Cesare Iezzi, ‘Dual’: è il Vernissage @ Palazzina Azzurra

Cesare Iezzi, ‘Dual’: è il Vernissage @ Palazzina Azzurra

San Benedetto del Tronto, 2023-03-04 – Cesare Iezzi, ‘Dual’: vernissage @ Palazzina Azzurra oggi pomeriggio. Pubblichiamo immagini e videoregistrazioni dell’evento

 

 

ISTRUZIONI PER L’USO

DUAL

 PALAZZINA AZZURRA   San Benedetto del Tronto

 

LA DUALITÀ NEL PERIODO DELL’ANTROPOCENE,

L’IMPORTANZA DELLE SCELTE FATTE DAGLI ESSERI UMANI
E DI COME IL DUALISMO ABBIA AGITO  NELLA SCELTA DELLE LORO DECISIONI.

 

ENTRANDO…..

LA PRIMA SALA AL PIANO TERRA  DELLA PALAZZINA E’ DEDICATA AL TEMA DELLA MOSTRA , DUAL .

E’ UN’ OPERA DIGITALE CON LA PROTAGONISTA CHE SI DIVIDE IN DUE IMMAGINI , LE SUE DUE CONDIZIONI, DIVERGENTI OVVIAMENTE, LA PRIMA HA UN ASPETTO NATURALE E MEDITATIVO, L’ALTRA INVECE PORGE IL SUO SGUARDO NELLA DIREZIONE OPPOSTA CON DEI SEGNI SUL VISO CHE NE EVIDENZIANO UNA CONTAMINAZIONE , UNA TRASFORMAZIONE IN ATTO . LA RITROVIAMO NELLE DUE SCULTURE SUCCESSIVE, SULLA SINISTRA (CIBELECIBELE SULLA DESTRA (DRIOPEDRIOPE, LA PRIMA LEGATA ALLA NATURA E CON I COLORI DELLA TERRA , LA SECONDA IN AVVIO DI TRASFORMAZIONE E METAMORFOSI . DAVANTI A LORO DUE PERCORSI, IL PRIMO ( THE QUESTIONS ) FATTO DI DOMANDE CHE CONFLUISCONO NEL BUIO DELLA NOSTRA MENTE ED IL SECONDO ( THE ANSWERS ), CHE HA GENERATO SUCCESSIVAMENTE, DELLE POSSIBILI RISPOSTE ANCORA PERO’ DA DECIFRARE.

SULLA PARETE A SINISTRA TROVIAMO UN OPERA DIGITALE DAL TITOLO “THE FOUR MEDITATION” , FIGURA UMANA CHE MEDITA SUL SUO PERCORSO EVOLUTIVO , DALLA PRIMA COMPARSA SULLA TERRA FINO A QUELLA PROIETTATA VERSO UN FUTURO HI-TECH .

ENTRANDO NELLA STANZA A SINISTRA SCORGIAMO DUE SCULTURE POSTE AGLI ESTREMI, L’UNA DI FRONTE            ALL’ ALTRA, CON DUE STORIE DIFFERENTI .

L’UOMO PRIMORDIALE (GEBGEB  CHE VIVE SULLA TERRA ANCORA VERGINE ED INCONTAMINATA, SUL PAVIMENTO UN OPERA DIGIT FLOOR ( HUMANITY DECLINE) CHE INDICA IL PERCORSO CHE LO PORTA IN UNA SITUAZIONE DI DECLINIO , UNA DISCESA VERSO L’OSCURITA’ E L’OBLIO. SULLA PARETE A SINISTRA UN TRITTICO DIGIT ( PASSAGE DISTORT), CHE PERCORRE IN POCHI SECONDI LA STORIA E LE TRASFORMAZIONI DEL NOSTRO HABITAT . IN FONDO ALLA STANZA UNA SCULTURA , ( MEDEINEMEDEINE CHE RAPPRESENTA LA NATURA E LA NUOVA CONTAMINAZIONE ECOLOGICA , AI SUOI PIEDI UN OPERA DIGIT FLOOR ( HUMANITY INCLINE) CHE INDICA IL NUOVO PERCORSO EVOLUTIVO DELL’ UMANITA’: LA RIVOLUZIONE GREEN.

USCENDO DALLA SALA ALLA DESTRA PRIMA DELLE SCALE C’È LA SALA CON TRE PANNELLI DIGIT , TRE FIGURE UMANE,

(HANGELAMINAH,SONOKO)

CON LE LORO IBRIDAZIONI POST HUMAN, LA DUALITA’ DEI NUOVI ESSERI UMANI CHE VIVE IN UNA CONTINUA CONDIZIONE DI AMBIVALENZA.

