate

 

COOPERLAT DI ASCOLI PICENO, LA GIUNTA REGIONALE VALUTERA’ LA FATTIBILITA’ DI UN IMPEGNO DA PARTE DI UN SOGGETTO PARTECIPATO INSIEME A PRIVATI

 

 

La giunta regionale, nell’odierna seduta, prima di procedere ai consueti lavori, ha esaminato nuovamente la difficile situazione della Cooperlat di Ascoli Piceno,  alla luce della decisione dell’Azienda di non sottoscrivere una proposta di accordo che mirava a garantire un futuro allo stabilimento di Ascoli.

 

L’esecutivo regionale – anche per rispondere ad interpretazioni strumentali assolutamente infondate e particolarmente gravi, perché provenienti da ambienti vicini alla maggioranza di governo- ha deciso di avviare un’istruttoria ricognitiva e un approfondimento per verificare se esistano le condizioni per redigere un Piano Industriale che preveda un possibile impegno di un soggetto partecipato, quale ad esempio il Centro Agroalimentare Piceno, in sinergia con soggetti privati. Impegno finalizzato ad avviare un’iniziativa imprenditoriale per la creazione di una filiera tracciata e di alta qualità produttiva.   “La priorità per il governo regionale – è stato ribadito – resta la salvaguardia e il rilancio dell’ex Coalac. E pertanto si ritiene  necessario sondare qualsiasi ipotesi che possa scongiurare la dispersione di un patrimonio economico territoriale e di capitale umano .”

 

Secondo l’ipotesi proposta al Tavolo il 4 giugno, l’azienda avrebbe dovuto  impegnarsi a cedere il sito produttivo di Ascoli a un soggetto interessato a rilevarlo, con una proposta di cessione aperta per otto mesi. Si chiedeva  che l’eventuale acquirente potesse finalizzare il proprio core business alla produzione di latte marchigiano, potendo contare su quanto indicherà il nuovo Programma di sviluppo rurale. L’accordo sindacale avrebbe dovuto prevedere il riassorbimento, da parte del potenziale acquirente, dei lavoratori attualmente impiegati ad Ascoli. Nelle more della verifica di questa ipotesi (cioè dell’ acquisizione da parte di un potenziale acquirente), si sarebbe mantenuta l’attività allo stabilimento Cooperlat di Ascoli fino al 30 settembre. 

La Regione Marche per il contrasto degli Ogm

 

 

Maura MalaspinaMaura Malaspina

LE REGIONI EUROPEE OGM-FREE SOSTENGONO LA PROPOSTA DI MODIFICA DELLA DIRETTIVA SUGLI OGM

 

ANCONA – L’assessore regionale all’Agricoltura, Maura Malaspina, come attuale presidente della Rete delle Regioni e Autorità Locali d’Europa ”Libere da Organismi Geneticamente Modificati (OGM)”,  ha firmato il documento sulla posizione delle 62 Regioni, provenienti da nove Stati membri e aderenti alla Rete. Il documento è rivolto principalmente ai partecipanti del Consiglio Ambiente che si terrà il prossimo 12 giugno,  e sottolinea che l’approccio della Rete sin dal 2003, si basa su quattro principi guida: 1)Principio di sussidiarietà; 2) Principio di precauzione; 3) Principio che chi inquina paga; 4) Principio di libertà di scelta per tutti.

“La Rete prende atto del voto favorevole del Coreper del 28 maggio 2014 sulla proposta di compromesso della presidenza greca che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. La Rete resta d’accordo sulle conclusioni del Consiglio adottate il 4 dicembre 2008, e del Parlamento europeo del 5 luglio 2011, in particolare sui criteri socio-economici e su una più rigorosa valutazione del rischio da parte dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare)”, afferma Malaspina.

Il documento evidenzia la necessità che gli Stati membri confinanti collaborino nella condivisione delle informazioni per prevenire qualsiasi diffusione transfrontaliera.

Viene quindi espressa preoccupazione sul versante della sufficiente certezza del diritto qualora gli atti degli Stati membri vengano poi impugnati dinanzi alla Corte di giustizia europea.
“Il documento approvato – conclude Malaspina – testimonia il notevole impegno della Regione Marche a livello europeo per il contrasto degli OGM, concertato in esito alle decisioni degli ultimi incontri  tenuti a Bruxelles presso gli uffici della Regione Marche. Esso va ad aggiungersi all’azione svolta a livello nazionale con il coordinamento dalle Regioni italiane in materia di OGM ed all’azione svolta a livello regionale di controllo preventivo delle sementi di mais e soia per la campagna 2014, già avviato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, che provvede al prelievo di campioni di sementi in precedenza non controllate a livello statale, e l’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, che effettua le necessarie analisi di laboratorio per verificare che non ci siano contaminazioni di OGM”.




9 Giugno 2014 alle 16:09 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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