Scuola di Dizione, Lettura e Recitazione, intervista al direttore Maurizio Boldrini
di Redazione | in: Intervistea cura di Patrizia Mancini
Dal 1982 il Minimo Teatro è esempio di conoscenza, laboratorio permanente di immaginazione. A fine novembre, presso la sede di borgo Sforzacosta n. 275, inizierà il 28° anno di corso della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione, che puntualmente informa dell’inizio del suo nuovo viaggio conoscitivo con la sobrietà di un manifesto in bianco e nero.
Alcune domande a Maurizio Boldrini, direttore del Minimo.
Qual è il segreto della lunga tradizione della scuola di recitazione?
E’ un po’ come la Gioconda, molti tentativi di copiatura e addirittura di dissacrazione, ma il quadro resiste perché serba i semi dell’arte. Per chi desidera confrontarsi con l’avamposto del linguaggio teatrale diventa necessario, prima o poi, stazionare al Minimo Teatro.
Su chi o cosa è costruita la vostra tradizione?
La forza della scuola è nell’essere costantemente allievi. Abbiamo accolto l’eredità di alcuni maestri, famosi ma taluni anche denigrati, e abbiamo combinato le loro indicazioni con risultati sorprendenti, anche in ambiti extrateatrali.
Le ricerche della scuola di recitazione sono diventate riferimento recentemente anche in un convegno medico di oncologia.
Capita, quando si studia la vita, e specialmente nuove interpretazioni del reale.
Ma come arrivano gli allievi a partire dalla corretta pronuncia ed arrivare ai confini del linguaggio teatrale?
Con una cosa ormai desueta: con lo studio. La nostra non è una “didattica a distanza” è ancora uno stretto rapporto basato sulle emozioni, sulle relazioni. La dedizione degli allievi è fantastica perché vivono e sperimentano direttamente la differenza. Sono condotti passo passo dagli elementi più semplici della dizione, lettura espressiva, ecc., fino a prove più complesse come la concertazione e scrittura vocale o le dinamiche dell’immaginazione, ma che diventano all’atto pratico anch’esse semplici perché naturale sviluppo dello studio iniziale.
Chi frequenta di solito i vostri corsi?
Molto varia la tipologia delle persone: studenti universitari o delle superiori, professionisti, casalinghe, impiegati, medici, avvocati, bimbi, attori, insomma tutti coloro che sono in grado ancora di essere curiosi. La parola meno appariscente nel nostro manifesto è “lettura” ma è la più sostanziale, alla nostra scuola si forniscono indicazioni di lettura in senso molto ampio, lettura non solo delle parole, della poesia, ma anche delle cose, delle persone, delle situazioni, delle relazioni.
Ci si può iscrivere ancora per due settimane presso il Minimo Teatro, borgo Sforzacosta n. 275, Macerata. Telefono 0733 201370.