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IL SISTEMA LOGICO DECIMALE

di | in: Cactus, Cronaca e Attualità, Noi che... Quelli che..., Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

di Franco De Anna

2 gen 2010 – Fra venticinque giorni, fra venticinque giorni sono sessantatrè.

Meglio e per la precisione, finirò di vivere il mio sessantatreesimo anno terreno ed inizierò il sessantaquattresimo.

Sei e quattro fanno dieci.

L’anno è il 2010.

I gruppi famigliari dei miei figli più il mio – comprensivo dell’unico genitore rimasto, mia suocera – assommano dieci persone.

Dieci le dita delle mani mie; dieci quelle dei piedi.

Dieci i Comandamenti; dieci le domande di la Repubblica a quello là; dieci le Ave Marie di ogni settore del Rosario…

E’ il dieci il numero che comanda e guida!

Per autodimostrarmi subito di essere ancora  in forma, il primo gennaio ho dormito 5 ore dalle due alle sette del mattino e altre cinque dalle sei e cinquanta  alle 11 e cinquanta di sera : ho voluto così prepararmi ad un viaggio dormendo  preventivamente dieci ore complessive, non un minuto in più, per poi, rinfrescatomi in dieci minuti il volto con acqua tiepida, partire alla mezzanotte del primo dell’anno ovvero alle zero-zero del 2 gennaio  2010 ( attenzione, gennaio ha sette lettere che sommate al numero dei giorni di programmazione del viaggio, venerdì 1 e sabato 2 ,  mostrano un dieci a giusta risultanza).

Una volta avviata la mia macchina su cui sono saliti, temerariamente, anche mia moglie ed i miei due nipotini belgi, ho cercato di dimenticare il numero condizionante ma , accesa la radio, un antico cantautore ha proposto la canzone “dieci ragazze per me” che è stata interrotta dopo dieci secondi dalla notizia che sulla corsia opposta, al km 253 (mioddio, 10!), c’era una fila di dieci kilometri per un incidente in cui erano state coinvolte dieci vetture.

Mantenendo una velocità costante di 127 km/h (dice niente?) con il cruise-control, l’autostrada quasi completamente sgombra, alle sette e tre minuti (dice niente?) sono arrivato in Svizzera, a Bellinzona (dice niente? Dieci lettere!), davanti all’hotel  in cui mi attendeva mio figlio per recuperare i suoi (che hanno trascorso il natale in Italia) e riportarli a Bruxelles.

Tutto è andato bene: il dieci e le combinazioni numeriche che al dieci riportavano avevano guidato il e vegliato sul mio agire.  Ho abbracciato mio figlio e, ovviamente, anche tutti gli altri l’hanno fatto…


Mio figlio non aveva dormito: il pazzo che alloggiava in una delle stanze  accanto alla sua, uscito sul pianerottolo più volte durante la notte, aveva dato calci alle pareti, alle porte, divelto  quadri dai muri , gettati a terra gli estintori, scosso rumorosamente una enorme antica macchina da cucire Singer in esposizione sullo stesso pianerottolo non riuscendo peraltro, per la pesantezza dell’oggetto-scultura, a farla rovinare dalle scale.


Mio figlio, avvertita al telefono –  dopo le prime escandescenze – la donna preposta alla reception,  aveva preso atto come quest’ultima fosse sola  e gli chiedesse di pazientare cortesemente ancora un po’  per vedere come buttava la situazione, eventualmente di riavvertirla.  D’animo gentile ed altruista, sentita la paura nella voce della dipendente, lui non l’aveva più chiamata nonostante il pazzo continuasse ad infuriare.

Sicuramente nello stesso modo dovevano essersi comportati, ammesso ce ne fossero,  gli altri clienti dell’hotel che alloggiavano sullo stesso piano.

