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Bendini, Mathieu, Rainer: le possibilità del gesto

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano


La 54^ edizione del Premio Marina di Ravenna rende omaggio ai tre maestri informali europei.


Apre Georges Mathieu, le sale del segno: opere che elevano il gesto concentrato e cadenzato a cifra elegantissima, con gli spazi sulle tele che si dispongono orizzontali, lasciando pochissimo all’immaginazione.

I dipinti ipnotizzano lo sguardo con spremiture nette di tubetti su fondi a monodimensione, talvolta sopraffatti da frantumazioni cromatiche violente (Espace profond), svolgendo la carica espressiva quasi in profili urbani orientali (Luischaux, 1970).

Pittura che svetta armonica in una china del 1962 (Composition), in cui il tachisme ripudia il colore cedendo il passo ad un equilibrio musicale di purezza.

Modus monocorde e cupo, quello di Arnulf Rainer: olio materico, trascinato su spessi cartoni a voler cancellare pensieri, emozioni e ricordi (Senza titolo, 1996). Una pittura tormentata che si impone ogni volta per sovrapposizione, soffoca lo sguardo e rende la percezione un’ipotesi (Nuvola, 1980).

Riaccende la speranza l’invito a scavare dentro di sé con le proprie mani (Senza titolo, 1998): può accadere, così, di scoprire rinnovate pulsioni, vitalità e inattesi equilibri.

Gli spazi di Vasco Bendini ci portano in verticale: ciascuna grande tela traccia un percorso autonomo (ad eccezione del polittico sul ciclo della vita), sempre nuovo, emozionale.

Urge raccogliere a sé ogni senso, prima di avanzare, disporsi a interpretare una parola che solo la pittura sa pronunciare.

Tele brune, nelle ultime ricerche, in cui esplodono bianchi pieni che corroborano i sensi (Senza titolo n. 7, 2010), gaudenti nell’infinito e lineare dialogo con il nero.

L’indagine naturale è nell’osservazione dei fenomeni: in 28 luglio, 2005 le campiture fluide fatte di ombre, luci e vuoti innescano un meccanismo onirico, per cui solo i frammenti di materia sulla tela sono un ancora al reale.

Guardare dentro se stessi, ovvero un bilancio dell’esistenza, nei colori mobili di Senza titolo n. 5, 2010: solitudini e difficoltà, bene impresse là in fondo, aiutano a procedere con una freschezza rosea di nuova infanzia, qui innanzi.


Bendini, Mathieu, Rainer

a cura di Claudio Spadoni

Museo d’Arte della città di Ravenna

Info: http://www.museocitta.ra.it/mostre/mostre_in_corso/

fino al 26 settembre 2010





1 Settembre 2010 alle 14:22 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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