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Bolkestein, Emidio Del Zompo: “Con l’armiamoCi e partiTe non si vince una battaglia figuriamoci la guerra”

di | in: Cronaca e Attualità

Emidio Del Zompo

San Benedetto del Tronto –  È di avanti ieri, 23 novembre l’incontro dal quale sono reduce. A Pescara infatti c’è stato un importantissimo incontro dibattito sull’annosa questione della direttiva Bolkestein, il tempo stringe e non se ne viene a capo. Tante considerazioni sono venute fuori dal convegno e che riguardano l’atteggiamento e il ruolo del Governo italiano in tutta questa faccenda ma prima di ogni altra, una considerazione che mi preme fare è relativa alla nostra categoria.

Non intendo essere tenero con chi si disinteressa di qualcosa che lo riguarda in prima persona sperando che siano altri a condurre le battaglie in una sorta di “armiamoCi e partiTe”.

Sono costretto ad affrontare il dato che mi fa più male, constatando sempre più spesso quanto la nostra categoria, quella dei balneari non sia coesa, non abbia ancora trovato una propria identità e sia assolutamente priva di orgoglio.

Siamo ancora troppo disuniti, troppo menefreghisti,  creduloni, pressappochisti, siamo noi stessi a non sentirci veri imprenditori e a sottostimarci.

Le risposte che ricevo dai colleghi in occasioni di convegni e incontri sui temi caldi che ci vedono coinvolti sono ormai catalogabili in cliché ben definiti. Me le sono segnate perché rendono l’idea menefreghismo imperante:

“….Ma si dai, tanto mica ce li toglieranno davvero gli stabilimenti! Ma si dai, tanto adesso ci pensano le Associazioni! Ma si dai, partecipa tu alla riunione, poi mi racconti! Ma si dai, vai a Roma a quella manifestazione, poi quando torni mi dici! Ma si dai, se vanno alle Aste che venissero a prenderselo lo chalet, li aspetto con il fucile!”

Queste solo alcune delle manifestazioni di partecipazione anzi, di non partecipazione, della categoria nell’affrontare il problema. Il problema dunque siamo noi, la nostra fragilità come categoria che non ci fa percepire né come una minaccia né come un pericolo tanto da consentire al Governo di snobbarci impunemente.

Credo sia ora, per la verità anche passata, di svegliarci dal torpore e dallo stordimento. Bisogna reagire e far sentire la nostra voce forte e chiara e soprattutto univoca. Bisogna innanzi tutto iniziare a partecipare in massa alle manifestazioni che ci riguardano.

 

Ieri alla  riunione di Pescara,  importantissima, c’erano tra i relatori,  il Senatore Massimo Baldini, autore della legge del rinnovo automatico delle nostre concessioni, il Presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari, la Senatrice Federica Chiavaroli, il Presidente della Confcommercio della Provincia di Pescara, l’ex Ptresidente Nazionale dell’ANCI signor Monticelli, ebbene, di balneari ne ho contati  poco più che 15.

Che pensate ne possa dedurre chi dovrebbe occuparsi di noi? Ne deduce che se la questione non sta a cuore alla categoria non vedono il motivo di farsene carico loro, ne deduce che non val la pena perderci tempo. L’assenza della categoria non è passata inosservata infatti e i relatori, politici, quelli chiamati per darci una mano lo hanno detto a chiare lettere, “ebbene tutti qui i concessionari ? solo voi siete intervenuti ? gli altri colleghi dove sono? Allora non siete interessati alla problematica Bolkestein ?  Ha forse ragione chi vuole portarvi via gli stabilimenti?  Alla vostra categoria pare non interessi troppo la questione, appare evidente”. Che umiliazione per me e per la categoria che rappresento.

Pretendiamo di armare altri che combattano le nostre battaglie colleghi,  rimanendo noi nelle retrovie,  ma non funziona così,  noi dobbiamo farci soldati e lottare per la vita delle nostre aziende,   in prima fila dobbiamo schierarci noi. Mostrando il nostro attaccamento all’attività.

