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Korea Film Fest: una domenica di grande cinema con Bong Joon-ho, Park Chan-ok e Lee Jae-han

di | in: Cultura e Spettacoli

“Paju” (2009) di Park Chan-ok

FIRENZE – Al cinema Odeon la terza giornata del Florence Korea Film Fest prosegue con l’omaggio a Bong Joon-ho.


Domani, domenica 27 marzo, per la terza giornata del Florence Korea Film Fest si terrà l’anteprima nazionale “71-Into the fire” di Lee Jae-han (2010), basato sulla vicenda reale di 71 studenti mandati a morire contro l’esercito nord-coreano, soldati improvvisati e immolati eroicamente per la patria. Il film (ore 22.50) prende il via dal ritrovamento di una lettera (realmente) scovata nella giubba di uno dei 71 giovani studenti-soldati, indirizzata a sua madre: una riflessione intima sulle ragioni della guerra.


La terza giornata del Festival parte alle ore 15.00 con il corto “Graveside” di Ji Tae-kyoung che racconta la drammatica vicenda di una madre che assiste all’esecuzione del serial killer della sua bambina.

Alle 15.20 “She came from” di Kim Sung-ho (2010). Tre storie apparentemente lontane che, a poco a poco, iniziano ad intrecciarsi l’una con l’altra, e forse non solo per caso. Un film sulla riflessione psicologica sulle dinamiche dell’abbandono e sulle implicazioni che la perdita provoca in chi la infligge e in chi la subisce.


Ore 17.30 “Paju” di Park Chan-ok (2009), una delle registe emergenti più interessanti del panorama coreano. Il film, presentato al Festival di Tribeca 2010 e all’International Rotterdam Film Festival 2010, racconta la storia di una 15enne, Eun-mo, che si innamora del suo insegnante. L’uomo sposa la sorella di Eun-mo, ma quando questa morirà a causa di una fuga di gas, Eun-mo si ritrova a vivere con l’uomo finchè, incapace di dominare i propri sentimenti, dopo qualche anno di tormenti decide di scappare in India.


In prima serata, alle 20.15, “Memories of murder” di Bong Joon-ho (2003) uno dei maggiori incassi coreani degli ultimi anni. Ispirato ad un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella Corea degli anni ottanta, il film racconta dei misteriosi omicidi che sconvolgono un villaggio di campagna. I due detective che vengono chiamati a investigare su questi crimini usano sistemi d’indagine molto diversi tra loro. Mentre le vittime del serial killer continuano ad aumentare, i due entrano in conflitto tra loro. Il mistero alla fine resta insoluto perché il colpevole non verrà mai scoperto. Nel film è evidente la volontà del regista di servirsi di questa storia per raccontare i risvolti quotidiani del pesante clima socio-politico vissuto dalla Corea al tempo della dittatura di Park Chung-hee, ben rappresentato nelle numerose sequenze di violenza.




26 Marzo 2011 alle 16:43 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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