 

SALENDO AL PRIMO PIANO NELLA SALA CENTRALE VEDIAMO SULLA DESTRA UNA SCULTURA (POSEIDONPOSEIDONE, DIO DEL MARE E DELLE ACQUE, DAVANTI A SE UN’OPERA DIGIT FLOOR ( THE LAST OCEAN) , TESTIMONE DI INFINITE STORIE, MOLTE DI QUESTE TRAGICHE, E’ UN MARE CHE CHIEDE AIUTO , DISPERATAMENTE CERCA UNA SPERANZA A CUI APPIGLIARSI.

SULLA PARETE A SINISTRA OSSERVIAMO INVECE UN PANNELLO DIGIT CON UNA FIGURA UMANA CHE SI ERGE DAGLI ABISSI ( MARINE DICHOTOMY) .

E’ EVIDENTE LA DIFFERENZA TRA LE DUE PARTI, LA PRIMA HA UN PROFILO DOVE LA NATURA E’ RIMASTA INTATTA ED UN FONDALE RICCO E PROLIFICO , LA SECONDA E’ QUELLA CONTAMINATA DEI NOSTRI GIORNI, UNA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA MA ANCHE REALISTICA , PERCHE’ VIVIAMO IN UNA FASE DUALISTICA DELL’ECOLOGIA , CI SONO ANCORA LUOGHI MERAVIGLIOSI TUTT’ORA DA VIVERE MA, IN APERTO CONTRASTO CON L’ALTRA REALTA’ COMPLETAMENTE DIVERSA.

NELLA SALA A SINISTRA C’È UN’ ALTRO ESEMPIO DI DUALITA’ DELLA MITOLOGIA GRECA , UNA SCULTURA, (PERSEFONE) PERSEFONE AI CUI PIEDI SI STENDE UN TAPPETO NERO CHE EVOCA L’OLTRETOMBA DI CUI È LA DEA MA, ALL’ ESTREMITÀ ACCOGLIE UNA MELOGRANA

(SIMBOLO  DELL’ETERNO RITORNO).

IN SUCCESSIONE SULLA PARETE SINISTRA C’E’ UN DIPINTO (THE FIFTH KNIGHT).
RAPPRESENTA IL QUINTO CAVALIERE DELL’ APOCALISSE, CHE COMPARE CRONOLOGICAMENTE DOPO I PRIMI QUATTRO DESCRITTI NEL NUOVO TESTAMENTO OVVERO : GUERRA, CARESTIA,MORTE E PESTILENZA, RIPORTANDO SULLA TERRA LA “DIVINA PROVVIDENZA”

IN FONDO ALLA STESSA STANZA TROVIAMO UNA SCULTURA(DIONISODIONISO, ED UN PANNELLO DIGITALART (DIONISO0 DIGITAL) CHE SI PROIETTA DA UNA BIDIMENSIONE AD UNA TRIDIMENSIONE . LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA CI PORTERA’ A SOLUZIONI IMPREVISTE E MIGLIORATIVE MA DOVREMO COMPIERE IL GIUSTO SALTO EVOLUTIVO .

NELL’ULTIMA STANZA, A DESTRA PRIMA DELLE SCALE , POSSIAMO VEDERE UNA SCULTURA (ATHENAATHENA, E DUE PANNELLI DIGITALI . ATHENA RAPPRESENTA UN’ALTRA DUALITÀ DELLA MITOLOGIA GRECA E’ ALLO STESSO TEMPO DEA DELLA GUERRA MA ANCHE DEA DELLE ARTI E DELLA SAGGEZZA.

I PANNELLI DIGIT RAPPRESENTANO LA DUALITA’ TRA LA VITA NORMALE E QUELLA VIRTUALE, LA PRIMA ( LUCILAH ), CONSERVA ANCORA IL SUO ASPETTO NATURALE MA SI IDEALIZZA ANCHE IN UNA FIGURA ESTREMAMENTE DIVERSA (XENIA) IN UNO SCENARIO GENERATO DAL METAVERSO.

LA STORIA  CHIUSA  E LA STORIA APERTA

 
QUESTE STORIE
 SONO FIGLIE DI UNA PRESENTAZIONE ARTISTICA GENERATA DA UNA SERIE DI CONSIDERAZIONI PERSONALI DELL’ ARTISTA E QUINDI POTREBBERO CONSIDERARSI  UNA “STORIA CHIUSA

