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Un ragionamento piccolo piccolo, semplice semplice

di | in: Editoriali

Vigna di Emanuela De Siati – © riproduzione riservata

di Franco De Anna

Cari Amici, voglio esternarmi su due argomenti.

Il primo.

Quando studiavo, forse un secolo fa, Il professore di Statistica della mia facoltà, per avvalorare una sua dissertazione importante durante una lezione, fece un esempio: non riesco a ricordare quale fosse la dissertazione ma mi è rimasto indelebile l’esempio. Eccolo.

Se un medesimo comportamento è accreditabile ad una percentuale significativa di abitanti un determinato luogo, tutto il luogo e tutti gli abitanti ne rimangono pregnantemente aggettivati: così, internazionalmente, Napoli è ritenuta la città dei raggiri e degli scippi  ed i napoletani lestofanti e scippatori; Roma,  la città dei furti ed i romani ladri; la Sicilia, la regione dell’antistato ed i siciliani mafiosi. Ciò appare ancor più dimostrato dal fatto che i primi ad esserne consci ed a tutelarsi siano gli stessi abitanti dei luoghi, tutti gli abitanti: infatti, tutti i napoletani, compresi quelli che contribuiscono alla significatività del comportamento aggettivante, evitano acquisti a Forcelle e non circolano con l’orologio buono al polso; tutti i romani, tutti, hanno fatto fiorire l’economia legata alle porte blindate e alle inferriate alle finestre che, ogni decennio che passa, arredano meravigliosamente l’intera città per un piano in più del decennio precedente; ogni siciliano, ogni, sa quando non debba più parlare, restare muto.

E anche qui a Santomartire ho visto confermato l’esempio del mio professore: la madre dei miei nipotini, tutti belgi e là residenti, quando passa le vacanze nella nostra città rammenta prioritariamente ai figli di dimenticare totalmente il comportamento tenuto dagli automobilisti a Bruxelles nei confronti dei pedoni che si accingono ad attraversare la strada sulle strisce:

“ Matteo, Shana ” raccomanda  accoratamente, tenendo loro la testa fra le mani e guardandoli negli occhi “non passate finchè non ci sia più alcuna vettura in arrivo, neppure all’orizzonte! Questi Santomartiresi sono dei pazzi pericolosi, degli incivili! Per un niente non vi hanno ucciso (dice proprio ‘ucciso’) quella volta…”

 

Il secondo.

Da quasi vent’anni, con brevissime soluzioni di continuità, l’Italia è condotta da un governo la cui maggior carica – la presidenza del consiglio – viene ricoperta da un imprenditore proprietario e controllore di un così ampio settore di comunicazione mediatica che, in qualsiasi stato estero, tale situazione sarebbe politicamente insostenibile, la stessa  individuando un eclatante conflitto d’interessi.

Colpiscono alcuni fattori, forse non trascurabili, che hanno perpetrato la longevità di tale governo: in una tornata elettorale, la coalizione politica di Destra, vincente,  ha conquistato nella Regione Sicilia sessantun collegi su sessantuno; nell’ultima elezione, la coalizione politica di Destra, vincente, ha acquisito una maestosa maggioranza sull’opposizione (unica nel panorama storico nazionale) grazie ad una legge elettorale denominata “Porcellum” , elaborata, approvata e così definita dalla stessa citata coalizione al governo anche nella legislatura precedente.

