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dalla Regione Marche

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un momento dell’incontro

TAGLI ALLA SCUOLA: LA DENUNCIA DELLA REGIONE E DEI SINDACATI

Luchetti: “Situazione difficile che può condizionare il buon avvio dell’anno scolastico”.


Oltre 3000 firme raccolte solo nel territorio del Comune di Ancona, un migliaio nella provincia e numerose altre che si stanno raccogliendo in tutta la regione, da parte dei genitori di alunni che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, per denunciare i tanti disagi e difficoltà all’interno delle classi dovuti ai tagli al personale docente e Ata imposti dal Ministero.

Alcuni rappresentanti di questi genitori hanno consegnato questa mattina in Regione le firme all’assessore regionale all’Istruzione, Marco Luchetti. Al loro fianco, in questo appello alle istituzioni, sono i sindacati della scuola CGIL-CISL-UIL e SNALS (presenti i segretari regionali FLC CGIL, Manuela Carloni; CISL Scuola, Francesca Conti; UIL Scuola, Claudia Mazzucchelli; SNALS Confsal, Paola Martano), che chiedono a Luchetti di farsi portavoce presso il ministro Gelmini della grave situazione in cui si troveranno molti istituti scolastici marchigiani il prossimo mese di settembre, quando riapriranno dopo le vacanze estive.

“Ci facciamo carico – ha detto Luchetti – della preoccupazione dei genitori e delle organizzazioni sindacali, per questo oggi ci troviamo qui insieme, per dare voce a questa alleanza creata sul territorio per cercare di contenere la portata dei tagli”.

L’organico scolastico regionale ha subito pesantemente la scure del Governo nazionale in questi ultimi anni. “Noi marchigiani – ha ribadito Luchetti – abbiamo una scuola sana e i rischi che potrebbero generarsi di fronte agli ulteriori tagli previsti non sarebbero più sopportabili”.

I rischi sono: classi in soprannumero (si parla di situazioni particolarmente complicate con trenta alunni, tra cui uno o più diversamente abili, quando il rapporto dovrebbe essere di 20 a 1); riduzione del tempo-scuola (alcune scuole dell’infanzia hanno riferito di non poter garantire l’orario pomeridiano); mancato rispetto delle norme minime di sicurezza all’interno dei plessi scolastici.

“Abbiamo già chiesto – ha continuato Luchetti – un incontro con il ministro Gelmini e scritto una lettera ai parlamentari marchigiani affinché si facciano interpreti di questo disagio e si adoperino affinché siano assegnati almeno 100 posti in più nell’organico totale regionale. L’augurio è che questo appello sia raccolto e si possa giungere a una soluzione che non rischi di condizionare negativamente, come è paventato da più parti, il normale e corretta avvio dell’anno scolastico”.


Disservizi ferroviari nelle Marche, riunito il Comitato tecnico Regione e Trenitalia

Viventi: “Interverremo sui vertici nazionali per garantire gli utenti”

La Regione Marche interverrà sui vertici nazionali di Trenitalia per garantire all’utenza il rimborso dovuto a seguito dei disservizi ferroviari dello scorse settimane. Nel stesso tempo, la Regione provvederà a contabilizzare subito i corrispettivi dovuti all’azienda, dai quali verranno detratte immediatamente le minori percorrenze effettuate, anticipando il monitoraggio annuale della qualità erogata per l’applicazione delle sanzioni. È quanto emerso dalla riunione odierna del “Comitato di gestione del contratto di servizio ferroviario”, composto dai tecnici della Regione e di Trenitalia. L’incontro è servito per analizzare i gravi disservizi nelle linee ferroviarie marchigiane, a partire da metà giugno scorso e fino al 3 luglio. Disagi dovuti al malfunzionamento del nuovo sistema  informatico di turnazione del personale e, secondo l’azienda, “a livelli anomali di assenza per malattia del personale di bordo”. La Regione ha segnalato di non essere stata preventivamnete informata sull’introduzione del nuovo sistema di gestione e che, comunque, i gravi disagi recati all’utenza richiedono un immediato “ristoro” attraverso l’emissione di un abbonamento totalmente o parzialmente gratuito. L’azienda, al termine dell’incontro, non si è resa disponibile a procedere con i risarcimenti e la Regione coinvolgerà direttamente i vertici nazionali di Trenitalia. L’azienda, invece, ha convenuto sulla riduzione dei corrispettivi per la minore percorrenza. “La vicenda della soppressione di numerose corse locali è stata costantemente seguita dalla Regione – afferma l’assessore ai Trasporti, Luigi Viventi – Consideriamo la questione ancora non chiusa, almeno fino al riconoscimento dei rimborsi. Investiremo del problema direttamente i massimi vertici aziendali, perché non siano gli utenti i soli a pagare per i disservizi creati da Trenitalia. Non basta la decurtazione per le corse non effettuare, quindi la penale che subirà Trenitalia, ma vanno risarciti anche i pendolari. Ribadiremo, poi, che con la revisione del contratto (prevista per il 31 dicembre 2011) riesamineremo tutte le clausole relative alla qualità dei servizi, in particolare quelle per la pulizia dei convogli”.