CHIUDENDO IN MODO IMMAGINARIO QUESTO LIBRO POTREMMO PERÒ APRIRNE UN’ ALTRO, SEMPLICEMENTE AGGIUNGENDO DELLE PAGINE VUOTE IN OGNUNO DEI RACCONTI.
PAGINE VUOTE QUINDI DA RIEMPIRE DI NUOVI CAPITOLI
IN UNA “
STORIA APERTA” DIFATTI IL NOSTRO APPROCCIO VISIVO E MENTALE PUÒ A SECONDA DI OGNUNO DI NOI REALIZZARE E SCRIVERE  LE PROPRIE REAZIONI, DESCRIVENDO LE NOSTRE RIFLESSIONI, GENERANDO DELLE INTERAZIONI CON ALTRE PERSONE E MAGARI ELABORANDO IDEE E PROPOSTE POSITIVE PER IL FUTURO. UN FUTURO CHE È NELLE NOSTRE MANI E CHE MERITA DI ESSERE REALIZZATO NELLA MANIERA MIGLIORE… da https://www.cesareiezzi.it/ 

DUAL 2023

Palazzina Azzurra 

San Benedetto del Tronto  AP

4- 26 Marzo 2023 

 

E quindi uscimmo a riveder le stelle

 

L’ultimo endecasillabo che chiude la prima Cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri può ben interpretare il tèlos, l’obiettivo, di Cesare Iezzi. Come il Sommo Poeta, infatti, l’artista teatino ci conduce in un viaggio allegorico nel quale le sculture, le installazioni e le opere in formato digitale, un po’ come Virgilio e Beatrice, aiutano il visitatore a compiere un’attenta riflessione sulle conseguenze sociali e ambientali causate da scelte sbagliate intraprese dall’uomo nel corso degli ultimi decenni

Attraverso le sue opere ci mostra cosa siamo e cosa invece saremmo potuti essere se avessimo fatto altre scelte, in un’eterna dicotomia che da sempre attanaglia l’animo umano.

Da qui la scelta del titolo della rassegna: “DUAL”. Una continua lotta tra il dualismo degli opposti che, passando dagli antichi filosofi greci Parmenide ed Eraclito, fino a toccare il pensiero surrealista di Dalì e Magritte, viene declinato dall’autore attraverso modulazioni artistiche eterogenee in cui viene trasceso il limite della materia aprendosi verso mondi iperurani.

L’artista è consapevole che in una società sempre più fluida come la nostra, difficile da trattenere e facilmente mutevole, in cui il tempo sembra non bastare mai, sia quanto più doverosa compiere un’attenta riflessione sui tempi difficili che stiamo vivendo e l’arte, che è la manifestazione del nostro pensiero, della nostra sensibilità e della nostra coscienza, in tutto ciò riveste un ruolo profetico.

Nel corso della sua evoluzione artistica si è dapprima formato studiando i grandi capolavori metafisici di De Chirico e surrealisti di Dalì e Magritte, per poi diventare nel 1996 tra i fondatori del Movimento Iperspazialista firmando il Manifesto del gruppo che era alla ricerca delle matrici fondamentali che, cinquant’anni prima, avevano spinto Lucio Fontana a pubblicare il “Manifesto Blanco” (1946) che segnò la nascita dello “Spazialismo”.

Nel 2015, consapevole dell’evoluzione delle tecniche artistiche, ha sperimentato la pratica della digital art realizzando delle “photo-psyche” che non si limitano a osservare la realtà in maniera oggettiva, ma scandagliano gli affascinanti meandri della psiche umana.

Questa nuova rigenerazione professionale dimostra, altresì, le capacità dell’artista nell’evolvere il proprio linguaggio figurativo, che da un valore puramente estetico ha acquisito negli ultimi anni un profondo significato psicologico e sociale.

La sperimentazione è il fine di questa sua continua ricerca, la capacità dell’artista, come un Demiurgo, di donare una psychè, un’anima, alle sue immagini inconsce tramutandole in sculture, compiendo, quindi, un percorso opposto rispetto al consueto, per cui dalla digital art si giunge alla materia.

Tutto è “dual” in questa rassegna, non solo il titolo scelto; le sue “sculptures”, ad esempio, sono il risultato di un percorso creativo che dall’ideazione di stampo classico, spinto sia dai suoi studi architettonici in ambito universitario ma soprattutto dal mondo grecista e mitologico dei modelli di Giorgio De Chirico da cui assurge negli anni della sua formazione, mutano forma e sostanza attraverso l’uso moderno dei prodotti e delle tecniche. Anche il materiale utilizzato per la loro creazione è un conflitto tra opposti: il gesso modellato con il PVC che conferisce intensità e vigore ai volti senza tempo dei personaggi effigiati riducendone la loro ieraticità espressiva, favorisce agli occhi dell’osservatore un senso di spaesamento, a metà tra il reale e l’immaginario, generando in lui un senso d’inquietudine che rafforza al contempo la capacità comunicativa delle opere.

