Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 10:33 di Sab 18 Mag 2024

dall’Amat

di | in: Cultura e Spettacoli

Comune di Pesaro | AMAT

con il contributo di Regione Marche | Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Pesaro

Teatro Rossini

stagione 2012/2013


Sette titoli per ventuno serate di spettacolo compongono il ricco cartellone della stagione 2012/2013 del Teatro Rossini di Pesaro, un affascinante viaggio nello spettacolo dal vivo affidato a scritture teatrali più o meno contemporanee, registri comici e drammatici, storie struggenti ed emozionanti interpretate da maestri e signore della scena.

Nata dalla consolidata collaborazione tra Comune di Pesaro e AMAT e realizzata con il contributo di Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la stagione si apre il 19 ottobre (con repliche fino al 21) con Alessio Boni, esponente di spicco della nuova scuola teatrale e cinematografica italiana e l’astro nascente Marcello Prayer che reinterpretano in Canto degli esclusi i versi dell’ultima poetessa italiana del Novecento: Alda Merini. La scrittrice è stata una delle voci più potenti e prolifiche della poesia contemporanea, un’artista universale in grado di fondere la vita e l’arte in un lavoro indimenticabile, capace di evocare, con la sua lirica, il silenzio, la follia e la sofferenza dell’animo umano.

Laura Morante, raffinata ed apprezzata artista capace di affrontare con particolare sensibilità ruoli intensi vera e propria icona del nostro cinema, torna con The country al teatro dove aveva debuttato giovanissima, interpretando un’indimenticabile Ofelia nell’Amleto di Carmelo Bene. Il Teatro Rossini ospita dal 23 al 25 novembre questa enigmatica e affascinante commedia di Martin Crimp, considerato uno dei più interessanti drammaturghi contemporanei. La regia dello spettacolo – che offre una visione critica della società postmoderna geniale e convincente – è affidata a Roberto Andò, firma d’eccellenza del teatro e del cinema italiani, che sceglie come coprotagonista maschile un attore versatile ed elegante come Gigio Alberti.

L’ironia intelligente ed acuta di Angela Finocchiaro è la protagonista dal 25 al 27 gennaio di Open day, uno spettacolo tagliente e ricco di emozioni, nato da una domanda che riguarda tutti noi: come si guarda al futuro quando non sai bene come comportarti col presente? Dopo i trionfi cinematografici del 2010 e il successo teatrale di Miss Universo, l’attrice torna a collaborare con Walter Fontana, autore di questo testo, dividendo scena e “tormenti” con Michele Di Mauro, attore sensibile e ironico.

Ambientata in una Londra a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, Il discorso del Re diretto ed interpretato da Luca Barbareschi che divide la scena con Filippo Dini, in scena dall’8 al 10 febbraio, è una bellissima storia sul senso di responsabilità e sulla dignità del ruolo, anche quando tale ruolo non sia atteso né desiderato, sulla solidarietà familiare e sulla forza di volontà che permette di superare ostacoli apparentemente insormontabili. Sempre in perfetto equilibrio tra toni drammatici e leggerezze, pervaso di un’avvincente empatia umana, Il discorso del Re è un capolavoro dello sceneggiatore David Seidler nato per il teatro ma trasformato, nel 2010, in una pluripremiata pellicola diretta da Tom Hooper.

Il secondo appuntamento di febbraio – dal 22 al 24 febbraio – è all’insegna del divertimento e della leggerezza con Se devi dire una buglia dilla ancora più grossa, seguito dell’altra importante commedia di Ray Cooney Se devi dire una bugia dilla grossa. Dopo lo straordinario successo di Chat a due piazze, Gianluca Ramazzotti torna sulla scena con Antonio Catania e Miriam Mesturino, ancora una volta supportati dalla irrefrenabile simpatia di Raffaele Pisu e con la simpatica verve di Ninì Salerno e l’eleganza di Licinia Lentini, nella versione italiana di questa esilarante piéce degli equivoci che vanta il prestigioso premio “Lawrence Olivier” come migliore commedia dell’anno a Londra e rappresentata in tutto il mondo.

La straordinaria prova d’attore di Roberto Sturno e Glauco Mauri sono l’occasione per scoprire (o riscoprire) dall’8 al 10 marzo in Quello che prende gli schiaffi un sorprendente autore russo, Leonid Nikolaevi? Andreev. Si tratta di una libera versione tratta dell’omonimo testo teatrale di un opera di grande successo in Russia nei primi del ‘900: una storia struggente che non mancherà di commuovere e di toccare le corde della giustizia e dell’indignazione, una favola che, attraverso l’emozione e il divertimento, può comunicare al pubblico la “civile utilità del Teatro”.

La conclusione della stagione dal 12 al 14 aprile è affidata a The history boys, “miglior spettacolo del 2011” per il prestigioso Premio Ubu sorta di Oscar del teatro italiano, che mette in scena un gruppo di adolescenti all’ultimo anno di college impegnati con gli esami di ammissione all’università. La commedia di Alan Bennett nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani del glorioso Teatro dell’Elfo ha debuttato nel 2010, sei anni dopo la prima inglese, ed è stato subito salutato dai critici come “uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti” firmati dai due registi, diventando un caso per la risposta entusiasta degli spettatori più giovani. Un successo confermato dai tre Premi Ubu vinti nel 2011, che si vanno ad aggiungere al “palmares” della versione originale (tre Olivier Awards e sei Tony Awards).

Tutti gli abbonati alla passata stagione potranno esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto dei nuovi abbonamenti dal 6 all’11 ottobre senza distinzione di turno. Gli abbonati che desiderano effettuare cambi di turno e posto hanno a disposizione i giorni 12 e 13 ottobre. Vendita nuovi abbonamenti dal 14 ottobre. Biglietteria (0721 387621) del Teatro aperta tutti i giorni con orario 10-13 e 17-20. Per informazioni: Teatro Rossini 0721 387620, www.pesarocultura.it, teatri@comune.pesaro.pu.it, AMAT 071 2072439 www.amat.marche.it .