Rigassificatore: sottoscritto questa mattina l’accordo tra Regione e gruppo Api

Sottoscritto questa mattina a Palazzo Raffaello l’accordo tra Regione e gruppo Api quale presupposto per l’intesa nel procedimento di autorizzazione relativo al terminale off-shore di rigassificazione Gnl di Falconara Marittima. La firma fa seguito alla risoluzione approvata mercoledì scorso in Consiglio regionale con cui, valutata positivamente l’ipotesi di accordo Regione-Api, si dà mandato alla Giunta regionale di autorizzare il presidente della Giunta a sottoscrivere l’accordo stesso ed esprimere conseguentemente l’intesa prevista dall’art.8 della legge 340/2000 nel procedimento di autorizzazione del terminale di rigassificazione Gnl Api di Falconara Marittima. Il rispetto rigoroso dell’accordo costituisce condizione imprescindibile per il rilascio dell’intesa da parte della Regione al fine dell’autorizzazione ministeriale.


Lavori pubblici, la Regione Marche aggiorna il prezzario ufficiale

Canzian: “Più sicurezza nei cantieri, giusta remunerazione degli interventi”

La Regione Marche ha aggiornato al giugno 2011 il Prezzario ufficiale dei lavori pubblici. Il listino rappresenta il riferimento generale di base nell’esecuzione delle opere pubbliche sul territorio regionale. Tra i suoi obiettivi figura la salvaguardia della salute e della sicurezza nei cantieri, indicando i costi necessari da prevedere in sede di appalto. Rispetto al passato, la novità sostanziale del 2011 è rappresentata dall’inclusione degli oneri per la sicurezza nelle spese generali. La sicurezza non viene più contabilizzata autonomamente, ma va ricompresa come valore percentuale da riportare obbligatoriamente nelle spese sostenute dall’appaltatore. “L’aggiornamento del Prezzario – afferma l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Antonio Canzian – si è rivelato particolarmente complesso per il protrarsi della crisi economica. A livello locale gli effetti negativi si sono manifestati sfalsati nel tempo: la crisi del mercato edilizio sembra quasi più forte nei primi mesi del 2010 rispetto al 2009, quando il mercato poteva ancora beneficiare dei lavori pubblici avviati negli anni precedenti. Il settore edilizio, in particolare, mostra oscillazioni del prezzo di alcune materi prime fondamentali (come i metalli e, tra questi, il rame) e aumenti del costo della mano d’opera e dei noli dei mezzi meccanici, connessi al rinnovo dei contratti di lavoro e del prezzo del gasolio. Un andamento complessivo che ha reso impegnativa la revisione del Prezzario, senza per questo abbassare la guardia sul fronte della sicurezza e dei necessari oneri da prevedere obbligatoriamente”. L’aggiornamento è stato condotto dall’apposita Commissione tecnica costituita dalla Regione. Le analisi dei nuovi prezzi hanno valutato le incidenze dei costi, delle spese generali, degli utili d’impresa. Nei prossimi giorni il Prezzario 2011 verrà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Marche e sarà consultabile anche sul sito istituzionale.


Congresso eucaristico nazionale, riunita ad Ancona la Commissione generale d’indirizzo

