Messa in sicurezza del Paese Alto, entro giugno la fine dei lavori
di Redazione | in: Cronaca e AttualitàTutti i dettagli di questo intervento sono stati illustrati mercoledì 4 maggio nel corso di un incontro pubblico che si è svolto presso la scuola elementare “Marchegiani” in via Peppino Impastato, al Paese Alto, con la partecipazione di alcune decine di cittadini e membri del comitato di quartiere. Presenti anche il sindaco Gaspari, l’assessore all’Ambiente Canducci, l’arch. Giuseppe Guerrieri, progettista e direttore dei lavori, l’ing. Enrico Offidani del settore “Progettazione opere pubbliche” del Comune, responsabile del procedimento. Il termine della metà di giugno dovrebbe essere quello definitivo, salvo condizioni di maltempo o altri imprevisti.
Nel corso della serata, in particolare, è stato spiegato che i lavori si svolgono sotto la sorveglianza delle Sovrintendenze dei Beni Archeologici e dei Beni Culturali di Ancona. La prima per analizzare di volta in volta tutti i reperti emersi , porzioni di anfore romane in piazza Sacconi e un pezzo di muro di cinta di quello che doveva essere il “Castello di San Benedetto” all’incrocio tra la via Voltattorni e la via Case Nuove. La seconda per lo studio del disegno architettonico e dei materiali impiegati nel rifacimento della pavimentazione.
I lavori in corso al Paese Alto erano attesi da sempre, e finalmente sono partiti. Un secondo finanziamento, di 500 mila euro, è già stato assegnato al Comune di San Benedetto, ma non ancora erogato dal ministero delle Politiche ambientali. L’Amministrazione comunale ritiene tuttavia che questi fondi dovrebbero arrivare, dal momento che la zona del Paese Alto è stata classificata “a rischio idrogeologico”, motivo per cui al completamento di ogni stralcio potrebbe essere erogato un ulteriore finanziamento, fino a copertura dei sei milioni di euro originariamente richiesti per un intervento “risolutivo” dei problemi di dissesto idrogeologico determinati dal crollo delle cavità sotterranee, in parte imputabile alle infiltrazioni d’acqua anche derivanti dal cattivo funzionamento delle condutture fognarie e dalla presenza di scarichi non correttamente allacciati alla fogna nera, ovvero quegli interventi realizzati in piazza Sacconi e nelle vie citate, bonificando letteralmente la zona.