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Massimo Volume “Bologna nov. 2008”

di | in: Primo Piano, Recensioni


Etichetta: Mescal / EMI
Brani: Atto definitivo / Il primo Dio / La notte dell’11 ottobre / La città morta / Fuoco fatuo / Per farcela / Esercito di santi / Altri nomi / Sul Viking Express / Qualcosa sulla vita / Ororo



A volte basta poco, basta un nuovo disco dei Massimo Volume targato Mescal e in un attimo torni indietro di almeno due lustri. Ti rigiri incredulo tra le mani il digipack, così nuovo e così antico, non c’è materiale nuovo dentro, ma la registrazione di una data del tour che la band ha tenuto lo scorso autunno-inverno, quella del 7 novembre 2008 all’Estragon di Bologna.
E’ stato un tour a suo modo storico, segnato in ogni tappa da un’emozione palpabile, da una resa dei brani potente e metronomica, da un riappropriarsi schivo ma autoritario di certi palcoscenici che contano. Mimì Clementi, Egle Sommacal e Vittoria Burattini hanno chiuso ufficialmente la propria parabola artistica nel 2000 con la registrazione della colonna sonora del film “Almost Blue”. L’uscita di scena ha evitato loro possibili derive commerciali e cadute di stile, ha consegnato alla storia quattro album indiscutibili (“Stanze”, “Lungo i bordi”, Da qui”, “Club Privè”), e li ha quasi immediatamente resi dei classici di un certo approccio tipicamente nineties; ha anche, però, alimentato la fame dei fans, la fame di risentire certe asperità, certe trame, di sparare nelle casse certo malessere, di soffermare l’attenzione sull’impeto narrativo di Clementi, un impeto fatto di flash e di sfondi rosso vino, grigio fumo, nero tunnel senza uscita. Il tour dello scorso anno ha placato la fame di Massimo Volume, pubblico e band sono stati un tutt’uno tappa dopo tappa e questo cd ne è fedele fotografia. Dentro non c’è niente che sia meno che essenziale, le chitarre schizoidi di Fuoco fatuo o il romanticismo da outsider di Sul Viking Express, il morire di fame di Atto definitivo o la bellezza dell’unico inedito, Esercito di santi, con liriche che racchiudono tutta una poetica («esercito di santi malati di malinconia/vi vedo camminare tra l’abisso e l’abisso ridendo da soli/e fermarvi per dire/solo un cuore spezzato è un cuore puro») e dopo le quali nessuno ti può impedire di scrivere un messaggio a Mimì e di dirgli che per un nuovo disco in studio questo è un tempo buono. Dovresti aggiungere anche una piccola parola: bentornati.






12 Settembre 2009 alle 20:30 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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