Comune di Fermo | AMAT

con il contributo di

Regione Marche | Provincia di Fermo

Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Teatro dell’Aquila

stagione in abbonamento 2012 | 2013

programma




20/21 OTTOBRE 2012

Nuovo Teatro – Teatro Stabile dell’Umbria

STEFANO ACCORSI e NINA SAVARY in

FURIOSO ORLANDO

(ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante)

di Ludovico Ariosto

adattamento e regia di Marco Baliani


24/25 NOVEMBRE 2012

RESIDENZA DI ALLESTIMENTO

Compagnia della Rancia

GIAMPIERO INGRASSIA in

FRANKESTEIN JR

da Mel Brooks

regia di Saverio Marconi

anteprima nazionale


15/16 DICEMBRE 2012

Live Arts Management srl

GANDINI JUGGLING (UK) in

SMASHED

direttori artistici Sean Gandini e Kati Ylä-Hokkala

esclusiva regionale


19/20 GENNAIO 2013

Khora Teatro – Teatro Stabile d’Abruzzo

ALESSANDRO PREZIOSI in

CYRANO DE BERGERAC

di Edmond Rostand


2/3 FEBBRAIO 2013

Ert

LAURA MARINONI e VINICIO MARCHIONI in

UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO

di Tennessee Williams

regia di Antonio Latella


5/6 MARZO 2013

Teatro Stabile del Veneto / Fondazione Teatro Stabile di Torino

ALESSANDRO GASSMANN in

RICCARDO III

di William Shakespeare

regia di Alessandro Gassman


16/17 MARZO 2013

Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Compagnia Enfi Teatro

ISABELLA RAGONESE in

HEDDA GABLER

di Henrik Ibsen

regia di Antonio Calenda

comunicato stampa


Quattordici rappresentazioni per sette spettacoli da ottobre a marzo compongono il ricco cartellone in abbonamento della stagione 2012.2013 del Teatro dell’Aquila di Fermo promossa dal Comune di Fermo e dall’AMAT con il contributo della Provincia di Fermo, della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Maestri della scena, grandi interpreti, testi classici e contemporanei, allestimenti di grande impatto ed opere raffinate conducono lo spettatore in un affascinante viaggio nello spettacolo dal vivo che saprà soddisfare i diversi “pubblici” ai quali il Teatro dell’Aquila si rivolge.


L’inaugurazione il 20 e 21 ottobre è affidata a Furioso Orlando (ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante) interpretato da un amatissimo attore a tutto tondo come Stefano Accorsi che, forte di una solida formazione teatrale alle spalle, porta in scena con Nina Savary l’opera di Ludovico Ariosto nell’adattamento teatrale di Marco Baliani che firma anche la regia dello spettacolo prodotto da Nuovo Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria.

Il 24 e 25 novembre il Teatro dell’Aquila accoglie l’anteprima nazionale di Frankenstein Junior della Compagnia della Rancia. Il debutto segue la residenza di allestimento che vedrà al lavoro Giampiero Ingrassia – che vestirà i panni del brillante e stimato dottor Frederick Frankestein – e tutto il cast nella preparazione di questo spettacolo considerato una delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi. La versione italiana sarà diretta da Saverio Marconi con la regia associata di Marco Iacomelli e riproporrà l’atmosfera della straordinaria fotografia “in bianco e nero” del film con il tocco colorato di numeri esilaranti, su tutti quello tra Frankenstein e il Mostro sulle note di Puttin’ on the Ritz di Irving Berlin.

L’eleganza e il fascino di Gandini Juggling, una delle compagnie di giocoleria più acclamate in Inghilterra, approda al Teatro dell’Aquila il 15 e 16 dicembre con l’esclusiva regionale di Smashed. La compagnia – diretta da Sean Gandini e Kati Ylä-Hokkala – ha al suo attivo 4.000 repliche in 20 anni: arriva adesso a Fermo con un omaggio a Pina Bausch e al suo Tanztheater con nove straordinari giocolieri che ricreano una serie di immagini dal sapore cinematografico ispirate alle coreografie della Bausch. In questo Smashed, eleganza e poesia raccontano al pubblico in forma di tableaux vivants l’immaginario di una delle coreografe più geniali di tutti i tempi. I raffinati interpreti, in abiti eleganti e con 80 mele rosse usate come palline, regalano al pubblico il ricordo indelebile di momenti spettacolari di Pina, facendo incontrare armoniosamente coreografia, teatro e giocoleria.

Il 19 e 20 gennaio Alessandro Preziosi in veste di interprete e regista di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand porta in scena questa commedia tenera e romantica, tutta puntata sul ritmo. Il bell’attore napoletano raccoglie la sfida tutta teatrale di mettere in scena lo scrittore e poeta dall’irresistibile e vitale creatività, che ama mettere in ridicolo i suoi nemici con la straordinaria abilità della spada, leggendaria almeno quanto la lingua, tutta giocata tra trovate comiche e giochi di parole, pur raggiungendo tra le vette più alte della poesia ottocentesca.

Antonio Latella, regista tra i più innovativi, considerato una delle figure di spicco del teatro europeo, firma la regia di Un tram che si chiama desiderio testo capolavoro di Tennessee Williams in scena il 2 e 3 febbraio con Laura Marinoni e Vinicio Marchioni. La vicenda è nota al grande pubblico grazie anche alla trasposizione cinematografica diretta da Elia Kazan nel 1947, che vedeva protagonista un indimenticabile Marlon Brando. Antonio Latella offre una lettura nuova, concentrandosi sulla scena finale in cui Blanche rivive l’intera vicenda a ritroso come in una seduta di analisi. “Gli spettatori”, spiega Latella, “vedranno l’intero dramma accadere nella testa di Blanche. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, lo spazio scenico.”

Dopo il bel successo di La parola ai giurati (2008) Alessandro Gassman torna il 5 e 6 marzo sul palcoscenico del Teatro dell’Aquila confrontandosi con uno degli eroi tragici tratteggiati dalla drammaturgia shakespeariana: Riccardo III. La nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto, diretta dallo stesso Gassman, con la Fondazione Teatro Stabile di Torino vede l’attore impegnato in una grande prova di teatro, come protagonista e regista, un intricato labirinto di relazioni che passano dal personale al politico.

La conclusione della stagione il 16 e 17 marzo è affidata a Hedda Gabler, una delle più problematiche, febbrili e seduttive figure femminili ibseniane, per la regia di Antonio Calenda che dirige nel ruolo del titolo Isabella Ragonese, interprete sensibile, che si è imposta con decisione nel panorama cinematografico e teatrale italiano.

Vendita abbonamenti dall’1 al 6 ottobre presso la biglietteria del Teatro dell’Aquila 0734 284295. Per informazioni AMAT 071 2072439, www.amat.marche.it .




