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Le Marche al Vinitaly

di | in: Cronaca e Attualità, dalla Regione Marche, Speciali

stand della Regione Marche al Vinitaly 2014

(Verona, 6 aprile 2014). 

VINITALY, REGIONE MARCHE: EXPORT +36%, E’ BOOM PER VERDICCHIO (+41,6%)

SOFFRE MERCATO INTERNO, -9,4% IN VALORE

 

È boom per l’export dei vini marchigiani con un +36% rispetto al 2012: su un fatturato complessivo del pianeta vino che nelle Marche supera i 136 milioni (+8,8%), le esportazioni valgono oltre 68 milioni di euro, il 50% del totale. A fare da traino è il Verdicchio – il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane 2014 e ambasciatore delle Marche nel mondo – che con 17 mln di euro assorbe circa il 25% delle esportazioni e fa un balzo sorprendente nel 2013: +41,6% in valore e +10% in quantità (8 milioni e mezzo le bottiglie all’estero). Merito di politiche promozionali vincenti e di una riconosciuta qualità, a partire dalla crescita del prezzo medio del Verdicchio a ettolitro, aumentato del 17,6% rispetto all’anno precedente (dati Ismea). Ma anche della versatilità dell’offerta, sia in termini di varietà – dal Verdicchio al Rosso Piceno, dall’Offida Pecorino al Falerio, dalla Lacrima all’Igt Marche – che di rapporto qualità-prezzo, con bottiglie dai 3 ai 10 euro e oltre. Un boom dell’export che è andato a compensare il -9,4% in valore del mercato interno rispetto al 2012. Fondamentale perciò è stato il sostegno della Regione Marche, che negli ultimi quattro anni ha investito attraverso Ocm e Psr 11.159.000 euro per i viticoltori. A sottolineare la vocazione export oriented dei vini marchigiani è stata l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina, intervenuta oggi nella giornata inaugurale del Vinitaly in rappresentanza del presidente della Regione  Marche, Gian Mario Spacca, assieme ai direttori dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e del Consorzio Vini Piceni, Armando Falcioni.

Tra i Paesi di riferimento della regione vitivinicola più collinare e più longeva d’Italia, Stati Uniti (che assorbono circa il 60% dell’export), Canada e Giappone. Nel Vecchio Continente la parte da leone la fa l’Europa del Nord: Belgio, Olanda, Germania, Svezia e Inghilterra, con un mercato che vale circa 13 milioni di euro sui 20 milioni dell’Ue-28. Buone performance extra Ue anche in Svizzera e in Norvegia, destinazione sulla quale si stanno concentrando molte cantine marchigiane. Sul fatturato totale dei vini marchigiani, l’accelerazione maggiore (+10,3%) la porta la qualità delle produzioni a marchio Doc, Docg e Igt, che passano da 80 a 88,2 milioni di euro. Significativa la linea degli spumanti (il cui simbolo regionale, oltre al Verdicchio, è la Vernaccia di Serrapetrona, unico vino italiano che subisce tre fasi di spumantizzazione), che incide complessivamente per 36,2 milioni e registra un +15% sul 2012.

Tra i segmenti emergenti, in linea col dato nazionale, c’è anche il biologico. Con circa 3.278 ettari di superficie vitata bio (fonte: Sinab), pari al 19% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), le Marche sono la sesta regione d’Italia più votata alla viticoltura bio (dopo Sicilia, Puglia, Toscana, Umbria e Abruzzo). Un interesse verso il settore che ha portato alla nascita di un’associazione di ‘vignaioli bio’ sul territorio. Si chiama Terroir Marche, con 8 produttori che su 93 ettari hanno sposato la filosofia biologica, per una produzione complessiva di 338mila bottiglie. La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica. Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva. 