Ora veniamo alla questione ben discussa ieri. Come operatore e rappresentante di una parte dei balneari mi sono convinto che tutto sommato non sia stata l’Europa a volerci penalizzare mandandoci alle “evidenze pubbliche” e che anche oggi, se il nostro Governo si ben adoperasse, l’Europa non si mostrerebbe così accanita come vogliono farci credere. Dopo aver tanto ascoltato le varie voci nei tanti convegni a cui ho preso parte, girando l’Italia in lungo e in largo, sono sempre più persuaso che tutta la “Direttiva  Servizi” ha un responsabile preciso. Il Governo Italiano.

Tutto perfettamente studiato a tavolino, organizzato, impacchettato e ben servito. Lo si evince chiaramente dalla  netta posizione del Governo a non voler salvare il settore  che oggi  vanta, con più di 30.000 aziende oltre 200.000 posti occupazionali nella stagione estiva, dati inconfutabili  forniti dall’ISTAT che,  nel periodo estivo fa registrare  sempre un  segno + consentendo al  Presidente del Consiglio di fare proclami trionfalistici proprio nel periodo. Questo solo grazie a NOI e nonostante che l’ intero indotto sia già praticamente al collasso.

 

È a questo punto che viene da chiedersi come mai,  se chiude un’ azienda e si mandano a casa 20 dipendenti ( tra l’altro tutti con paracadute sociale, mobilità e cassa integrazione) si mobilitano i sindacati e tutti i partiti  mentre nessuno fiata se lo Stato butta sul lastrico, facendole chiudere  più di  30.000 aziende con tutto il loro indotto che si può ben stimare  in più di un 1.000.000 di persone.

Non sentite anche voi odore di bruciato?

 

Io la vedo così.

Il Governo Italiano,  dopo l’emanazione della legge  sul rinnovo automatico delle concessioni col quale di fatto aveva rinunciato al possesso del BENE (spiagge) assegnandolo a privati concessionari,  si è accorto che il settore turistico balneare stava subendo uno sviluppo e una crescita notevolissimi facendo assumere al comparto una rilevanza tale da non poter essere ignorato. Non dimentichiamo che il settore rappresentare ancora oggi una percentuale molto alta del PIL.

Proprio il Rinnovo automatico, il cui autore il Senatore Massimo Baldini era presente all’incontro di Pescara, ha iniziato a rappresentare il vero e unico ostacolo per lo Stato di riappropriarsi del bene concesso. Importante il passaggio e molto chiaro: lo Stato ha assegnato in concessione un BENE ( le spiagge)  e non un SERVIZIO.

Così al nostro Governo non è parso vero che un’autorità governativa superiore emanasse una  DIRETTIVA SERVIZI, meglio conosciuta come Bolkenstein che offriva finalmente su un piatto d’argento la possibilità ai “nostri” di riprendersi quel BENE concesso e benché la Direttiva parlasse di servizi e non di beni.

 

convegno di Pescara

convegno di Pescara

A ben guardare infatti, sulla prima stesura della legge le concessioni balneari non sono affatto menzionate e tantomeno contemplate poi però,  successivamente,  in maniera subdola a con il silenzio di tutti i nostri Europarlamentari e di tutte le  Associazioni, anche le concessioni balneari sono state inserite. In fretta e furia il Governo italiano ha recepito e ratificato chiudendo per sempre il cerchio.

Iniziarono allora le tarantelle politiche per indurci a credere che il “povero” Governo fosse obbligato a  togliere il diritto del rinnovo automatico e quello di insistenza previsto addirittura dal Codice della Navigazione pena, pesantissime sanzioni da parte dell’Unione, così utilizzando la Bolkestein come scusa, come capro espiatorio, in una notte il nostro amorevole e compassionevole Governo ci ha tolto la legge sul rinnovo automatico e sul diritto di insistenza, lasciando noi concessionari sfrattati dal nostro bene,  spogliati delle nostre attività, nudi, inermi, senza via di scampo.