Città di Recanati

AMAT

con il contributo di

Regione Marche

Ministero per i Beni e le Attività Culturali


stagione 12 | 13

prosa & contemporaneo

programma


PROSA


6 e 7 novembre 2012

Ghione Produzioni e Goldenart Production

in collaborazione con Estate Teatrale Veronese

MICHELE PLACIDO in

RE LEAR

di William Shakespeare

traduzione e adattamento Michele Placido e Marica Gungui

regia Michele Placido e Francesco Manetti


17 e 18 novembre 2012

Ente Teatro Cronaca & Artù

in collaborazione con Festival di Borgio Verezzi

e Benevento Festival Città Spettacolo

GIANLUCA GUIDI, GIANLUCA RAMAZZOTTI in

BOEING BOEING

commedia in due atti di Marc Camoletti

versione Italiana Luca Barcellona e Francis Evans

regia Mark Schneider


15 e 16 dicembre 2012

Teatro Stabile del Veneto

ANDREA TONIN, ARTURO CIRILLO, MARGHERITA MANNINO in

L’INFINITO

di Tiziano Scarpa

regia Arturo Cirillo


9 e 10 febbraio 2013

RESIDENZA DI ALLESTIMENTO

ErreTiTeatro30

MONICA GUERRITORE in

END OF THE RAINBOW

di Peter Quilter

con un pianista/attore e un attore

regia Juan Diego Puerta Lopez

anteprima nazionale


7 e 8 marzo 2013

Teatro Stabile D’Abruzzo

DANIELE PECCI, FEDERICA DI MARTINO in

SCENE DA UN MATRIMONIO

di Ingmar Bergman

adattamento e regia Alessandro D’Alatri


18 e 19 aprile 2013

Teatro di Roma

GABRIELE LAVIA in

LA TRAPPOLA

di Luigi Pirandello

regia Gabriele Lavia


CONTEMPORANEO



1 dicembre 2012

Les Enfants du Paradis, Festival della Narrazione di Arzo, Svizzera

Esteuropaovest Festival

GIORGIO FELICETTI in

MATTEI

petrolio e fango

testo teatrale di Francesco Niccolini e Giorgio Felicetti


19 gennaio 2013

Artemis Danza / Monica Casadei

TRAVIATA

[creazione per 11 danzatori]

coreografia, regia, scene, luci e costumi Monica Casadei

musiche Giuseppe Verdi


4 aprile 2013

Michela Signori, Jolefilm

MARCO PAOLINI in

ITIS GALILEO

di Francesco Niccolini e Marco Paolini

COMUNICATO STAMPA




Il Teatro Persiani di Recanati è pronto a riaprire le sue porte ad una nuova, affascinante stagione di spettacolo dal vivo promossa dal Comune di Recanati e dall’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Come per lo scorso anno il cartellone si compone di due rassegne, prosa e contemporaneo, per un totale di nove spettacoli e quindici rappresentazioni, alle quali si aggiunge Xsianixnoi, una serie di progetti di formazione dedicati alle diverse fasce di pubblico, volti ad arricchire l’esperienza del fatto teatrale attraverso laboratori, approfondimenti e incontri che verrà presentata nei prossimi mesi.


L’inaugurazione il 6 e 7 novembre è affidata ad un grande maestro della scena Michele Placido che veste i panni di Re Lear di Shakespeare. Re Lear è una tragedia moderna con il fascino dell’antico, guidata dall’amore, come affermano gli stessi registi Michele Placido e Francesco Manetti: “in essa tutti i personaggi sono mossi dall’amore: misterioso, tenero, spietato, estremo e disposto a ogni sacrificio, diretto, redentore.”

Il 17 e 18 novembre la tragedia lascia il posto alla commedia con Boeing Boeing che ritorna dopo quarant’anni sui nostri palcoscenici con protagonisti Gianluca Guidi e Gianluca Ramazzotti diretti da Mark Schneider. Si tratta di una delle commedie più divertenti e rappresentate nel mondo; entrata di diritto nel Guinness dei primati – solo a Londra, dal 1965 è rimasta in cartellone per ben sette anni consecutivi, tanto che la Paramount ne produsse un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter. Accanto ai protagonisti principali troviamo due splendide donne ed attrici, Ela Weber e Barbara Snellenburg.

L’infinito è un titolo che immediatamente rimanda alla città di Recanati. Quello in scena il 15 e 16 dicembre nasce dall’’idea che Tiziano Scarpa si è fatto di Giacomo Leopardi e della sua poesia più celebre. Un’idea, quella di Scarpa su Leopardi, che rivela passione e conoscenza. Il tutto attraverso l’accostamento di due linguaggi diversissimi, quello colto e ricercato di Leopardi e quello di un ragazzo di oggi, ignorante e in fondo disperato e forse proprio per questo capace più di altri di poter sentire e comprendere ciò che Leopardi voleva dire. Protagonisti dello spettacolo sono Andrea Tonin, Arturo Cirillo, Margherita Mannino diretti da Arturo Cirillo.

Il 9 e 10 febbraio debutta al Teatro Persiani in anteprima nazionale al termine di una residenza di allestimento, End of the rainbow di Peter Quilter con protagonista un’attrice di grande fascino come Monica Guerritore diretta dalla mano sapiente di Juan Diego Puerta Lopez. Un musical tragico e divertente allo stesso tempo sugli ultimi mesi di vita di un’attrice. Primo grande successo internazionale di Quilter, l’opera conquista il clamore della critica persino al Sydney Opera House in Australia e nel 2007 la produzione tedesca ha registrato il tutto esaurito nei suoi sette mesi di tour, ispirando successivamente produzioni nella Repubblica Ceca, Finlandia, Polonia e Nuova Zelanda. Attualmente è in programmazione al Belasco Theater di New York.

Daniele Pecci e Federica Di Martino portano in scena il 7 e 8 marzo Scene da un matrimonio, titolo evocativo del capolavoro cinematografico realizzato da Ingmar Bergman. “L’idea di “riproporre” sulla scena un progetto come “Scene di vita coniugale” è estremamente stimolante. – afferma il regista Alessandro D’Alatri – Lo è per una molteplicità di aspetti. Comincerei dal fatto che è un testo divenuto icona internazionale intorno alle complessità delle relazioni uomo donna, e in particolare di quelle matrimoniali.”

La sezione dedicata alla prosa giunge al termine il 18 e 19 aprile con un altro “gigante della scena”, Gabriele Lavia in La trappola di Luigi Pirandello. Dopo l’allestimento di Tutto per bene, Lavia torna al teatro di Luigi Pirandello con questo testo del 1912 del quale oltre all’adattamento e alla regia è anche interprete nel ruolo del protagonista, accompagnato da Giovanna Guida e Riccardo Monitillo.

