Addio Giorgio Pedrocco

Addio Giorgio Pedrocco

Pesaro, 9 nov 2023 – L’Istituto di storia contemporanea della provincia di Pesaro e Urbino -ISCOP- intende esprimere tutta la sua vicinanza alla famiglia di Giorgio Pedrocco, mancato nei giorni scorsi. Nativo di Como, genovese di adozione, ha tuttavia dedicato al nostro territorio tanta parte del suo alto profilo di storico. Il suo valore e la sua poliedricità sono aspetti noti: i suoi studi vedono convergere nel principale filone storiografico il suo interesse scientifico (aveva conseguito una laurea in chimica). Questa connessione emergeva nei suoi corsi di Storia delle innovazioni tecnologiche presso l’Università di Urbino e in seguito presso l’Università di Bologna e nei suoi saggi dedicati ai processi industriali. Tra questi ricordiamo Fascismo e nuove tecnologie: l’organizzazione industriale da Giolitti a Mussolini, i suoi lavori sulla viticoltura, sul distretto bresciano dell’industria del tondino. Rispetto all’industria marchigiana un punto di riferimento imprescindibile sono tuttora i suoi studi sull’economia dello zolfo.

Tanti sono stati i suoi contributi alla crescita della coscienza storica. Le sue riflessioni sulla politica museale sono sfociate in importanti e innovative esperienze alle quali ha collaborato: il Museo di storia dell’agricoltura e dell’artigianato di Urbania, il Museo del Carbonaio di Borgo Pace, il Museo dell’Emigrante di San Marino.

Anche il nostro Istituto (allora Istituto pesarese per la storia del Movimento di liberazione) poté giovarsi del suo impegno e del suo ingegno fin dalla metà degli anni ’70 quando nacque come sezione di Pesaro dell’Istituto Regionale. Pedrocco ne seguì magistralmente la direzione scientifica in periodi diversi tra i primi anni ‘80 e la metà degli anni ‘90. A lui si deve il recupero delle carte del Partito fascista repubblicano di Pesaro, conservate da Galmozzi a Crema, ora custodite presso il nostro istituto.

Lo ricorda Stefania Pallunto, presidente del nostro Istituto a metà degli anni ’90.

“Ci siamo conosciuti negli anni ‘80. Sotto la direzione sua e di Paolo Sorcinelli sono nati i “Quaderni” in collaborazione con ANPI, ANPPIA e Sezione di Pesaro dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche. A scriverne ora sembra passato un secolo, ed in realtà era il secolo scorso, un mondo quasi scomparso, con i partigiani nella sede di via Baviera, con i maestri che discutevano di riforma della scuola, con le femministe che parlavano de “la differenza”, con gli storici che ripercorrevano a ritroso periodi ed eventi storici su cui indagare con uno sguardo nuovo.

Giorgio era un animatore formidabile, aveva sempre nuovi progetti da attuare e chiamava a sé giovani studenti a cui affidava compiti e ricerche, docenti con i quali lavorare nelle scuole, compagni di pensiero per dar vita a convegni, giornate di studio alle quali la città era chiamata a partecipare. Era un uomo che aveva il carisma particolare di trascinarti fuori dal tuo guscio per farti lavorare ad un progetto e farti capire che i tuoi “talenti” andavano usati. Anche a me è capitata la stessa sorte quando decise che a scrivere la storia di Sara Levi Nathan per una iniziativa dell’assessorato alla cultura del comune di Pesaro, dovevo essere io.

Nella vita quotidiana era una persona piena di humor, soprattutto quello nero, amava mangiare in compagnia e lui, da bravo genovese, preparava barattoli di “pesto” con cui condire la pasta.”

 

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