 

 

Premio Cangrande alla Cantina Di Ruscio di Fermo

Malaspina: “Tradizione e innovazione alla base del successo della nostra vitivinicoltura”

Un riconoscimento alla tradizione e all’innovazione che sa legarsi al territorio. Sono le motivazioni alla base del conferimento del Premio Cangrande 2014 alla Cantina Di Ruscio: un’azienda nota da più di cinquant’anni, nella provincia di Fermo, per la produzione e la commercializzazioni di vini locali. Il riconoscimento è stato conferito oggi, a Verona, in apertura della 48a edizione del Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e dei distillati che richiama, nella città scaligera, i principali operatori del settore a livello mondiale. Le Marche hanno segnalato l’azienda di Campofilone, alla quale lavorano tutti i componenti del nucleo familiare. L’assessore all’Agricoltura, Maura Malaspina, ha consegnato il premio nel corso della cerimonia di conferimento presso il Centro congressi di Verona Fiere. “La motivazione del premio Cangrande – sottolinea l’assessore Malaspina – sta proprio nel continuo percorso di inserimento delle giovani generazioni che, all’interno della storia cinquantennale della stessa, ha caratterizzato il percorso dell’azienda, promuovendo un continuo cambiamento e una crescita costante dell’attività, senza mai dimenticare la tradizione e il territorio. Da questo punto di vista i Di Ruscio rappresentano un esempio della vitalità della vitiviticoltura marchigiana che sa crescere ed espandersi guardando al futuro, partendo dalla salda esperienza delle tradizioni e del passato per migliorare la qualità e la genuinità del prodotto”. L’azienda Di Ruscio ha una capacità produttiva annuale che varia tra i 15.000 e i 20.000 ettolitri di vino, valore mutevole per via del rispetto rigoroso della filosofia aziendale: fornire un vino di qualità a un prezzo compatibile con le esigenze del mercato. Sin dalla produzione, la Cantina si differenzia da molte altre realtà locali: il titolare ed enologo Mario Di Ruscio, infatti, segue in maniera capillare la fase di coltivazione delle uve in vigne di alta qualità che producono frutti accuratamente selezionati da vari viticoltori della zona. Produttori che negli anni sono fidelizzati e stimolati all’accrescimento dei valori enologici grazie alle nozioni fornite dalla famiglia di riferimento. In bottiglia o sfusa, la produzione aziendale spazia dal Pecorino alla Passarina, dal Verdicchio al Rosso Piceno. Il premio “Cangrande per i Benemeriti della Vitivinicoltura” dal 1973 premia i grandi interpreti del mondo enologico italiano. È un prestigioso riconoscimento che viene assegnato seguendo le indicazioni degli assessorati regionali all’Agricoltura che segnalano quanti, con la propria attività professionale o imprenditoriale, abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese. I nomi di questi professionisti e imprenditori premiati vanno ad arricchire un Albo d’Oro composto da personalità che hanno fortemente contribuito alla crescita del sistema viticolo ed enologico italiano, tanto da farne un modello di riferimento internazionale.