Tre sono gli appuntamenti del contemporaneo. Si inizia il 1 dicembre con Mattei. Petrolio e fango di e con Giorgio Felicetti. Teatro d’inchiesta, thrilling storico, giallo con ritmi da narrazione civile, Mattei è un racconto epico di una giustizia negata, frutto di una lunga ricerca fatta di testimonianze dirette, interviste a persone che hanno conosciuto il Presidente dell’ENI di cui ricorre nel 2012 l’anniversario dei 50 anni dalla morte. La danza è ila protagonista il 19 gennaio con Traviata di Monica Casadei, un’affascinante spettacolo nel quale la coreografa, che già più volte si è confrontata con la grande tradizione lirico-operistica, affronta il capolavoro verdiano in un imprevedibile corpo a corpo, dove il danzatore è lo strumento che traduce, esalta e trasforma la potenza evocativa dell’opera. L’ultimo appuntamento del contemporaneo il 4 aprile è con un amatissimo narratore, Marco Paolini in scena con Itis Galileo. Lo spettacolo “è l’occasione – afferma Paolini – per ragionare di scienza mal digerita sui banchi di scuola, di argomenti ben portati da filosofi, maghi, preti e scienziati circa il modo di immaginare l’universo, di spiegare l’attrito e di far l’oroscopo. Galileo Galilei e gli altri: Claudio Tolomeo e Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Giovanni Keplero, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Gneo Giulio Agricola e Andrea Vesalio. Forse non tutti sempre nella stessa sera e nello stesso ordine perché la forma scelta è quella di un racconto aperto con parti di dialogo e lettura.”


Campagna abbonamenti dall’1 al 20 ottobre. Per informazioni: Teatro Persiani 071 7579445.



6 e 7 novembre 2012 PROSA


Ghione Produzioni e Goldenart Production

in collaborazione con Estate Teatrale Veronese


RE LEAR


di William Shakespeare

traduzione e adattamento Michele Placido e Marica Gungui

con Michele Placido

e con Gigi Angelillo, Margherita Di Rauso, Federica Vincenti, Francesco Bonomo

Francesco Biscione, Linda Gennari, Giulio Forges Davanzati

Brenno Placido, Enzo Curcurù, Peppe Bisogno, Alessandro Parise, Riccardo Morgante

regia Michele Placido e Francesco Manetti

scene Carmelo Giammello

musiche originali Luca D’Alberto

costumi Daniele Gelsi

disegno luci Giuseppe Filipponio

aiuto scenografo Emanuela Vicentini aiuto costumista Andrea Grisanti aiuto regia Andrea Ricciardi



Re Lear esplora la natura stessa dell’esistenza umana: l’amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo. All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini, rifarsi bambino e in pace “gattonare verso la morte”. Come un bambino pretende l’amore, Lear esige in cambio della cessione del suo potere, che le figlie espongano in parole i loro sentimenti per lui. Ma Cordelia, la più piccola, sa che l’amore, il vero amore non ha parole e alla richiesta del padre può rispondere solo: “nulla, mio signore”. È questo equivoco, questo confondere l’amore con le parole, che, nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. E con Lear è il mondo intero che va fuor di sesto, la natura scatenata e innocente riprende il suo dominio, riporta gli uomini al loro stato primordiale, nudi e impauriti, in balia di freddo e pioggia a lottare per la propria sopravvivenza, vermi della terra. È qui che può cominciare un crudele cammino d’iniziazione: resi folli o ciechi per non aver saputo capire o vedere, Lear e il suo alter ego Gloucester, accompagnati da figli che si son fatti padri, giungeranno finalmente a capire e vedere.

Il palcoscenico in cui si muovono i nostri personaggi, è la distruzione del mondo. La storia di Lear è la storia dell’uomo, la storia di civiltà che si credono eterne ma che fondano il loro potere su resti di altri poteri, in un continuo girotondo di catastrofi e ricostruzioni, di macerie costruite su macerie.

Che cosa ha dunque senso in questa tragedia? Quale speranza possiamo trarre? Forse proprio la conoscenza, quella consapevolezza di che cosa sia l’uomo di fronte all’universo, raggiunta attraverso un percorso di spoliazione in cui l’amore e la solidarietà si mostrano nella loro essenza terribilmente umana. Per dirla con Pascal: “l’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma quand’anche l’universo intero lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e conosce la superiorità che l’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla.” Forse solo a questo, ad aiutare la creazione di questa consapevolezza, mira tutto l’opera di Shakespeare, a patto però che gli spettatori non dimentichino mai di trovarsi a teatro, che non cadano nell’illusione di un altro mondo, che sempre vedano il muro dietro la scena di cartone. Michele Placido, Francesco Manetti

17 e 18 novembre 2012 PROSA



Ente Teatro Cronaca & Artù

in collaborazione con

Festival di Borgio Verezzi e Benevento Festival Città Spettacolo


BOEING BOEING


commedia in due atti di Marc Camoletti

versione italiana di Luca Barcellona e Francis Evans

con Gianluca Guidi, Gianluca Ramazzotti

e con Ariella Reggio nel ruolo di Berta

Barbara Snellenburg, Marjo Berasategui e Ela Weber

scene e costumi, musica originale Rob Howell Claire van Kampen

disegno luci Stefano Lattavo

regia Mark Schneider sulla regia originale di Matthew Warchus


Allestimento scenico originale prodotto da Sonia Friedman LTD e vincitore del TONY

AWARD 2008 come miglior revival anni 60′.


