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Tartaglia: povera Ita(g)lia

di | in: Primo Piano

Domenica pomeriggio a Milano, sul tardi, uno squilibrato, l’ormai famosissimo Massimo Tartaglia ha colpito al volto, con una statuetta del Duomo, il premier Silvio Berlusconi. Il volto insanguinato del Presidente del Consiglio ha fatto il giro del mondo. L’immagine è stata proposta dalle televisioni, dai giornali, da Internet in tutte le salse e in tutti i contesti. E ogni volta che la guardano, tutte le persone normali e dotate di buon senso, provano repulsione e pietà. Pietà sia per chi ha subito un gesto così devastante ma anche per chi l’ha commesso: poiché un soggetto del genere, malato di mente, solo questo sentimento può suscitare agli occhi di una cittadinanza che si possa definire civile. Quella faccia sarebbe dovuta diventare una sorta di monito, un’occasione per porre fine allo straziante tafferuglio da pollaio che è la nostra politica, per unirsi nella condanna di questa violenza. Invece no. L’Italia corre sul binario dell’irragionevolezza e dell’imbarbarimento.
Querele, attacchi pubblici, aggressioni verbali, dichiarazioni fuori luogo: un bailamme a cui siamo tristemente avvezzi. E i protagonisti sono sempre coloro che rappresentano il popolo italiano. Nonostante ciò molti di loro hanno avuto anche il coraggio di rimanere sorpresi delle risposte giunte dai cittadini.
 
L’indignazione davanti alle opinioni espresse sui social network appare tanto ipocrita quanto inutile. Censurare i siti? Oscurare le discussioni?
Le prime cose che si dovrebbero nascondere agli occhi del mondo sono le reazioni a caldo di tanti politicanti e giornalisti. Ci sono stati commenti diffusi dai media  che nulla hanno da invidiare a quelli da bar o comparsi in rete. Se di questo sono capaci dirigenti politici e personaggi pubblici perché stupirsi di fronte alle idee, seppur deprecabili e assolutamente non condivisibili di tanti Italiani? La classe politica, che lo voglia o meno, è speculare proprio di questa fetta di popolazione. Tanti altri Italiani invece sono molto lontani da tutto ciò e i sentimenti da cui sono animati in questi giorni sono solo: la vergogna per una società che ancora una volta si dimostra lontana dagli standard di civiltà di molte altre nazioni, di pietà per Berlusconi, perché un attacco del genere era consuetudine nell’epoca barbarica,e per lo stesso Tartaglia. Probabilmente questa parte di cittadinanza si trova rappresentata dalle parole di Napolitano. Probabilmente rimarrà inascoltata come il Presidente della Repubblica. L’attenzione è concentrata sempre su chi è più capace di darsi visibilità e si sa, che la moderazione in Italia non fa notizia.




16 Dicembre 2009 alle 0:22 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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