VINITALY: INDAGINE, IL SEGRETO DELLA LONGEVITÀ? VINO NEI PASTI E NIENTE SUPERALCOLICI, PAROLA DEI CENTENARI MARCHIGIANI

COSA CAMBIA TRA ABITUDINI ENOALIMENTARI ITALIANE E QUELLE DEI CAMPIONI DI LUNGA VITA

(Verona, 6 aprile 2014). Durante i pasti bevono un paio di bicchieri di vino, non fanno diete particolari, non bevono superalcolici. E godono di ottima salute psicofisica. Al Vinitaly la Regione Marche ha voluto indagare sull’elisir di lunga vita che sta contagiando molti suoi cittadini, primi in Italia per speranza di vita (i maschi) e primi in assoluto – dopo sorpasso alla Sardegna – anche per numero di centenari, che in vent’anni si sono quintuplicati passando da 99 a 507. L’indagine, condotta su un campione stocastico di 3.121 individui ‘over 60’ dal professor Gabriele Micozzi, docente di marketing all’Università Politecnica delle Marche, restituisce risultati sorprendenti sulle abitudini eno-alimentari della terza età marchigiana a confronto con quelle dei pari età nazionali. E il vino è un protagonista principale di un modello che vede 9 anziani marchigiani su 10 bere vino quasi tutti i giorni, con un paio di bicchieri per ogni pasto. Un dato ben superiore alla media nazionale (69%) che rimane alto anche se si considerano le fasce di età più avanzate: il 95,6% dei maschi tra i 75 e gli 80 anni consuma infatti ancora vino, dato che ‘fisiologicamente’ scende – ma di poco – per gli ultraottantenni (68%) che comunque dichiarano di bere tutti i giorni o 5 volte alla settimana. La tendenza si inverte se si considera la percentuale di ‘over 60‘ marchigiani che consumano superalcolici: solo l’1% delle donne e l’11% degli uomini (7%), contro una media italiana che si attesta al 16%. “Questa è un’analisi scientifica dei comportamenti sociali e delle abitudini di vita che evidenzia nelle Marche una unicità di stile di vita – ha detto il professor Gabriele Micozzi, che ha svolto l’indagine per conto di Imt – lo scopo non era rilevare da un punto di vista medico il grado di salute dei marchigiani ma cogliere dai comportamenti preziosi indizi sulla longevità. E in questo caso di indizi ne abbiamo trovati così tanti da farne quasi una prova”. Restando alle differenze di abitudini su terza età e vino, emergono altre rivelazioni sorprendenti: solo un marchigiano su tre – contro il 48% della media nazionale – ha cominciato a consumare vino dopo i 18 anni; con addirittura l’8% che ha confessato di aver bevuto il primo bicchiere a meno di 14 anni. Per l’iniziazione – quasi sempre in famiglia – i gusti e l’acquisto, ancora una volta si scopre nel campione regionale una tradizione culturale difficile da smantellare, nonostante le sollecitazioni della modernità, con l’uomo che preferisce il vino rosso e la donna di gran lunga il bianco, con i vini da tavola a farla da padroni e soprattutto con la stragrande maggioranza che al contrario della media nazionale preferisce di gran lunga acquistare vini – ovviamente regionali – in azienda agricola (63%) rispetto al supermercato (18%), all’enoteca (10%) o alla produzione propria (9%), mentre nessuno acquista ancora on line.

ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA

Ma il senso dei marchigiani per una buona (e lunga) qualità della vita non si ferma qui. Secondo l’indagine, gli anziani della regione sono meno sedentari (27% contro il 38% nazionale), e soprattutto hanno praticato o praticano maggior attività fisica, che non è la pratica sportiva (38%), quanto il lavoro in campagna o in altre attività che obbligano al movimento; qui il campione regionale si stacca di molto rispetto alla media del Paese, con l’84% degli anziani marchigiani in movimento contro il 54%. Anche sull’alimentazione le differenze sono molte e ci riportano ad antichi usi e consumi. Nove marchigiani su dieci consumano carne, verdura e frutta di ‘produzione propria’ o comunque di ‘produzione e/o coltivazione diretta’: un dato altissimo in confronto alla media nazionale si ferma al 36%. L’alimentazione è principalmente mista (74%) e quasi mai il modello marchigiano adotta una dieta costante (7%, contro il 21% degli italiani).

SALUTE

Infine, un focus sul grado di soddisfazione psicofisica dei ‘ragazzi del boom’, autentici testimonial del nuovo ‘modello Marche’: oltre la metà degli abitanti (53%) non ha mai avuto problemi di salute (34% la media italiana), con l’84% che gode di buona salute (contro il 61%) e il 78% che si dichiara ‘felice’ (contro 60% degli anziani del Paese), evidentemente anche grazie al vino, che ‘ha influenzato positivamente sulla salute’ per il 78% (contro il 46% in Italia) e alla propria regione, definita ‘serena’ quasi da tutti.

Indagine commissionata da Imt (Istituto marchigiano tutela vini) e condotta da Gabriele Micozzi, docente MarketingUniversità Politecnica delle Marche. 3121 interviste nelle Marche e in Italia: 38% interviste Marche – 62% interviste Italiacampione stocastico, Febbraio – Marzo 2014

La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica

Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva.




6 Aprile 2014 alle 22:59 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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