Il nuovo allestimento della commedia Boeing Boeing di Marc Camoletti, ritorna dopo quarant’anni sui nostri palcoscenici come una delle commedie più divertenti e rappresentate nel mondo; entrata di diritto nel Guinness dei primati – solo a Londra, dal 1965 è rimasta in cartellone per ben sette anni consecutivi, tanto che la Paramount ne produsse un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter – Boeing Boeing è tornata sui palcoscenici londinesi nel 2007 per starvi fino al 2009, dopo quarant’anni, con un restyling anni 60′ ad opera di uno dei più rappresentativi e giovani registi europei: Matthew Warchus che ne ha curato uno spassosissimo revival adattando scene e costumi a quegli anni. Il risultato è stato sorprendente: pubblico e critica hanno decretato il successo di questa commedia che, nonostante l’età, dimostra ancora di avere le gambe per camminare a lungo. Nel 2007 è stata nominata agli Oliver Awards come miglior revival e miglior attore, vincendo il Drama Desk Award come miglior spettacolo, miglior rivisitazione anni 60′ e come miglior interpretazione maschile a Mark Rylance. La stessa produzione ha poi portato lo spettacolo a Broadway nel 2008, dove ha riscosso un altro enorme successo vincendo, anche qui, il Tony Award come miglior revival e ancora Mark Rylance come miglior attore protagonista. Lo spettacolo viene ora riproposto anche in Italia, dopo l’ultima grande produzione allestita nel 1966 da Lucio Ardenzi, con gli allora giovani Carlo Giuffrè, Vittorio Sanipoli, Marina Bonfigli e Valeria Fabrizi. Lo spettacolo ebbe un grande successo per tre stagioni consecutive. Questa volta, a distanza di quarant’anni, l’Associazione Culturale Artu’ in coproduzione con Ente Teatro Cronaca sas diretta da Mico Galdieri, hanno deciso di riproporre lo spettacolo nella stessa edizione trionfatrice a Londra e Broadway, in accordo con la Sonia Friedman Ltd. Con un Cast veramente internazionale che vede in testa di serie il ritorno sulle scene di Gianluca Guidi in coppia per la prima volta con Gianluca Ramazzotti per dar vita ad un duo esplosivo di grande comicità, con la partecipazione della nota attrice teatrale Ariella Reggio, conosciuta dal pubblico italiano per la fiction “Tutti pazzi per Amore” dove interpreta il ruolo della Zia. A cui si aggiungono tre splendide bellezze: Marjo Baratasegui, lanciata da Pieraccioni nel film ‘Ti amo in tutte le lingue de mondo’, nel ruolo della Hostess spagnola Gabriela, Ela Weber che darà lustro e divertimento alla hostess tedesca Greta e Barbara Snellenburg che interpreterà l’americana Gloria. Il tutto condito dalla regia di Mark Schneider che riprende la messa in scena scoppiettante e divertente di Matthew Warchus, in una rivisitazione dal vecchio sapore anni sessanta per una commedia che, come hanno dimostrato gli amici americani e londinesi, ha quarant’anni… ma non li dimostra!

15 e 16 dicembre 2012 PROSA


Teatro Stabile del Veneto


L’INFINITO


di Tiziano Scarpa

con Andrea Tonin, Arturo Cirillo, Margherita Mannino

regia Arturo Cirillo

scene Dario Gessati

costumi Gianluca Falaschi

musiche Francesco De Melis & Intrinsic

luci Pasquale Mari


L’infinito…. di Giacomo Leopardi, uno penserà, ed invece no, di Tiziano Scarpa, o meglio l’idea che Tiziano Scarpa si è fatto di Giacomo Leopardi, e della sua poesia più celebre.
Un’idea, quella di Scarpa su Leopardi, che rivela passione e conoscenza, basti pensare a quel tentativo di lettura di un testo che è il dialogo tra un ragazzo qualsiasi di oggi che sta cercando di prepararsi all’esame di maturità (il personaggio di Andrea) e Il poeta sul significato della sua lirica (L’infinito appunto); su come essa nasce, e  su cosa realmente, direi fisicamente, significhi, su qual è insomma  l’esperienza che la sottende. Il tutto attraverso l’accostamento di due linguaggi diversissimi, quello colto e ricercato di Leopardi e quello di un ragazzo di oggi, ignorante e in fondo disperato, e forse proprio per questo capace più di altri di poter sentire e comprendere ciò che Leopardi voleva dire, al di là, o magari  prima, di tutte le colte e dotte spiegazioni. Il testo in fondo è un incontro tra adolescenze, il ragazzo Andrea e la sua fidanzata Cristina e Giacomo, o meglio l’idea, tutta fantastica e teatrale, di cosa sia potuto essere a 21 anni Giacomo Leopardi, e di cosa poteva essere allora avere 21 anni, attraverso la messa in scena di un “vecchio-bambino”, un “sapiente-immaturo”.

Oggi Giacomo Leopardi ci direbbe qualcosa di nuovo su di noi? Scoprirebbe qualcosa di nuovo su di sé? Potrebbe curarsi magari della sua malattia fisica, ma di quella metafisica?  Sarebbe insostenibile per quest’epoca ancora di più di quanto lo fu per la sua? Diventerebbe un teorico della necessaria distruzione dell’umanità?

Leopardi forse ci ha già detto tutto, dal suo lontano secolo decimonono, ci ha già descritto, ci ha già immaginato, o previsto. E ora noi proviamo ad immaginarlo qui, piombato nel tempo presente come un sogno, o un’illusione, pronto a sentire canzoncine ed intimidatorie suonerie, a comporre poesie ingenue ed innamorate, a desiderate la fine di noi umani, affinché il passero possa ritornare ad essere  nuovamente solitario.

Arturo Cirillo

9 e 10 febbraio 2013 PROSA

RESIDENZA DI ALLESTIMENTO


ErreTiTeatro30


END OF THE RAINBOW


di Peter Quilter

con MONICA GUERRITORE

e con un pianista/attore e un attore

regia Juan Diego Puerta Lopez

uno spettacolo prodotto da Roberto Toni

ANTEPRIMA NAZIONALE



È Natale del 1968, siamo in una piccola Suite dell’Hotel Ritz Carlton al Centro di Londra, e Judy Garland – a 46 anni e con un nuovo marito accanto – è decisa a tornare alla ribalta alla grande. I matrimoni falliti, i tentativi di suicidio, le dipendenze sembrano lasciati definitivamente alle spalle, ma… Un musical tragico e divertente allo stesso tempo, che include vari successi della Garland, sugli ultimi mesi di vita dell’attrice. Primo grande successo internazionale di Quilter. L’opera conquista il clamore della critica persino al Sydney Opera House in Australia (premiando le due protagoniste con il Caroline O’Connor Awards). La stessa opera è stata presentata e premiata poi durante il Festival di Edimburgo nel 2006. L’anno seguente Joop van den Ende ha riproposto il musical in una nuova produzione tedesca che ha registrato il tutto esaurito nei suoi sette mesi di tour, ispirando successivamente produzioni nella Repubblica Ceca, Finlandia, Polonia e Nuova Zelanda.

Attualmente è in programmazione al Belasco Theater di New York.

