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Vasco Bendini, Matteo Montani “Così lontani, così vicini”

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano

Vasco Bendini, Matteo Montani – Così lontani, così vicini (Copyright Fondazione Carichieti/Museo Palazzo de Mayo)


Se non fermate la luce, dovrò fare confini…

e non saper mai della materia quale assillo la possieda internamente

Nanni Cagnone – Il popolo delle cose (1996)


Abbandonarsi a ciò per cui occhio e ragione sembrano poco inclini, nasconde troppe volte una giusta percezione. La pittura pura, equilibrio di luce e colore, rinasce ogni volta e di nuovo nelle opere di Bendini e Montani, due alchimisti nel provocare la materia dialogando con la natura.

Sono opere che vivono di ossessioni: cieli, nuclei, maree e spiragli luminosi. Rappresentano soglie fisiche e sensoriali, manifestazione di pensieri e sentimenti in un mondo in cui gli uomini comunicano grazie a mezzi tecnologici.

E’ la necessità del respiro della pittura, quella che invoca Bendini nei suoi quadri, magmi di materia e campiture velate in cui far pascolare impulsi vitali, riflessioni intime, “naturali immagini d’attesa”, come lo stesso pittore definisce i suoi bianchi, ultimi punti e altissimi di una ricerca silente sfociata nelle rarefatte tele degli anni tra il 2008 e il 2012. Qui Bendini parla il linguaggio di vibrazioni fondamentali, come Om di mantra orientali la sua pittura ritorna al primo stato creaturale, fonema primordiale che poi altro non è che quel “suono dal suono del mondo”, come recita una delle sue serie di dipinti più stimolanti.

Il più giovane Montani, con mirabile dedizione al blu, sposta il nostro sguardo su tratti orizzontali, passa da fluide stesure a moltiplicazioni di nuclei, come scandagliando la materia naturale al microscopio ottico. Le sue opere parlano di rugiada, vento, soglie del cielo e calamitano l’occhio sulla superficie della carta abrasiva di cui consistono in radice, seppur mediate dal colore; colore di cui lui stesso parla come “immagine autogena e primigenia da consumare nel mondo”.

Due percorsi nella pittura e nella vita che ci consegnano possibilità di ascolti privilegiati, provano a farci comprendere cose di cui ignoravamo l’esistenza, come afferma Bendini nei suoi scritti:


“immagine che si apre a chi si apre

alla sua sorpresa

oscura necessità”


Vasco Bendini, Matteo Montani.

Così lontani, così vicini.

A cura di Gabriele Simongini

Museo Palazzo de Mayo – Chieti

Fino al 20 gennaio 2013

Catalogo: Allemandi&C




9 Dicembre 2012 alle 13:11 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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