Mi ha raccontato, mio figlio, che il folle parlava in italiano come di norma nel Canton Ticino ma sembrava in grado di esternare ripetitivamente, ossessivamente, solo un unico concetto indirizzato a persona o persone a lui (mio figlio) ignote:

“ Vaffanculo!” esclamava l’uomo  ad altissima voce ed ad intervalli regolari alternando il dire al fare distruttivo.

“ Ogni quanto esternava?” ho chiesto a mio figlio.

“ Non lo so con esattezza, papà, ma gli intervalli erano brevi, ogni dieci secondi credo”   mi ha risposto lui e la risposta mi ha convinto.

Ha continuato a raccontare, mio figlio, che, non potendo più resistere in quella specie di dormiveglia a cui il pazzo lo costringeva, alle sei del mattino era sceso nella hall…

“ Erano le sei esatte?” gli ho chiesto.

“ Le sei e quattro minuti, papà, lo so con esattezza perché l’ho scritto nella denuncia che ho prodotto alla direzione dell’hotel chiedendo il rimborso del costo del pernottamento” mi ha risposto lui  e la risposta mi ha convinto (sei e quatto fanno dieci, come già detto).

“ Cosa pensi succederà? “ gli ho chiesto ancora.

“ Non lo so, la receptionist ha detto che mi rimborseranno sicuramente”

“ Quanto hai pagato per la notte?”

“ Cento euro…”

“ Hai pagato con carta?”

“ No, no,  ho dato contanti.  Dieci biglietti da dieci euro…”. Risposta convincente, ho pensato.

“ Bene “ l’ho interrotto “ Dov’è la donna, adesso?”

“ Eccola che arriva!”

Ci si è avvicinata una signora magra, allampanata, né bella né brutta, insignificante, vestita con una divisa nera e verde, un cartellino sul petto con scritto sù “ MAFALDA – Receptionist”. Il nome ed il titolo erano sottolineati, sotto la sottolineatura c’era scritto “ n° 10”. La donna mi è piaciuta.

“ Bongiorno “ le ho detto  indicando mio figlio “ non voglio camere, sono il padre…”

“ Ha sentito cos’è successo, eh!?” ha interloquito  lei “  in una delle camere al piano dove dormiva suo figlio c’è un uomo pazzo! Credo di aver anche individuato chi sia e la camera dove alloggia“

“ Mi stava giusto raccontando, mio figlio “ le ho risposto.

“ Ho già chiamato la polizia, anche perché poco fa  suo figlio ha fatto denuncia scritta e ci sono danni…io ho paura a salire su, al decimo piano…ci andranno loro…” ha detto lei.

“ In quanto tempo arriveranno, i poliziotti ?”

“ Ah, subito, subito” ha confermato la receptionist “ hanno detto in dieci minuti”

 

 Ho sorriso soddisfatto : “ Bravi “

“ Preparo un caffè per voi e pure per me!” ha detto la dipendente mentre ci contava “ i bambini cosa prendono?”

“ Latte “ ha risposto mia moglie che li intratteneva in un angolo della hall.

“ Allora sono quattro caffè e due latti “

“ Sì “ ha confermato mio figlio.

“ Seguitemi al bar, prego” ha detto la donna guidandoci nell’open space proprio accanto alla hall.

Mentre predisponeva le bevande calde, sono arrivate due donne delle pulizie e la receptionist ha aggiunto alla lista delle ordinazioni altri due caffè diventati subito quattro perché si è aperta la porta e sono comparsi due poliziotti vestiti d’azzurro dotati di  grossa pistola e di sfollagente elettrico.

“ Dunque “ ha riepilogato la receptionist da dietro il banco bar , volgendoci le spalle e continuando ad armeggiare con la macchina del caffè “in tutto otto caffè e due latti”

“ Dieci!” ho confermato io, sorridendo soddisfatto.

“ Dieci, sì” ha ribadito lei volgendo un po’ la testa .