Ulteriori informazioni sul testo: www.endoftherainbowtour.com

7 e 8 marzo 2013 PROSA


Teatro Stabile D’Abruzzo


SCENE DA UN MATRIMONIO


di Ingmar Bergman traduzione Piero Monaci

adattamento e regia Alessandro D’Alatri con Daniele Pecci, Federica Di Martino

musiche originali Franco Mussida voce fuori campo Francesca Romana Succi

scene Matteo Soltanto costumi Francesco Verderame disegno luci Paolo Mazzi

video grafica Alessio Fattori aiuto regia Lorenzo D’Amico


Credi che viviamo in una totale confusione? Credi che dentro di noi si abbia paura perché non sappiamo dove aggrapparci? Non si è perso qualcosa di importante? Credo che in fondo c’è il rimpianto di non aver amato nessuno e che nessuno mi abbia amato. Ingmar Bergman


L’idea di “riproporre” sulla scena un progetto come “Scene di vita coniugale” è estremamente stimolante. Lo è per una molteplicità di aspetti. Comincerei dal fatto che è un testo divenuto icona internazionale intorno alle complessità delle relazioni uomo donna, e in particolare di quelle matrimoniali. Un altro aspetto è che propone un linguaggio “cinematografico” già dal titolo del capolavoro realizzato poi da Bergman: Scene da un matrimonio. Viene già voglia di proseguire quell’indicazione con il linguaggio tipico della sceneggiatura da cinema tipo: int. sera, ecc… Aggiungo che è una piece assente dalle scene italiane da molto tempo. È un testo che invita ad una proposta nei confronti del pubblico attraverso una rilettura dei comportamenti in chiave contemporanea e contestualizzata alla nostra cultura. Molti giovani non conoscono l’opera, e forse nemmeno il film, ma sono sicuramente un target estremamente sensibile alla tematica. Parlo di giovani ma non solo. Il perno centrale dell’opera sta nel rapporto tra un uomo e una donna e lascia immaginare un’interpretazione magistrale tra due attori che si confrontino sul quotidiano della convivenza. Il fatto che i due appartengano ad una fascia d’età in bilico tra la gioventù e la piena maturità rende l’allestimento ancor più interessante. Daniele Pecci e Federica Di Martino sono un cast perfetto. Per quanto riguarda l’impianto scenico prevedo uno sfruttamento dello spazio in termini di rigore e semplicità. Non una scenografia sontuosa e “materica” quindi, ma un allestimento sobrio che miri più alla suggestione che alla rappresentazione, dove le idee di illuminazione saranno preponderanti ed esaltanti in relazione agli stati emotivi che progressivamente si consumano. La musica avrà un ruolo suggestivo, non come semplice commento, ma soprattutto come “collante” tra le aperture e le chiusure dei vari quadri. Un progetto da costruire ad “hoc”. Tremano le gambe al solo pensiero di “mettere le mani” su un testo così importante. Punto ad un testo che contempli un “passo a due”. E questo già sarebbe un percorso “differente” dal testo originale. Però non vorrei perdermi gli effetti e le suggestioni che il mondo esterno produce su quella coppia. In questo caso poi, vista la disponibilità dei due talenti, si rifletterà su comportamenti e routine di una coppia più giovane dell’originale. L’altro elemento di novità d’approccio, sarà quello di contestualizzare la storia nell’Italia contemporanea. Una delle cose che più mi ha colpito nella rilettura del testo è il fatto che la protagonista femminile si occupa di separazioni (lavora presso uno studio legale). Questo è un elemento molto interessante per lo sviluppo delle testimonianze “esterne” che possono affacciarsi sul quotidiano della coppia: esattamente come proponeva Bergman. Da qui vorrei quindi modificare la professione del protagonista maschile: un professore universitario non ha più le stesse valenze di quando è stata scritta e proposta al pubblico l’opera… Cercherò un lavoro che consenta tutti gli snodi a servizio del personaggio ma con la modernità dell’oggi: che so? Uno che si occupa di ricerca nel settore delle energie alternative? Sarà comunque un lavoro che obbliga il personaggio a rapide e frequenti assenze. Diventa evidente che, nonostante i cambiamenti, i due personaggi restano in quel medesimo limbo sociale descritto da Bergman: una media borghesia, colta e progressista, che resta imprigionata nella propria ideologia “politically correct”… Questo è un altro elemento che trovo estremamente interessante. Tutto lo sforzo e l’autocontrollo, entrambe dolorosi, che i due sono costretti a mettere in campo nel cercare di essere “civili” nella crisi. Un testo dove non ci sono urla e grida tipiche di quel tipo di situazioni, ma dove al contrario si cerca di trovare un equilibrio davanti all’ineluttabilità del danno… In tutto questo diventa evidente l’aspetto ironico, già suggerito dal testo, ma che riportato tra i nostri comportamenti “mediterranei” si va a modellare ancor di più sui due personaggi.

Su quello femminile nella paura non del tradimento in sé per sé, ma del subirlo davanti ad una “competitor” più giovane; in quello maschile sulla propria inadeguatezza a gestirlo con una nuova partner con i bisogni e i comportamenti di una generazione diversa… In mezzo a tutto questo la “presenza/assenza” delle due figlie, che come un ago di una bilancia invisibile regolano i ritmi della coppia. Bene mi sembra tutto… per il momento. Alessandro D’Alatri

18 e 19 aprile 2013 PROSA


Teatro di Roma


LA TRAPPOLA


di Luigi Pirandello

con Gabriele Lavia

e con Giovanna Guida, Riccardo Monitillo

regia Gabriele Lavia

scene Alessandro Camera

costumi Andrea Viotti

luci Giovanni Santolamazza



Dopo l’allestimento di Tutto per bene presentato lo scorso gennaio al Teatro Argentina, Gabriele Lavia torna al teatro di Luigi Pirandello con La trappola, testo del 1912 del quale oltre all’adattamento e alla regia è anche interprete nel ruolo del protagonista, accompagnato da Giovanna Guida e Riccardo Monitillo.

Un omaggio esclusivo dedicato al pubblico, per ringraziare della costante attenzione dimostrata nel corso del progetto che ha visto impegnato il Teatro di Roma nella gestione e nella programmazione dei Teatri di Cintura.

La trappola è il discorso interiore di un uomo che confessa la propria ossessione di essere umano ingabbiato dalle convenzioni, dalla famiglia, addirittura dall’obbligo della riproduzione. Per il nostro protagonista, infatti, le donne sono lo strumento che attira l’uomo spingendolo a riprodursi e generare così altri infelici, altre maschere del gran ballo della società. Anche lui naturalmente è vittima del tranello: una donna sposata, che non può avere figli da suo marito, lo seduce, gli strappa una gravidanza per poi abbandonarlo e tornare dal marito. Così rimane da solo con il vecchio padre malato e paralizzato, condannato a quella sorte dal padre, suo nonno, che lo generò 76 anni prima. Per il protagonista ogni genitore è il boia della creatura che genera e che dice di amare perché la condanna a morte.

Per Lavia: «i personaggi di Pirandello vivono nella loro dimensione ombra col “sentimento del contrario”, guardando il mondo col “cannocchiale rovesciato”, in modo che il destro diventi sinistro, abitando l’antiterra dei Pitagorici».

