Il “prodotto tipico”? Nasce nel ‘700
di Redazione | in: A...gricoltura, Cronaca e AttualitàCamerino – Nelle pagine di alcuni trattati di agricoltura, pubblicati a metà Settecento, si trova l’origine del concetto moderno di “prodotto tipico”.
È questa, in sintesi, la conclusione tratta da Sergio Salvi, ricercatore e divulgatore storico-scientifico in ambito agroalimentare, pubblicata in un articolo uscito sul numero 73 della rivista Proposte e ricerche, edita da EUM e curata dalle Università di Camerino, Chieti-Pescara, Macerata, Perugia, San Marino e Politecnica delle Marche.
A seguito di uno studio svolto su antichi trattati di agricoltura, pubblicati dal Trecento all’Ottocento, è stato possibile individuare, in due trattati dedicati al frumento pubblicati nel 1759 e nel 1766, i primi abbozzi dei requisiti che oggi devono essere soddisfatti da un prodotto agroalimentare perché questo possa assumere la denominazione di “prodotto tipico”.
I fattori che concorrono alla definizione di tipicità di un prodotto agroalimentare permettono di distinguere un prodotto tipico da uno che non lo è in base alle specifiche caratteristiche biologiche da esso possedute, al territorio di origine e alle conoscenze tradizionali legate alla sua produzione.
L’autore dello studio propone la soddisfazione di un quarto fattore, quello economico-commerciale, ritenuto fondamentale per garantire al prodotto tipico la sopravvivenza sul mercato.
L’articolo pubblicato da Proposte e ricerche anticipa alcuni dei temi che saranno trattati in un convegno su cibo e territorio previsto nel prossimo maggio a Camerino.