Vasco Bendini. Il tempo, la luce.
di Francesco Serafini | in: Cultura e Spettacoli, Primo PianoMILANO – È plausibile pensare la pittura come simbiosi? Instaurare una relazione prima estetica e poi biologica tra l’opera d’arte e il suo interlocutore è come ascoltare due battiti all’unisono.
Le opere recenti di Vasco Bendini sono oggi, ancora, una sorpresa: si stabilizzano su lunghezze d’onda nuove, rispetto ad una imponente ricerca che dura da sessant’anni.
Stimolano nuovi spazi mentali e trasmettono una lucidità inconsapevole che prima di tutto è insita nella creazione dell’opera: tele rarefatte che invitano alle essenziali matrici di bianco, nero, giallo.
Con delle trasposizioni da nuclei cerebrali a nuclei dipinti, Bendini stabilisce una inedita distanza tra il sé e l’opera al momento del crescere dell’immagine: nitore ed equilibrio estremi prendono il posto delle profondità, a tratti oscure ma avvolgenti, del passato.
Opere che si presentano, secondo l’artista, “con autorità perfettamente intellegibile”: ed è così che la condizione mentale da armonia anche al respiro fisico, come un principio eterico.
L’osservatore instaura un rapporto quasi mutuale con le forme, fluide e in equilibrio, in cui bianchi farinosi e mistici rivelano nuovi albori; questi quadri trasmettono una innata condizione di grazia, sono primordio e confine rispetto al reale e, come afferma Bendini “il limite si delinea nel fuori, e la soglia mi appare come un’intima tana, dove la luce ti acceca”.
Vasco Bendini. Il tempo, la luce.
a cura di Flaminio Gualdoni
Galleria Bianconi
Via Lecco 20, Milano
Info: www.galleriabianconi.com
fino al 20 novembre 2010