1 dicembre 2012 CONTEMPORANEO


Les Enfants du Paradis, Festival della Narrazione di Arzo, Svizzera

Esteuropaovest Festival


MATTEI

petrolio e fango


di Francesco Niccolini e Giorgio Felicetti

con Giorgio Felicetti

e con la partecipazione di Valentina Bonafoni


Perché uno spettacolo su Enrico Mattei? Il “grande corruttore”, il “grande capitano d’impresa”, Il “grande marchigiano”, il “grande pericolo per l’Occidente”, “l’italiano più grande dopo Giulio Cesare”. C’è sempre il “grande”, vicino ad ogni definizione che riguardi Mattei. Enrico Mattei è probabilmente il personaggio del ‘900 italiano su cui si è scritto di più, una sterminata bibliografia, ancor più che su Aldo Moro.

C’è stato un bellissimo film di Francesco Rosi, una recente fiction televisiva, meno bella. E ancora oggi, ogni giorno, viene fuori il nome di Enrico Mattei, sui più svariati argomenti: accendi la radio, si parla di nuovo giornalismo e di editoria, ecco il Mattei fondatore de “Il Giorno”; sui giornali si parla di crisi energetica, e lì il gioco è semplice, Mattei è stato l’energia italiana; in tv parlano di geopolitica, è Mattei che per primo ha messo l’Italia al centro del Mediterraneo; parlano di nuova architettura, è Mattei che ha fatto costruire il villaggio di Borca di Cadore, ancora oggi studiato come modello anni ’50; si parla di comunicazione, di marketing, di nucleare, di arte figurativa, e trovi Mattei.

Insomma, anche se circondata spesso da un alone di ostilità e mistero, l’eredità di quest’uomo è ancora immensa. Enrico Mattei a suo modo, tra luci accecanti ed ombre spaventose, è la figura di un patriota.

E adesso mi accorgo che anche lo spettacolo Mattei, a suo modo, è uno spettacolo “Patriottico”. All’interno dello spettacolo ci sono delle vicende mai raccontate, c’è un’importante intervista inedita ad un personaggio molto vicino a Mattei, e soprattutto, ci sono gli atti e le conclusioni del Tribunale di Pavia, riguardanti l’ultimo processo sul “caso Mattei”, e i legami tra la morte di Mattei e quella di Pier Paolo Pasolini. Giorgio Felicetti

19 gennaio 2013 CONTEMPORANEO


Artemis Danza / Monica Casadei


TRAVIATA


[creazione per 11 danzatori]

coreografia, regia, scene, luci e costumi Monica Casadei

musiche Giuseppe Verdi

elaborazione musicale Luca Vianini

con Vittorio Colella, Melissa Cosseta, Gloria Dorliguzzo, Chiara Montalbani,

Gioia Maria Morisco, Sara Muccioli, Camilla Negri, Stefano Roveda,

Francesca Ruggerini, Emanuele Serrecchia, Vilma Trevisan

assistente alla coreografia Elena Bertuzzi

drammaturgia musicale Alessandro Taverna

produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Festival Verdi – Parma

con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Regione Emilia Romagna-Assessorato alla Cultura, Provincia e Comune di Parma



Traviata è il primo capitolo del progetto Corpo a Corpo Verdi – Trittico (2011-2013), coprodotto dal Festival Verdi e ispirato alla “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi, a cui è seguito nel gennaio 2012 Rigoletto con debutto al Théâtre de Suresnes Jean Vilar di Parigi e che vedrà nel 2013 a Parma, in occasione del bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, l’intero Trittico con Trovatore in prima assoluta.


Violetta contro tutti. Violetta in bianco, speranza di purezza, Violetta in rosso, perché le sanguina il cuore. Un cuore che forse sarebbe stato meglio non fosse mai battuto. Meno dolore, meno contrasto. Violetta, una storia in cui scorre il senso della fine ad ogni alzar di calice. Nulla si risolve. È tardi. È tardi. Dietro i valzer, il male che attende. Dietro le feste e la forma, il marciume di una società in vendita, vuota, scintillante. Addio, del passato bei sogni ridenti. Perché non si è pura siccome un angelo. Questa donna conoscete? Amami, Alfredo… Aver conversato con Monica Casadei sul debutto del primo capitolo del progetto triennale Corpo a Corpo Verdi, ovvero Traviata, ci ha catapultati all’interno di un viaggio coreografico in cui la danza e l’opera duettano dando corpo a un fluire di immagini sbrigliato da qualsiasi volontà di aderenza didascalica, eppure legato a doppio filo al dramma di Violetta. Viaggio in cui vibra il sentimento amoroso di chi spera, legato tragicamente alla sensazione di sapere che tutto finisce, mentre si consuma il conflitto tra singolo e società, pubblica facciata e privato sentire. Ci vuole coraggio e determinazione, ma Casadei, coreografa volitiva e combattiva ne ha eccome, e accetta la proposta di intraprendere un progetto coreografico sulla trilogia popolare di Giuseppe Verdi, ovvero Traviata, Rigoletto e Trovatore. Tre creazioni da qui al 2013, su commissione del Festival Verdi, coproduttore per Traviata in tandem con il Comunale di Ferrara, nelle quali sarà il codice danza a confrontarsi con una tradizione lirica intramontabile quanto conosciuta ai più. Un Corpo a Corpo, nato dal fatto di misurarsi con una musica che non possiamo pensare slegata dalle scene, complice un artista, Verdi, drammaturgo ancor prima che compositore. Per Traviata, quell’Amami, Alfredo, quel libiam ne’ lieti calici, quel croce e delizia, quel sì, piangi, quell’è tardi, qualunque sia la taratura della passione per il bel canto di chi legge, sono parole che si legano nella memoria a voci, ad arie, musiche, storie, teatri, a partire dalle pagine del libro, fonte dell’opera verdiana. Alfredo e Violetta si mischiano nella mente con Marguerite e Armand, i protagonisti dello struggente romanzo La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, 1848, una storia, scriveva il suo autore, che ha un solo merito: “quello di essere vera”. Perché è la società reale con il suo conformismo di copertura che pulsa nelle pagine di Dumas e in Marguerite, nome di fantasia sotto cui si nascondeva quella Marie Duplessis, morta di tisi, sepolta a Montmartre e amata dal giovane scrittore.

Romanzo che diventa prima dramma teatrale, poi opera lirica, poi balletto. Da Eleonora Duse a Sarah Bernhardt, da Maria Callas a Alessandra Ferri, Marie/Marguerite/Violetta con la voce, il canto o l’emozione del corpo che danza ha fatto piangere intere generazioni. Ma quale Traviata vedremo stasera?

