Benito Rossi

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo la vendita degli immobili comunali ci chiediamo cosa resti da fare per recuperare fondi economici ammesso e non concesso che questo modo di fare politica sia corretto ma soprattutto efficace per il bene pubblico. Una becera operazione di cassa si tratta. Ricordiamo bene la diatriba politico giudiziaria sulla vendita delle scuole, oggi paradossalmente riproposta in vendita dalla stessa compagine politica che voto’ contro.

Al di là dei tanti dubbi che sorgono sulla reale convenienza per i costruttori a realizzare appartamenti da vendere ( chi compra scusate?? Visti i tanti immobili invenduti a prezzi molto molto allettanti!) ci chiediamo piuttosto se l’amministrazione comunale non possa recuperare affitti che oggi esborsa attraverso l’utilizzo delle unità immobili di proprietà pubblica che oggi vorrebbe mettere in vendita.

Dalle cifre che si leggono nei mass media, si e no, il recupero ammonta a poco più di 1 mil di euro; ecco! fatta questa operazione cosa rimane poi da fare? Tra l’altro la manutenzione generale oggi ha assunto una dimensione di una spesa talmente grave dove il milione di euro non arrivererebbe a coprire neanche un decimo della spesa complessiva.

Oltre tutto, ballarin, piscina, campo di atletica, ex gil sono ancora in uso mentre l’area rambelli è frutto di una donazione.

Ricordiamo bene che le scuole non furono vendute per effetto di un atto politico che definiamo normale, di contro, di coraggio visto i politicanti di cui siamo circondati ma anche perché dentro quelle scuole c’erano ancora i bambini, quindi in uso; ora pero’ hanno imparato il gioco ed i bambini sono stati tolti.

Tra l’altro anticipare i PORU al PRG si puo’?? Concludiamo sostenendo che il recupero della spesa corrente comunale puo’ essere abbattuto attraverso l’utilizzo delle strutture pubbliche e meglio ancora con la messa a rendita delle stesse.

Associazione Politico Culturale

-Orgoglio Civico-

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