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Zadie Smith a Firenze: “Non c’è altro che ozio nella mia vita”

di | in: Interviste

Zadie Smith. E’ nata a Londra nel 1975.

FIRENZE – E’ Zadie Smith la grande protagonista del Premio Gregor von Rezzori – Festival degli Scrittori. Ieri nella splendida cornice della Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi la scrittrice inglese ha tenuto una suggestiva lectio magistralis dal titolo “Perché scrivere?” in cui si è interrogata sul ruolo dello scrittore nella società di oggi e ha cercato delle risposte ricorrendo agli esempi di grandi della letteratura di ogni epoca come Orazio, Alexander Pope, Vladimir Nabokov, George Orwell. Oggi, nella dimensione più informale delle Murate, la Smith ha risposto alle domande di Livia Manera, ha abbandonato l’abito serioso e ha intrattenuto la platea con l’ acume, la cultura e anche l’ironia a cui sono avvezzi gli habitué dei suoi scritti.


L’autrice di “Denti bianchi” ha a lungo parlato del successo di quel libro che, nel 2000, la rivelò come una delle giovani scrittrici più interessanti degli ultimi lustri. «Scrivere un libro di così grande successo a ventiquattro anni distorce tutto. Dopo quel tipo di successo tutto cambia nella vita di una persona, dai rapporti con gli amici a quelli con la famiglia.»
Con modestia ha aggiunto: «Forse “Denti bianchi” ha avuto un successo un po’ esagerato, forse anche un po’ immeritato. Sì, mi piace, mi piace ancora, ma io voglio fare meglio.»
Dopo “Denti bianchi”, Zadie Smith ha pubblicato altri due romanzi, “L’uomo autografo” e “Della bellezza”, tutti pubblicati in Italia da Mondadori. Ma come lavora una scrittrice di successo? E’ piegata sulla tastiera del computer a getto continuo o ricorre alla pratica dell’ozio? «Non c’è altro che ozio nella mia vita», spiega sorridendo, «è vero che nel momento in cui scrivo sono presa da una concentrazione incredibile, che non mi permette di fare altro, ma è vero anche che sto settimane, mesi, anni senza scrivere. Se un’amica mi chiama per andare a bere qualcosa, io salto dalla sedia e andare a bere quel drink diventa subito il mio primissimo impegno. Devo dire che per me scrivere è molto faticoso, tutto il contrario della lettura. Davvero non capisco e addirittura mi irrito con chi dice che leggere è un lavoro. Leggere è una cosa che io non smetterei mai di fare. La lettura mi provoca un grande piacere e rientra nella mia pratica dell’ozio perché l’ho sempre trovata molto rilassante.»
E la lettrice Zadie Smith cosa cerca negli scrittori che legge? «Come lettrice essenzialmente cerco sempre di trovare uno scrittore che non stia mentendo su qualcosa, ma uno che sta dicendo la verità, la verità su stesso, sulla società, sul mondo. D’altra parte è la stessa cosa che cerco di fare io quando scrivo.»
Su internet e sui presunti cambiamenti portati nella vita degli scrittori dai social network, infine, è stata categorica: «Non c’è stata nessuna trasformazione. Io sto aspettando che arrivi il grande romanzo che racconti le giornate di oggi. Lo aspetto ma non è ancora arrivato, magari qualcuno da qualche parte ci sta lavorando ma io non l’ho ancora letto. E’ difficile mettere in prosa queste ora che passiamo davanti al computer, davanti ad uno schermo… Il modo in cui la tecnologia ha cambiato la vita di uno scrittore forse è da rintracciare nel modo con cui la rete ti assale con i suoi giudizi e i suoi commenti. Anche non andandosele a cercare su Google, ogni scrittore non può non scontrarsi oggi con la massa enorme di messaggi e commenti che gli arrivano da ogni parte. Credo sia molto difficile scrivere se contemporaneamente sei bombardato da gente che su internet dice che scrivi da cane.»





16 Giugno 2011 alle 23:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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