Ancora, colpiscono fatti – fra i moltissimi e disparati di cui è stato accusato  a varie riprese anche dalla magistratura – che afferiscono al citato imprenditore presidente del consiglio. Per dirne alcuni: concorre nella corruzione di un giudice (caso mondadori); è accusato corruttore di testimoni (caso Mills, caso Ruby); è accusato di falso in bilancio; mente e distorce le verità attraverso i media posseduti o controllati; fa approvare la legge chiamata ‘scudo fiscale’ la cui articolazione agevola il rientro di capitali mafiosi; converte sue vicende private in pubbliche investendone il governo ed il parlamento; considera i  reati comuni per i quali viene indagato e chiamato a difendersi alla stregua di reati politici dichiarando, di rimando, l’incompetenza dei tribunali territoriali che lo chiamano a deporre; crea leggi ad personam; sparla continuativamente dei giudici e dichiara che vanno puniti ma solo per problematiche che lo investono personalmente; attiva una compravendita di esponenti parlamentari; appare ricattabile; evita la convocazione del Copasir; interviene direttamente sulla Polizia mentendo  sull’identità di una minore in stato di fermo per accelerarne il rilascio; assegna cariche politiche importanti a personaggi  di  moralità quantomeno dubbia;  partecipa ad  orge anche con minorenni  e si affida a noti terzi per organizzarle nella propria abitazione;  pone la nazione in una situazione incresciosa verso l’opinione pubblica internazionale; immobilizza l’intervento politico fattivo per risolvere le negatività dell’agire personale; pur bestemmiando in pubblico, mantiene rapporti  col Vaticano in contrasto con le concettualità di uno stato laico (le uniche ultime assunzioni nella scuola pubblica, i cui tagli hanno provocato enormi proteste in campo nazionale,   riguardano 20.000-ventimila insegnanti della materia facoltativa ‘religione cattolica’…).

Questi fattori e questi fatti hanno in questi giorni hanno portato l’Opposizione di governo a sollecitare il (cosidetto) ‘premier’ a dimettersi e, contestualmente,  la Maggioranza a far quadrato per difenderlo (difendersi).

Ma, nonostante quanto sembri insindacabilmente chiaro, con altrettanta evidenza si nota come –  al di fuori delle maggioranze parlamentari derivanti dal ‘porcellum’ – gli italiani siano sostanzialmente divisi a metà nell’essere  pro o contro il presidente del consiglio ed il suo governo.


Bene, cari Amici, superando con enorme sforzo il mio sentire di parte,  propongo ora di elaborare assieme un ragionamento piccolo piccolo,  semplice semplice. Un ragionamento comparativo con quanto espresso sopra.

Non v’è dubbio che, nel luogo Italia,  il cinquantapercento della popolazione  con medesimi  sentire e comportamento  (sia a favore che contro l’attuale presidente del consiglio e il suo governo) rappresenti una percentuale significativa per aggettivare pregnantemente tutti gli italiani e  la stessa Nazione.

Sia che abbiano ragione i denigratori del presidente e del suo governo, sia che possano prevalerne i sostenitori  arrivando a dimostrare come tutte le contestazioni siano infondate e rappresentino una persecuzione politica, il giudizio sugli italiani e sull’Italia risulta esattamente sempre uguale.  

Perché, nel primo caso, altissima è la percentuale di italiani che si compenetrano con un capo di governo ed un governo veramente inetti, esposti da anni al ludibrio giornaliero di tutte le democrazie estere.

Perché, nel secondo caso, altissima è la percentuale di italiani che si compenetrano con  una presidenza del consiglio ed un governo veramente integerrimi ma composti da politici così poco accorti da essersi lasciati invischiare in una situazione irreversibile che comporta il ludibrio di tutte le democrazie di cui sopra (dove una sola delle citate contestazioni mosse dalla magistratura comporterebbe le immediate dimissioni dei presunti responsabili  per mettersi , gli stessi, a disposizione della giustizia).

Quale, dunque, il giudizio univoco sugli italiani e sull’Italia?

Furbi nel paese degli arrangiatori? Svelti nel paese delle tre carte? Cinici nel paese del Macchiavelli ? Insipienti nel paese della fuga dei cervelli? Puttanieri nel paese delle escort? Amorali nel paese del vero dio? Comunicandi incofessi nel paese dei confessori? Imperdonabili nel paese dei pentiti-perdonati?

No, niente di tutto questo. Sono sicuro che il giudizio corrisponda con quello che mi evidenziano più amici italiani ed indigeni stanziali all’estero.

Coglioni, siamo tutti dei coglioni. L’Italia è un paese di coglioni.

F D A – 21 gennaio 2011


P.S. : Si sente dire che andremo ad elezioni anticipate. Si sente dire che i partiti cercheranno voti fra i cittadini che abitualmente si astengono dal votare. Si sente dire che questi ultimi rappresentano una percentuale non secondaria fra coloro che hanno diritto al voto. Ritengo che – ma è solo un mio pensiero –   se nel giudizio sugli italiani e sull’Italia si dovesse tener conto anche di costoro, sicuramente le aggettivazioni di cui sopra risulterebbero ancor più accreditabili.




22 Gennaio 2011 alle 2:20 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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