commissione

L’area Fincantieri disponibile anche per la Santa Messa di domenica 4 settembre“I frutti che l’evento porta con se arricchiranno e faranno crescere anche la comunità marchigiana che lo ospita”. Con questo auspicio di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei (Conferenza episcopale italiana), si è conclusa la riunione odierna della Commissione generale d’indirizzo del XXV Congresso eucaristico nazionale, in programma nella Metropolia di Ancona dal 3 all’11 settembre prossimi. L’incontro è stato presieduto dal presidente della Regione e commissario delegato, Gian Mario Spacca, con la partecipazione dei rappresentanti dei vari enti componenti il Comitato. Spacca ha sottolineato l’importanza della riunione, che arriva ormai “alla vigilia” del grande evento di settembre. Una riunione, ha ricordato Spacca, preceduta da un’intensa serie di incontri operativi dei gruppi tematici organizzati per la migliore riuscita del Congresso eucaristico nazionale. Il presidente ha poi ricordato il forte e convinto impegno della Regione nell’organizzazione complessiva dell’evento e delle singole iniziative, come la mostra “Alla mensa del Signore”. La seduta odierna (che segue quella di Roma dello scorso 6 aprile) è servita per relazionare sullo stato di attuazione degli interventi in programma. Spacca ha illustrato quelli predisposti con i fondi dello Stato e della Regione Marche. Mons. Crociata ha ripercorso quelli a carico dell’organizzazione del Congresso eucaristico (Cen), Flavio Siniscalchi (dipartimento nazionale Protezione Civile) quelli seguiti dal Dipartimento nazionale. Il vice presidente Giancarlo Sagramola ha ripercorso gli impegni della Provincia di Ancona, mentre gli assessori Paolo Pasquini e Andrea Nobili le iniziative curate dal Comune di Ancona (in particolare gli aspetti logistici e turistici). La Commissione ha preso atto della nomina del cardinale Giovanni Battista Re (prefetto emerito della Congregazione dei vescovi e presidente emerito della Pontifica commissione per l’America Latina) a Legato pontificio del XXV Congresso eucaristico nazionale. Successivamente l’arcivescovo di Ancona Osimo, mons. Edoardo Menichelli, ha svolto alcune comunicazioni sul programma definitivo. “Un’organizzazione complessa”, l’ha indicata, che vedrà alcuni momenti significativi, specie per la viabilità del capoluogo: l’apertura del Congresso (sabato 3 settembre), con l’accoglienza del Legato Pontificio; la processione eucaristica che si snoderà per il centro di Ancona, giovedì 8 settembre; l’incontro di testimonianza, in diretta televisiva, presso l’area portuale di Ancona (sono attese 25 mila persone) di sabato 10 settembre; la Santa Messa con Benedetto XVI di domenica 11 settembre. Tra gli aspetti organizzativi da segnalare, è stata evidenziata la disponibilità della Fincantieri (presente con l’ing. Giovanni Stecconi) a consentire l’utilizzo delle proprie aree portuali anche per la celebrazione della Santa Messa di domenica 4 settembre e per le altre manifestazioni in programma. La Commissione ha poi preso atto delle problematiche riguardanti l’ordine e la sicurezza pubblica (relazionate da Francesca Montesi della prefettura di Ancona) e delle iniziative per favorire la comunicazione sul Congresso eucaristico curate dalla Cen, dalla Regione Marche e dal Comune di Ancona. Mons. Crociata ha elogiato “la grande cordialità e il grande impegno mostrato da tutti, che ha permesso di lavorare coralmente e proficuamente per la riuscita del XXV Congresso eucaristico nazionale”.


Il peso della Cultura sull’economia nazionale.

La ricerca di Symbola e Unioncamere, presentata oggi al Fortino Napoleonico di Portonovo: la Cultura dà da mangiare 

LE MARCHE AL SECONDO POSTO INSIEME AL VENETO NELLA CLASSIFICA PER INCIDENZA DEL VALORE AGGIUNTO DELLA CULTURA (6%) SULL’ ECONOMIA REGIONALE. PESARO-URBINO E MACERATA NELLA TOP TEN DELLE PROVINCE

