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Le Marche al plurale investono nelle aree interne

di | in: Cronaca e Attualità

Fonte Avellana – un momento dell’incontro

MONTAGNA: AL LAVORO SUI PROGETTI PILOTA PER LE AREE INTERNE

Dal Monastero camaldolese, il Collegium “Scriptorium Fontis Avellanae”, lancia le linee di sviluppo dell’entroterra marchigiano, dai contenuti ispiratori della Carta alla Strategia nazionale per le aree interne

 

Il presidente della Regione Ceriscioli, rafforziamo l’identità della nostra regione

 

Barca, costruire progetti sulle esigenze delle comunità

 

 

Fonte Avellana – Le Marche al plurale investono nel proprio cuore, quello delle aree interne. Lo fanno ispirandosi ai principi della Carta di Fonte Avellana, voluta nel 1996 per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione dell’entroterra montano, e, alla vigilia del ventennale del documento, attraverso la Strategia nazionale per le aree interne e l’impegno della Regione nella sua applicazione ai territori marchigiani. Una traccia di quanto sarà realizzato da qui a qualche mese è stata definita nel Monastero di Fonte Avellana, a Serra Sant’Abbondio (Pu), su stimolo del Collegium “Scriptorium Fontis Avellanae”. La Strategia interessa tre aree della regione, basso Appennino pesarese e anconetano, maceratese, ascolano, coinvolge 44 Comuni per una popolazione complessiva di 86 mila persone. Allo studio, da parte della Regione, il primo progetto pilota, che dovrebbe partire entro qualche mese e che riguarderà il territorio a cavallo fra la provincia di Pesaro Urbino e Ancona, con un investimento di fondi statali di 3,8 milioni, cui seguiranno le altre aree con altrettanti investimenti per ognuna. Altre risorse arriveranno dalla nuova programmazione regionale dei fondi Ue, con una stima di 12-13 milioni di euro destinati alla voce aree interne fra fondi Feasr, Fondo sociale europeo e Programma di sviluppo rurale e fondi di altri settori come quelli del settore forestale, circa 30 milioni per il periodo 2014-2020.

“Quello che conta esprimere con questi progetti sono i risultati che si vogliono raggiungere per le comunità interessate – ha sottolineato Fabrizio Barca, economista, dirigente Ministero Economia e Finanze, redattore della Strategia nel 2012 nelle vesti, allora, di ministro per la Coesione territoriale -, che saranno a loro volta le prime a giudicare e a valutare la bontà di queste idee. Parliamo, quindi, dell’opportunità di rafforzare, nelle aree coinvolte, i servizi per la salute, per l’istruzione, per il welfare, per gli anziani, insieme alla capacità di produrre reddito e lavoro attraverso i settori specifici come l’agricoltura di qualità, il turismo, la cultura, l’ambiente”.

 

Un bisogno di una strategia integrata di intervento dei settori foreste, difesa del suolo, turismo, cultura, agricoltura e sviluppo rurale, artigianato, affermata dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. “Abbiamo il compito di rafforzare e valorizzare le identità che raccontano il nostro territorio – ha detto Ceriscioli -, che ci permettono di costruire una prospettiva di lunga durata per lo sviluppo della nostra regione, legata alla qualità dell’agricoltura alla bellezza dei nostri territori, della cultura, dell’offerta del turismo. E’ la sfida ad essere costruttori di un’identità delle Marche anche sulle linee che vent’anni ci ha dato proprio la Carta di Fonte Avellana. Una Carta che ha in se lo stesso messaggio che traccia il progetto di Barca: un’idea corretta e sana dello sviluppo, con una forte attenzione alla persona e ai servizi. Convergenza e coerenza delle strategie le parole d’ordine condividendo strategie e percorsi più ampi, che valichino i singoli confini e creino un’identità da promuovere”.

 

“La Carta di Fonte Avellana – ha ricordato Dom Salvatore Frigerio, presidente Collegium “Scriptorium Fontis Avellanae”, fra gli ispiratori del documento – ha di fatto segnato la politica marchigiana nei confronti del territorio. Oggi, di fronte ai dolorosi risultati che siamo spesso costretti a piangere, come quelli dovuti alle condizioni del sistema idrogeologico, ci ricorda ancora l’urgenza di agire, ci ammonisce di gestire responsabilmente il tempo e di impegnarci ancora di più a “curare la montagna per provvedere alla pianura”, a partire dalla gestione delle foreste, come hanno sempre sostenuto i monaci camaldolesi”.  Quindi, la Strategia per le aree interne per le Marche, ha aggiunto il vicepresidente del Collegium, Teodoro Bolognini, “deve essere la strategia per la montagna marchigiana, per le foreste, per i parchi e per le aree protette. Deve puntare alla qualità della vita delle persone, evitando lo spopolamento dell’entroterra, e promuovendo interventi di sviluppo locale grazie anche alle possibilità offerte dalla nuova programmazione comunitaria”.

 

All’incontro, con una elevata presenza di attori del territorio, hanno partecipato rappresentanti delle organizzazioni sindacali e professionali, delle Unioni montane, degli Enti locali, delle Università e dei centri di ricerca, consiglieri regionali e l’assessore regionale alla Montagna e Difesa del suolo, Angelo Sciapichetti.




29 Ottobre 2015 alle 22:49 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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