Una Traviata letta dal punto di vista di Violetta. Violetta, appunto, contro tutti. Violetta al centro di una società maschilista espressa da un coro in nero. Violetta moltiplicata in tanti elementi femminili, in tanti spaccati di cuore. Violetta disprezzata, che anela, pur malata, pur cortigiana, a qualcosa di puro. Violetta contro cui si scagliano le regole borghesi espresse dal padre di Alfredo, Giorgio Germont, emblema di una società dalla morale malsana. Una società in cui per certi versi si rispecchia a distanza anche la nostra.

Ed ecco Violetta in mezzo a altre Violette, gonna bianca, gonna della festa, gonna del libiam, ma anche del dolore, di un assolo danzato di schiena, in cui assolo significa solitudine, viaggio verso la morte, cammino verso il proprio funerale: e intanto ascoltiamo l’addio, del passato. Traviata ha significato per Casadei e i suoi collaboratori, da Alessandro Taverna, autore della drammaturgia musicale, a Luca Vianini, che ha curato l’elaborazione musicale, entrare nel dramma di Violetta, di questa donna a cui è negata la speranza di un sentimento d’amore. Perché, se come prostituta felice del suo ruolo poteva essere integrata nascostamente dalla società, da cortigiana animata dal desiderio di uscire dal suo destino, non poteva che essere punita dalla malattia, dalla morte, dal disprezzo. Uccisa dall’ipocrisia del coro. Alfredo perciò è nello spettacolo soprattutto un uomo di poco spessore, schiacciato dalle azioni del padre. Appartiene anch’egli al coro. Viene evocato più per la scena della festa da Flora, che per le sue dichiarazioni d’amore. Ancora il disprezzo, ancora lo scontro con la società delle apparenze: qui testimon vi chiamo/ che qui pagata io l’ho. E allora ecco perché quell’ E’ tardi diventa la chiave del Corpo a Corpo Traviata della compagnia Artemis. Due parole che risuonano come una campana a morte. Perché nulla può essere recuperato. Perché Violetta, in abito rosso, danza e il suo cuore non può che grondare sangue, sangue che è la tisi ma che è anche segno di una ferita interiore da cui non c’è che scampo. La società che tutto vede e controlla vuole il suo sacrificio. Sì, piangi, o misera”. Come finire dunque? Come terminare questa visione in bianco e nero, sporcata dal rosso e dal dolore? Che sia con Amami, Alfredo, che ascolteremo in un mix di tante edizioni celebri, un’invocazione che è un grido di morte. Perché se nell’opera ascoltiamo Amami, Alfredo dopo l’incontro decisivo tra Violetta e il padre di Alfredo, nello spettacolo quest’invocazione è spostata al finale. Un urlo di disperazione, un grido di solitudine, in una Traviata molto femminile nella quale la partita non si gioca sulla decorazione, ma sull’esplodere di un’energia fisica di dolore, specchio dell’anima.


Un cuore che gronda

Appunti da una conversazione con Monica Casadei intorno a Corpo a Corpo Traviata

di Francesca Pedroni

4 aprile 2013 CONTEMPORANEO


Jolefilm


ITIS GALILEO


di Francesco Niccolini, Marco Paolini

con Marco Paolini

consulenza storica Giovanni De Martis

consulenza scientifica Stefano Gattei

consolle audio Gabriele Turra

scenotecnica Yurji Pevere

direzione tecnica Marco Busetto

illuminotecnica e fonica Ombre Rosse



ITIS Galileo nasce da alcune domande e riflessioni intorno a Galileo e Copernico e al mondo in cui hanno vissuto che da un paio d’anni ho cominciato a scambiare con amici e collaboratori che con me hanno iniziato a studiare l’argomento. Da quei ragionamenti, da quelle letture sono nati gli spunti per questo racconto, spunti da cui vale la pena di partire per continuare a cercare le domande giuste per interrogare il presente. Una fra tante: come mai quattrocento anni dopo Galileo per fare l’oroscopo continuiamo a scrutar le stelle come fossero fisse, che cielo usiamo, quello di Copernico o quello di Tolomeo?

ITIS Galileo è teatro no profet. È l’occasione per ragionare di scienza mal digerita sui banchi di scuola, di argomenti ben portati da filosofi, maghi, preti e scienziati circa il modo di immaginare l’universo, di spiegare l’attrito e di far l’oroscopo. Galileo Galilei e gli altri: Claudio Tolomeo e Niccolò Copernico, Tycho Brahe e Giovanni Keplero, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Gneo Giulio Agricola e Andrea Vesalio. Forse non tutti sempre nella stessa sera e nello stesso ordine perché la forma scelta è quella di un racconto aperto con parti di dialogo e lettura sopra alle cose che legano Galileo ad Einstein e ce li rendono vicini, anche se a molti di noi non riesce di capire proprio bene bene cosa stanno dicendo. Però ci piacerebbe e forse val la pena di provarci, anche a teatro. Marco Paolini

BIGLIETTERIA

Teatro Persiani

tel. 071 7579445



ABBONAMENTI

1 – 10 ottobre rinnovi

11 – 20 ottobre nuovi

Biglietteria del Teatro Persiani

dal lunedì al sabato dalle ore 17 alle ore 20


PROSA [6 spettacoli]

settore A euro 140 ridotto* euro 110

settore B euro 110 ridotto* euro 80

settore C euro 80 ridotto* euro 55


CONTEMPORANEO [3 spettacoli]

posto unico numerato euro 30 ridotto* euro 20



BIGLIETTI

dal 23 ottobre vendita biglietti per tutti gli spettacoli di prosa e contemporaneo

biglietteria del Teatro Persiani

dal martedì al sabato

dalle ore 17 alle ore 19.30

nei giorni di spettacolo feriali

dalle ore 17

nei giorni di spettacolo festivi

dalle ore 15


PROSA

settore A euro 25 ridotto* euro 20

settore B euro 20 ridotto* euro 15

settore C euro 15 ridotto* euro 10

loggione euro 10


CONTEMPORANEO

posto unico numerato euro 15 ridotto* euro 10


*la riduzione è valida per i giovani fino a 25 anni e gli adulti oltre i 65 anni e convenzionati vari



INFORMAZIONI

AMAT

Ancona, corso Mazzini n. 99

071 2075880

www.amat.marche.it

info@amat.marche.it

 

 

INIZIO SPETTACOLI

feriali ore 21

festivi ore 17




18 Settembre 2012 alle 0:29 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
Tags:

Ricerca personalizzata