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Eugenio Finardi, la rocksophia a Popsophia

di | in: Primo Piano

Popsophia

Il cantautore milanese: “Mi fermo a Civitanova fino a lunedì”


CIVITANOVA MARCHE, 2012-08-05 – In circa tremila ieri sera si sono mossi per ascoltare musica e parole di uno dei più grandi cantautori italiani dei nostri tempi. Bluesman, rocker, attivista della musica di protesta, Eugenio Finardi ieri è approdato a Popsophia raccogliendo gli applausi e i consensi di un pubblico che è sconfinato ben oltre gli spazi di Lido Cluana e si è riversato in strada. Due i mega schermi istallati per consentire la visione dello spettacolo al vasto pubblico accorso.

Il padrone di casa, Evio Hermas Ercoli, per l’occasione ha ceduto il microfono alla responsabile culturale del Tg1 Maria Rosaria Gianni, che ha accompagnato lo svolgimento della serata dialogando con l’artista milanese. Tanti i temi toccati da colui che più che fare popsophia musicata fa rocksophia, ci tiene a specificare.

Finardi racconta la sua storia personale, dall’amore per la musica di protesta capace di creare inni utili alla lotta per i diritti sociali, alla capacità dell’uomo di pensare in parole. Dalla sua problematica paternità di una bambina affetta da sindrome di down, al rapporto con le donne e con una nazionalità duplice, italiana e statunitense, oneri e onori dell’avere, in Italia negli anni caldi del ’68, una genesi a stelle e strisce.

A lungo si è poi soffermato sulla capacità della musica e della canzone pop di narrare le intime vicende personali in una maniera tale che nessun altra forma di riflessione possa fare.

Stimolato sulle questioni filosofiche Finardi cede al commento liberatorio “Mai come oggi si avrebbe bisogno del personal philosopher, colui che è in grado di leggere la realtà e di dare delle risposte”.

Poi la musica, “l’arte più vicina all’assoluto”. Dai suoi cavalli di battaglia, “Nuovo umanesimo”, “Uno di noi”, “Le ragazze di Osaka”, “La radio”, “Extraterrestre”, “Non è nel cuore” ai classici del cantautorato italiano, “I giardini di marzo” di Battisti, e statunitense, “Summertime” con la quale esordì a 11 anni davanti al pubblico di un concorso canoro di San Remo.

“Il messaggio filosofico di questa sera è quello di cercare di essere sempre il meglio che ti riesce, ma solo poi per darti agli altri!”

E la musica tocca davvero il pubblico nel profondo, proprio come Finardi aveva detto precedentemente, e sulle note di “Extraterrestre” e poi “La radio”, gentilmente richieste in chiusura da Ercoli, il pubblico schizza in piedi, canta all’unisono e applaude quello che definire solo un rocker, solo un cantautore o solo un cantante di protesta è riduttivo. Il tutto sì, è decisamente di più della somma delle sue parti.

Il cantautore poi stupisce tutti e confessa: “Mi fermo a Civitanova fino a lunedì”.
Questa sera per la serata di chiusura con Musicultura, Popsophia ha un spettatore un po’ speciale tra le poltroncine di Piazza XX Settembre, e chissà che non regali ancora qualcosa al pubblico di Civitanova.




5 Agosto 2012 alle 19:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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