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Al via il Premio Volponi

di | in: Cultura e Spettacoli

Premio Volponi

PREMIO PAOLO VOLPONI 2012

IX Edizione

15 novembre – 1 dicembre

Giovedì 15 novembre

Fermo, Conservatorio “G. Pergolesi”, ore 18.00

Presentazione del libro di Tarcisio Tarquini “Conservatorio” (Ediesse, 2012)

Conversano con l’autore

Nella Brambatti, Sindaco di Fermo

Giuseppe Buondonno, Assessore alla Cultura della Provincia di Fermo

Antonio D’Antò, Direttore del Conservatorio di Frosinone

Massimo Mazzoni, Direttore del Conservatorio di Fermo

Venerdì 16 Novembre

Fermo, Sala dei Ritratti, ore 10.00

“Paolo Volponi e Adriano Olivetti”

Tavola rotonda sul tema

“Impresa responsabile e impresa irresponsabile”

Ne discutono

ValerianoBalloni, ISTAO Marche

Alvaro Cesaroni, Imprenditore

Bruno Lamborghini, Presidente Associazione archivio storico Olivetti Ivrea

Giuseppe Lupo, Critico letterario,

Pietro Marcolini, Assessore Regionale alla Cultura

Tarcisio Tarquini, EDITCOOP – CGIL

Fermo, Villa Vitali, ore 18.00

(in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea)

Apertura della mostra documentaria

“Il bene e il bello sociale” Lavoro e servizi Sociali alla Olivetti di Ivrea

Orari apertura da lun a ven 9-12.30 Sabato 15.30– 18 domenica 15.30 – 19 chiuso martedì e giovedì pomeriggio. ingresso libero

 

Monte Urano, Cine-teatro Arlecchino, ore 21.00

“Cantavamo, cantiamo, canteremo – canti per l’uguaglianza”

Spettacolo con

Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi

accompagnati da

Paolo Rocca al clarinetto, Fiore Benigni all’organetto e Fabrizio Cardosa agli strumenti a corde

Prende il via domani -giovedì 15 dicembre – il prestigioso Premio letterario Paolo Volponi –letteratura e impegno civile – con la presentazione del libro “Conservatori” di Tarcisio Tarquini. L’incontro si terrà alle ore 18 presso il Conservatorio“Pergolesi” di Fermo. Converseranno assieme all’autore Nella Brambatti, Sindaco di Fermo, Giuseppe Buondonno, Assessore alla Cultura della Provincia di Fermo, Antonio D’Antò, Direttore del Conservatorio di Frosinone e Massimo Mazzoni, Direttore del Conservatorio di Fermo.

IL LIBRO

Tarcisio Tarquini Conservatori (Ediesse)

Parte da lontano questo libro diviso in tre tempi, quando la scuola di musica era un luogo altro, come quello evocato da Romano Bilenchi nel suo Conservatorio di Santa Teresa, quello dell’educazione e dell’iniziazione alla vita. E attraverso racconti esemplari di più periodi, riconnette e aggrega i resoconti degli storici, la vita dei «figlioli» di Napoli, quella dei Maestri o, ancora, dei costruttori di strumenti musicali, cioè il mondo antico di ieri. Con l’arrivo perturbante e innovativo del jazz siamo quasi nell’oggi, che è la parte centrale, dove l’autore narra di progetti e contraddizioni, di querelle burocratiche che segnano il nostro tempo di crisi, di artisti lavorativamente sospesi tra canto barocco ed esibizioni da pianisti sull’oceano. Il libro si chiude con sei racconti che gettano uno sguardo su un altro conservatorio ancora, quello di domani, abitato dalle cantanti liriche coreane Jee e Hee, dalle contaminazioni di jazz, popular music, elettronica; dalle storie struggenti di un percussionista che muore in tenera età e di un suo amico di studi che ne tramanda, suonando, la memoria, e quella di Giordano, sedicenne autistico studente di pianoforte, che chiude il libro e il cerchio.
Tarcisio Tarquini, giornalista di formazione letteraria e presidente di un importante conservatorio italiano, quello di Frosinone, racconta dal di dentro, con cognizione di causa e una scrittura che si muove tra oggettività e pathos, le tante e ricche esperienze, le persone, i progetti e i sogni di innovazione di queste istituzioni miracolosamente in equilibrio tra antico e futuro; e, guardando attraverso il microcosmo del suo istituto, che qui diventa un prototipo, ci offre con questo lavoro a tutto campo una visione partecipe e appassionata della grande vitalità del mondo musicale italiano.
Il libro si chiude con un reportage fotografico di Mario Ritarossi, Il santuario più degno, sulla biblioteca del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, dove si trova custodita la partitura autografa di Mozart (un minuetto composto a Salisburgo nel 1773) ritratta nella copertina del volume.

