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da Ascoli Piceno

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Ascoli Piceno

BUONI ACQUISTO PER LE NECESSITA’ DEI CINQUE ISC CONSEGNATI OGGI DAL CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE E DI SOLLIEVO BRUNO DI ODOARDO

 

 

Buoni acquisto per 2.700 euro sono stati consegnati oggi dal Circolo ricreativo culturale e di sollievo dedicato a Bruno Di Odoardo (che fu assessore all’Urbanistica e Protezione Civile della giunta regionale Marche dal 1995 al 2000), promosso dall’A.D.A. (Associazione per i Diritti degli Anziani) e dall’Amministrazione Comunale ai dirigenti dei cinque Istituti Scolastici Comprensivi.

Nel corso di una simpatica cerimonia presso la sede del Circolo a Pennile di Sotto, la presidente Paola Luzi e il vicepresidente, nonché ideatore e fondatore del Circolo stesso, Francesco Fabiani, hanno consegnato ai direttori dei cinque ISC cittadini: Falcone e Borsellino, D’Azeglio, Borgo Solestà, Luciani – S.Filippo e Don Giussani di Monticelli, buoni acquisto per materiale didattico finalizzato alle necessità delle scuole, dai quaderni alle penne, dai fogli alla colla.

Per l’Amministrazione Comunale erano presenti il vice sindaco e assessore ai Servizi Sociali, Donatella Ferretti e l’assessore alla Pubblica Istruzione, Massimiliano Brugni che nei loro interventi hanno voluto sottolineare la valenza sociale di questa iniziativa del Circolo, non nuovo ad interventi nel sociale come quella dello “Home Care Premium”, promossa di concerto con l’assessore alle politiche sociali, per il sostegno e il sollievo in favore degli anziani della città.

L’iniziativa odierna, hanno sottolineato i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, è un simpatico segnale di rapporto intergenerazionale poiché lo scambio di esperienze tra anziani e giovani è alla base di una società solidale e che gli anziani sono una risorsa fondamentale del vivere civile.

Io, Paolo D’Erasmo e i dubbi di Agata Christie

 

 

Guido CastelliGuido Castelli

Ascoli Piceno – Il Presidente D’Erasmo suona la grancassa e comunica al mondo la buona novella del recupero di una somma importante, ben 2.840.000 euro, derivante da economie del “vecchio” patto per l’agricoltura e la pesca.

Il Presidente tuttavia si scorda di aggiungere qualche piccolo dettaglio e cioè che a salvare dalla perenzione quei fondi, lo scorso luglio, fu il sottoscritto. All’inizio dell’estate 2014 appresi da fonti ministeriali che un somma di poco inferiore ai tre milioni giaceva nelle casse romane del dicastero a causa dell’avvenuta messa in liquidazione della società “Piceno Sviluppo”. Andai al Ministero e convenni con l’Ing. Martini che il Comune di Ascoli Piceno si dichiarava disponibile a curare la gestione del Patto in luogo della società in liquidazione, potendo ottenere contestualmente la disponibilità dei tre milioni che avremmo potuto utilizzare per opere infrastrutturali di interesse pubblico.

Decisi di non polemizzare con D’Erasmo, anche perché – conoscendo le condizioni finanziarie dell’ente – ritenni preferibile mantenere un atteggiamento prudente e non farmi condizionare dal pregiudizio politico nei confronti del Presidente PD. Ora le cose sono cambiate e dopo quasi sei mesi posso dire che quel primo “sgarbo” ha tutte le caratteristiche per essere considerato una prima tessera di un mosaico anti – ascolano che si va componendo con sempre maggiore chiarezza.

Mi sbaglio ? Me lo auguro ma Agata Christie non sarebbe di questo avviso. Diceva infatti la scrittrice che “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. I tre milioni del patto tolti ad Ascoli, il mancato pagamento di più di due milioni di debiti verso l’Arengo, il golpe alla Start con il ritorno in organico del vecchio direttore, il veto ingiustificato sulla sesta vasca con la discriminazione di Ascoli nella distribuzione del traffico di rifiuti verso la Geta sono le evidenze più chiare che documentano il riflesso anti-ascolano di Palazzo San Filippo. Temo che D’Erasmo, se non sarà capace di cambiare rotta optando per una condotta più pragmatica, razionale ed istituzionale, rischi di portare la provincia in testa coda, o forse in bancarotta. Di questi tempi, dopo la riforma Delrio, è impossibile governare una provincia contro il capoluogo, un capoluogo che non può essere ridotto a bancomat di Palazzo San Filippo a causa degli autovelox distribuiti come tagliole sulle strade ascolane. Ecco le strade, per esempio la strada provinciale più importante, la Salaria che da giorni è interrotta con grande pregiudizio per tutti. Quell’interruzione è figlia della politica antiascolana di D’Erasmo ? Non lo so, non credo ma c’è un solo modo di dimostrarlo. Toglierla alla svelta e ridare una dimensione civile al transito lungo la Salaria. I soldi ci sono, sono proprio quei residui recuperati dal sottoscritto e requisiti da D’Erasmo. Potrebbe essere una prima tangibile risposta ai dubbi di Agata Christie.




2 Aprile 2015 alle 18:51 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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