A dimostrazione che l’artista sia in continua fase di ricerca e di evoluzione del suo linguaggio espressivo, negli ultimi anni la sua produzione scultorea si è arricchita di piccoli inserti naturali che colloca all’interno delle sue opere. Sono frammenti lignei particolari per forma o dimensione “scolpiti” dal mare e recuperati dall’artista durante le sue passeggiate lungo la battigia di Civitanova Marche dove risiede e lavora.

La condizione di “buio” che annichilisce la società moderna è stata l’ispirazione che l’ha spinto a inserire nelle cavità dei suoi lavori dei corpi luminosi che permettono alle opere di innalzare il loro livello interpretativo da quello puramente estetico. I suoi gessi, ottenuti da un primo modello in argilla e lavorati successivamente con le resine plastiche del PVC, attraverso questi inserti luminosi dischiudono i meandri più impervi della loro essenza agli occhi del visitatore, accrescendone il fascino e l’analisi introspettiva.

Iezzi è un grande pensatore e un artista attento alle dinamiche del suo tempo, di cui scruta le sue evoluzione e ne coglie gli aspetti più significativi, consapevole che gli intellettuali non possono girare più lo sguardo dall’altra parte rispetto ai malanni che attanagliano l’animo umano e che oggi più che mai fare arte ha acquisito un grande senso di responsabilità.

Per questo motivo la sua arte ha una forte connotazione educativa e didattica rivolta a tutta la collettività e in particolare alle giovani generazioni. 

Del resto l’opera oggi non può più essere analizzata soltanto nella sua autonomia e indipendenza, ma solo se viene posta al centro di un   dibattito sociale.

L’artista vuole far si che l’uomo torni a essere l’essenza che interroga e che s’interroga sul perchè delle sue scelte e non scelte in questi ultimi decenni.
Vuole che rifletta sugli effetti provocati dalla trasformazione continua della nostra società liquida che ha portato l’uomo a modificare completamente le gerarchie sociali, le priorità ambientali e il dialogo tra gli uomini, che invece, proprio come le opere di Iezzi, travalicano ogni materia come una forza centrifuga incontenibile e ambivalente.

Andrea Viozzi
Storico dell’arte

da https://www.cesareiezzi.it/ 

DUAL
Anthropocene.2.0

Oggetto specifico della ricerca antropologica è l’uomo: l’uomo nella sua globalità, come produttore di Cultura, quindi di Arte, credenze, morale, religione, superstizioni, leggi ed altre attività. L’uomo è immerso nella natura e la natura è il fondamento della Cultura.

Natura è, innanzitutto, l’universo come totalità cosmica, visibile ed invisibile! In questo universo fatto di ambiente ecologico, di leggi fisiche e biologiche si sviluppano e si evolvono le etnie. L’evoluzione , che si perde nei secoli, è lenta e costante, passa tra tribolazioni e varianti inaspettate. L’evoluzione antropologica è da un lato fisica e dall’altro culturale. L’antropologia fisica studia le forme e le strutture del corpo umano, l’antropologia culturale indaga il significato e le strutture della vita dell’uomo, come espressione dell’attività mentale. Quest’ultima dopo il primo periodo della curiosità passa attraverso il filtro della scienza dei lumi e dello scientismo che ambiscono a soddisfare ed a risolvere tutti i problemi ed i bisogni degli uomini, involucro fatto di sola materia.

Nell’ultimo sviluppo dello scientismo l’uomo viene affidato al Transumanesimo, movimento culturale e scientifico che ha il dovere di migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana applicando nuove tecnologie. Nuove tecnologie che stanno dilagando in ogni settore. Producono arte, quindi pittura, scultura, musica, suoni. E’ comunque una arte vuota. Non ha sentimenti, non ha coscienza, non ha spiritualità, non ha e non da emozioni.

L’uomo invece è essenzialmente spirito, emozioni, fantasia, immaginazione, passioni, lotta e contrasto. Ciò che troviamo nelle opere artistiche di Cesare Iezzi. Un sapiente mixer di antico e moderno, spirito e materia, vecchio e nuovo tra antiche prigionie e liberazione, una liberazione che arriva dal ritorno alla natura, ai principi naturali delle cose e dall’ordine naturale delle cose. Quindi Dual, la reiterazione del libero arbitrio, la libera svolta dell’uomo nell’ambito della sua natura.

L’arte diventa emozione, comunicazione, inventiva, provocazione, stimolo affinchè gli umani possano rinnamorarsi della loro anima. Le sue opere nascono e vivono il tempo ecologico e, pezzo dopo pezzo, diventano strutturali nel tempo e le opere di Cesare Iezzi ci riescono con facilità e naturalezza, non è cosa da poco.


Teodorico Compagnoni

Antropologo 

da https://www.cesareiezzi.it/ 

 

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com