Nel mentre  la receptionist ci serviva , è squillato il telefono sia della reception che della derivazione posta sul banco bar: la donna ha guardato il visore dell’apparecchio, poi i poliziotti :

“ Dal decimo piano, potrebbe essere… lui!” ha detto  e ,quindi, alzando il ricevitore “ pronto, reception”.

Chiarissimamente,  tutti noi presenti abbiamo sentito la voce altissima dall’altro capo del filo dire :

“ Portami subito un caffè ristretto ma che sia almeno doppio!”

“ Non serviamo ai piani , signore” ha risposto la receptionist guardando negli occhi i poliziotti e tenendo scostato il microfono dall’orecchio. Così abbiamo sentito distintamente la  voce dell’uomo quasi urlare:

“ Vaffanculo!”. Poi ha sbattuto la cornetta.

“ E’ lui!” ha dichiarato la receptionist.

“ Come può affermarlo?! “ ha chiesto uno dei poliziotti.

“ E’ al piano individuato e ha detto anche ‘vaffanculo’ come ha esclamato per tutta la notte stando a quanto dichiarato dal signore qui presente che ha sporto denuncia alla direzione dell’hotel!”

“ Non basta a provarlo, signora” ha detto l’altro poliziotto, quello che sembrava il capo.

“ Signora“ sono intervenuto  facendo volgere verso me gli sguardi di tutti, bambini compresi “ Da che camera ha telefonato quell’uomo?”

Lei ha guardato lo schermo del telefono :

“ La 1010, la camera 10 del decimo piano”

 “ Come si chiama l’uomo che le ha telefonato?”

“ Un attimo che guardo “ ha risposto lei andando subito a recuperare la scheda alla reception e , tornata:

“ Pietro Faci” ha risposto

 “ Dieci lettere….” ho detto a mezza voce “ …e che data di nascita, signorina?”

“ 19 ottobre 1955”

“ Certo… “ ho sussurrato tra me “ …a che ora è arrivato ieri sera?”

Lei ha guardato di nuovo la scheda :” Alle 22, alle dieci di notte”

“ Voleva la sveglia?”

“ Vediamo..sì…strano, ha chiestoidi essere svegliato stamane alle dieci!”

 Mentre lo diceva , il telefono ha risuonato:

“ E’ di nuovo lui! “ ha sussurrato, quasi potesse essere sentita, la receptionist  “Pronto, reception”

Si è sentita chiara la solita voce dire : “ Allora, mi portate il  caffè o volete un altro vaffanculo?”

“ Un attimo…” ha risposto la receptionist passando la cornetta direttamente al poliziotto capo.

“ Sì?…” ha detto quest’ultimo e, sentita nuovamente la richiesta dell’uomo, ha risposto “ Adesso glielo portiamo signore!”, abbassando poi il ricevitore.

“ E’ lui! “ ho detto rivolto ai poliziotti “ è lui di sicuro!”

“ Come può affermarlo?!” ha risposto il capo.

“ E’ arrivato alle dieci di sera, ha un nome di dieci lettere, è nato il giorno diciannove, nove e uno fanno dieci,  del decimo mese dell’anno che mostra due dieci in sommatoria, voleva la sveglia alle dieci, l’unica parola che grida –vaffanculo- ha dieci lettere, le frasi con cui ha chiesto il caffè sono composte da dieci parole.…E’lui, tutti gli indicatori , tutti, confermano la regola!”

Mi hanno guardato con una faccia strana i due tutori dell’ordine mentre, avviandosi agli ascensori, provvedevano ad aprire la fondina della pistola e ad attivare, impugnandoli,  gli sfollagente:

“ Quale regola?” mi hanno chiesto contemporaneamente tutti e due fermandosi davanti al lift.

Questi svizzeri non sanno niente, capaci solo a far carriera in Vaticano.

“ Quella del Sistema Logico Decimale, no?” ho risposto loro ma erano già entrati nell’ascensore e la porta gli si è chiusa alle spalle.


FDA




5 Gennaio 2010 alle 11:42 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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