Le Marche, con un ottimo 6%,  stanno in testa alla classifica delle Regioni per incidenza del valore aggiunto della cultura sul totale dell’economia regionale. Seconde con il Veneto, appena  dopo il Lazio (6,1%). E mentre per il Lazio sono le industrie culturali a fare la parte del leone, nel caso di Marche e Veneto sono le attività più tipiche del made in Italy (industrie creative) a fornire un contributo fondamentale. E’ quanto emerge dallo studio condotto da Symbola nella pubblicazione ‘L’Italia che verrà – Industria culturale, made in Italy e territori”, illustrato oggi al Fortino Napoleonico di Portonovo, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura Pietro Marcolini, del segretario generale di Symbola Fabio Renzi e di Cristiana Colli dell’Ufficio Ricerche. Realizzato insieme ad Unioncamere e con l’apporto scientifico dell’Istituto Tagliacarne, è il primo rapporto in Italia a quantificare il peso della cultura sull’economia nazionale, dal quale si evidenzia con forza che l’industria culturale rappresenta il 5% della ricchezza prodotta (4,9%, per l’esattezza: 68 mld di euro) e dà lavoro a un milione e mezzo di persone (il 5,7% dell’occupazione nazionale). Superiore, ad esempio, al settore della meccanica e dei mezzi di trasporto. Una risposta efficace dunque a chi sostiene che la “cultura non dà da mangiare.” “Quello delle Marche è un risultato molto confortante – ha evidenziato l’assessore Pietro Marcolini – che non solo invita a proseguire, ma convalida il percorso virtuoso avviato in questa legislatura sulla Cultura, secondo la metodologia di una moderna spending rewiew per far fronte non solo a situazioni di stress dei conti pubblici, ma soprattutto per comprendere quale sia l’effettivo ruolo e peso di un’attività economica, quale quella intitolabile alla Cultura, che attraversa svariate branche di attività della consueta nomenclatura statistica. Con l’assestamento del bilancio 2010 e l’approvazione del bilancio 2011 la Regione Marche ha già avviato questa impostazione, da seguire sistematicamente ogni anno, superando un approccio prevalentemente incrementale nelle decisioni dell’allocazione delle risorse con un riesame sistematico di tutte le voci di spesa. In materia di politica culturale abbiamo investito risorse per valorizzare i contenitori culturali nei centri storici, per trasformare musei e biblioteche in centri di aggregazione, per sostenere le sale cinematografiche minori e dei centri urbani, per rilanciare un concetto nuovo di cultura come leva dello sviluppo, sicuramente per la sua ricaduta turistica, ma anche per una idea di sviluppo in cui la conoscenza applicata innerva persino il manifatturiero. Dai dati di questa ricerca, dunque, ci accorgiamo non solo che la Cultura è soft economy,ma soprattutto che questa non è più qualcosa di marginale, perché è evidente come la crescita sia costante negli anni e quanto incida in maniera determinante sullo sviluppo del Paese. Siamo convinti – ha concluso l’assessore – che la Cultura, oltre ad essere la più bella e sana industria del Paese, riassuma la sostanza di un’economia della qualità, in grado di coniugare competitività e valorizzazione del capitale umano, crescita economica e rispetto dell’ambiente e dei diritti umani, produttività e coesione sociale”. Non solo a livello regionale le Marche emergono molto positivamente da questo studio, ma anche come capoluoghi, ben due, infatti, stanno nei primi dieci. Pesaro e Urbino contano sul valore aggiunto della cultura per un 7,5%, molto vicino ad Arezzo (prima città con l’8.5%), quarta dietro Pordenone e Vicenza e davanti a città come Pisa, Treviso, Milano, Roma, Firenze. Poi Macerata in questa top ten, al decimo posto, con il 6.7% dove la media italiana è del 4,9%. “E’ significativo che dietro il Lazio – con Roma e i suoi straordinari patrimoni archeologici, storici, culturali, sede di attività teatrali e musicali di livello internazionale e di aziende come la Rai – si piazzino seconde a pari merito le Marche e il Veneto tra le Regioni che vedono una maggior incidenza della cultura sulla loro economia. Un dato confermato dall’ottimo piazzamento di Pesaro-Urbino e di Macerata nell’analoga classifica delle Province. Frutto in particolare del contributo di quelle industrie creative alle quali ricorrono sempre più imprese e settori produttivi – sottolinea Fabio Renzi, Segretario Generale di Symbola – soprattutto del nostro made in italy. Si spiega così che i territori dei distretti manifatturieri siano quelli dove maggiore è il valore aggiunto della cultura sull’economia. La ricerca conferma quindi come la cultura richieda maggiori attenzioni e investimenti proprio per il contributo che già oggi assicura all’ economia nazionale e dei territori”. Il cuore della ricerca sta nel non limitare il campo d’osservazione ai settori tradizionali della cultura e dei beni storico-artistici, ma andare a guardare quanto contano cultura e creatività nel complesso delle attività economiche italiane, nei centri di ricerca delle grandi industrie come nelle botteghe artigiane o negli studi professionali. Il rapporto Unioncamere e Symbola è quindi un viaggio tra cultura, creatività, ingegno e saper fare, dove si osservano ottime performances per alcuni settori come il made in Italy, mass-media e performing arts. Crescono le industrie creative (architettura, design, Made in Italy, comunicazione e branding), con un +2,9% di valore aggiunto e un +1% di occupazione. Risultati analoghi per le industrie culturali (mass-media, musica, videogiochi) con un +2,5% di valore aggiunto e uno +0,7% di occupazione. Notevole l’espansione delle perfoming arts e delle arti visive, che nel triennio fanno registrare +9,3% di valore aggiunto e +4,3% di occupazione. Segno meno, invece, per le imprese legate al patrimonio storico-artistico: -8,7% in valore aggiunto e -0,6% di occupati.




11 Luglio 2011 alle 17:10 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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