TARCISIO TARQUINI

Saggista e giornalista, è presidente del conservatorio «Licinio Refice» di Frosinone. Tra i suoi scritti: Vecchie e nuove povertà, Ediesse, 1983; Il turpe mistero. Da Rigoletto al Pasticciaccio, Dismisura, 1984; con altri, Il welfare locale, Il Sole 24 Ore, 2001; con Cristiana Rogate, Il bilancio sociale, Maggioli, 2004, e Fiducia e responsabilità nel governo dell’ente pubblico, Maggioli, 2008. Nel 1995 cura l’edizione e l’introduzione del volume di Alfredo Bonelli, Io Gino Conti rivoluzionario di professione: memoria sulla Resistenza in Ciociaria, Arti grafiche Tofani; mentre con Mario Desiati, nel 2006, cura per Ediesse la raccolta di racconti Laboriosi oroscopi.



Venerdì 16 novembre

Sono ben tre gli appuntamenti in cartellone per venerdì 16 novembre tutti di grandissimo spessore culturale e civile. Si terrà -a Fermo, presso la Sala dei Ritratti, alle ore 10 – una tavola rotonda sul tema“Impresa responsabile e impresa irresponsabile”. Ne discutono Valeriano Balloni, ISTAO Marche – Alvaro Cesaroni, Imprenditore – Bruno Lamborghini, Presidente Associazione archivio storico Olivetti – Giuseppe Lupo, Critico letterario -Pietro Marcolini, Assessore Regionale alla Cultura – Tarcisio Tarquini, EDITCOOP – CGIL.

Fiore all’occhiello di questa edizione del premio è la collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea, con cui nasce la mostra documentaria “Il bene e il bello sociale” Lavoro e servizi Sociali alla Olivetti di Ivrea. L’esposizione -che sarà inaugurata alle ore 18 a Fermo, a Villa Vitali e resterà aperta fino al 15 dicembre – illustra attraverso foto, documenti, manifesti, filmati e pannelli descrittivi l’ampiezza dei servizi sociali proposti dalla Olivetti; servizi sociali sempre accompagnati da un forte impegno aziendale in tutti campi della cultura, dentro e fuori dell’azienda, al punto che la piccola città di Ivrea venne un tempo definita “la nuova Atene d’Italia”. La mostra resterà aperta fino al 15 dicembre. Orari apertura da lun a ven 9-12.30 Sabato 15.30 – 18 domenica 15.30 – 19 chiuso martedì e giovedì pomeriggio. ingresso libero

Alle ore 21 – a Monte Urano – al Cine-teatro Arlecchino si terrà lo spettacolo,Cantavamo,“Cantiamo, canteremo –canti per l’uguaglianza” – ad ingresso gratuito – con Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi accompagnati da Paolo Rocca al clarinetto, Fiore Benigni all’organetto e Fabrizio Cardosa agli strumenti a corde. Attraverso i canti sociali, di lavoro, politici e rivoluzionali, lo spettacolo ci ricorda il valore del lavoro, dei diritti sociali e dell’eguaglianza.


Canti per l’uguaglianza

Il valore del lavoro, i diritti sociali, l’idea di uguaglianza hanno subìto negli ultimi quattro lustri un’impressionante corrosione. Di più, una demolizione. Perché? Per tante ragioni. Ma la principale è quella culturale. La sottocultura stracciona del consumo, la virtualizzazione della vita che essa propaganda sono dilagate senza che vi fossero anticorpi ad arginare una tale infezione del senso dell’esistenza e a debellarla. Gli anticorpi contro questa pestilenziale epidemia sono i geni della cultura del lavoro, della giustizia sociale.
Il valore del lavoro, i diritti sociali, l’idea di uguaglianza hanno subìto negli ultimi quattro lustri un’impressionante corrosione. Di più, una demolizione. Perché? Per tante ragioni. Ma la principale è quella culturale. La sottocultura stracciona del consumo, la virtualizzazione della vita che essa propaganda sono dilagate senza che vi fossero anticorpi ad arginare una tale infezione del senso dell’esistenza e a debellarla. Gli anticorpi contro questa pestilenziale epidemia sono i geni della cultura del lavoro, della giustizia sociale. Ma coloro che dovevano avere cura di quel patrimonio genetico si sono fatti sedurre fino all’ebbrezza dall’estetica miserabile e volgare del facile arricchimento ed hanno scelto di essere ciechi davanti alle nuove servitù che si celavano dietro allo sfavillio delle false promesse del dio mercato, hanno guardato con sarcasmo protervo ed incolto la fonte sempre viva della memoria delle grandi passioni e delle lotte che hanno permesso all’umanità di progredire verso un mondo riscattato dall’oppressione e dallo sfruttamento. Questa memoria è uno strumento indispensabile per l’edificazione di un futuro degno, redento dalla logica del privilegio e ha nell’immenso repertorio del canto sociale, di lavoro, politico e rivoluzionario una delle sue espressioni più poderose e ricche che appartiene di diritto a tutti gli uomini liberi che
credono nel lavoro come fonte di giustizia e di uguaglianza. Questi canti sono stati creati e cantati con questo scopo, e con questa intenzione noi li cantiamo. Sono parte inestimabile dell’eredità che spetta alle future generazioni. Anche loro li canteranno per dire: “noi siamo esseri umani titolari di dignità e diritti, non servi del denaro e del consumo”.




15 Novembre 2012 alle 0:42 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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