Lo stato Italiano si è ripreso ciò che aveva concesso e su cui molti di noi avevano e fanno affidamento, investendo e lavorando con grande sacrificio. Lo Stato riappropriandosi delle spiagge ora potrà tranquillamente prometterle se non addirittura venderle a soggetti più importanti di noi, con i quali è già abituato a fare affari e cioè i grandi Fondi d’Investimento, i grandi Gruppi Industriali. Quello che spaventa e dovrebbe far riflettere è che per ipotesi anche la malavita potrebbe essere interessata al business che le consentirebbe di “ripulire” un po’ di quel denaro di dubbia provenienza.

 

Questo è il mio pensiero come operatore turistico impegnato in prima persona nell’azienda di famiglia e come Presidente di Asimprese Italia. La politica finora  ha sempre fatto solo passerella, ha promesso a sproposito  senza mai venire a capo di un fatto, senza portare a casa un benché minimo risultato. Alcune  Associazioni poi si sono mostrate addirittura filo-governative  pensando solo a mantenere divisa la categoria in modo da coltivare i convenienti personalismi.

 

Non si capisce l’accanimento dello Stato nei confronti della nostra categoria. Se questo Paese, ci tiene tanto a liberare i servizi, non ha che l’imbarazzo della scelta guardando  altrove, solo per fare qualche esempio, Mediaset,  Rai, LA7,  Radio DeeJay, o anche  Società Autostrade, si perché, anche questo  è un servizio che dovrebbe andare ad evidenza pubblica, anche la Società Autostrade infatti ha una Concessione da parte dello Stato italiano, proprio come noi balneari.

Vi risulta che Autostrade abbia fatto una gara Pubblica per rinnovare la concessione ? chissà perché!

 

Questa disparità di trattamento da parte del Governo non fa che confermare quello che dicevo all’inizio, il nostro disinteresse, la nostra non coesione ci rende quei piccoli imprenditori che non fanno paura nel panorama dell’imprenditoria in generale. Non siamo portatori di  interessi come i grandi gruppi di potere, finanziari e politici, con i quali fare affari.

A conclusione  una cosa mi sento di dirla però. Abbiamo ancora una possibilità anche se  siamo rimasti da soli a combattere (ma del resto lo siamo sempre stati)  e non possiamo aspettarci aiuti o favori da nessuno. Siamo 30.000 aziende in Italia che tradotte in numeri rappresentano almeno quattro componenti per ciascun nucleo familiare il che fa 120.000 persone, a questi vanno aggiunti altrettanti numeri provenienti dall’indotto e cioè altri 120.000 persone a cui si aggiungeranno coloro che in estate trovano occupazione grazie al comparto, non meno di 80.000, per un totale di 300.000 persone che messe insieme possono senz’altro rappresentare una bella ESPRESSIONE POLITICA tanto forte da poter dire la propria.

Questo quanto emerso due giorni fa a Pescara dove è stato lanciato il “Movimento Politico dei balneari” guidato proprio dall’avv. Senatore Baldini  e vi garantisco che la macchina organizzativa  è già partita  su tutto il territorio nazionale. Si sta pensando a referenti a livello locale e regionale.

Rimangono appena 40 giorni di tempo per presentare la domanda di proroga che scade il 31 dicembre 2015. Lo sapevate?

In sostanza, la speranza è che – soprattutto in caso la Corte di giustizia europea dichiari invalida la proroga al 2020 – il singolo imprenditore possa preparare un piano di investimenti in base al quale chiedere allo Stato una proroga della propria concessione. A tal proposito il Senatore ha anticipato che organizzerà una riunione apposita per illustrare come redigere la documentazione che potrebbe permettere a ogni singolo imprenditore balneare di ottenere una proroga della sua concessione.

A conclusione del suo intervento Baldini ha detto una cosa su cui dobbiamo tutti riflettere “«Non saranno le vie giuridiche o giudiziarie a salvare le imprese balneari ma solo un’azione politica».

Come sempre io e l’Associazione che guido, l’Asimprese Italia, siamo a disposizione di chiunque voglia saperne di più.

Emidio Del Zompo

Presidente Asimprese Italia

 




26 Novembre 2015 alle 0:04 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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