Berlusconi addio!!!
di Redazione | in: Editorialidi Emanuela De Siati
2011-11-13 – Stamattina, mi sono svegliata, con la stessa sensazione di quando mi compro un paio di scarpe nuove, e ho pensato: – Berlusconi si è dimesso…..- .
Sono saltata giù dal letto con un’elasticità motoria insolita, non avevo neanche freddo, ho fatto una sana colazione, ho acceso la tv, ho pensato: – Ecco i rimasugli del berlusconismo, sarà duro lo smaltimento..Bim Bum Bam, Bonolis, le cretinate che fanno su Mediaset, i telegiornali fasulli e ridicoli, Fede, insomma, tutto quello che ha reso il mio bellissimo televisore a Led schermo piattissimo una spesa inutile, (tranne i documentari sulle migrazioni delle tartarughe marine).
Alfano, l’altra sera ha tenuto a precisare molto ‘democraticamente’ che senza l’approvazione del PDL non succede niente, ma che è contento di Monti. Vorrei vedere..se non è contento. Mi sembrava che dava la sua benedizione, senza che nessuno gliel’avesse mai chiesta, un lasciapassare senza essere considerato da nessuno. Secondo me ancora questa Italia non ci crede, secondo me siamo troppo scaramantici per poter considerare che Berlusconi si è dimesso. Ma vorrei dire, come a chi è stato vittima di un brutto trauma: – Non preoccuparti, è tutto finito, davvero, finito, Berlusconi non c’è più.
Ovviamente, lo smaltimento dei rifiuti sarà duro, specialmente la plastica a
cui siamo stati abituati fino ad adesso, che ci ha intossicati e corrotti. Ma
il lavoro, quello che serve a qualcosa, non quelli inutili per cui noi giovani
siamo stati chiamati a botte di colloqui, quel lavoro, ti stanca, ma ti
fortifica, ti nobilita.
Non ho paura dei sacrifici che dovrò affrontare, se serviranno a costruirmi
qualcosa, non avrò paura della grossa mole di lavoro, a cui pure siamo stati
abituati. Chi aveva davvero paura, aveva paura della non costruzione, o di
lavorare arricchendo non se stessi, ma i soliti ricchi.
Ma voglio polemizzare ancora su quell’Alfano che ha suscitato il mio sdegno l’
altra sera, quando ancora insisteva sul fatto che non era giusto fare cori ed
essere felici, per le dimissioni di Berlusconi (che io definirei fallimento);
questi ci vogliono dire pure quando poter essere felici, come se ridere e
impazzire di gioia non fosse un moto istintivo. Eh no…io mi sono sorbita vent’
anni di Mediaset, adesso, essere felice e liberata è la sensazione più bella
che oggi ognuno di noi possa provare. E su questa parola libertà, mi permetto
di fare una blanda analisi filosofica. Per anni ‘quelli di Berlusconi’ hanno
messo su una bleffa, una bugia, un inganno semantico di proporzioni stellari.
Hanno confuso parole buone con quelle cattive, le hanno sostituite. Ancora
ieri, il ministro del turismo, parlava di Liberismo come se fosse ‘Libertà’. Il
Liberismo in campo commerciale, significherà negozi aperti a tutte le ore, e ne
parlava come se fosse un’esplosione di allegra libertà dove tutti posso fare
quello che più gli piace. Sembrava che le commesse che erano andate a ballare
il sabato sera potessero chiamare la mattina dopo in negozio e dire: -Hey
Direttore, vengo più tardi…ieri ci sono andata giù pesante..-. La faccenda è un
po’ diversa: significa che i dipendenti, quali sono, saranno alle totali
dipendenze delle esigenze del negozio, se non alle stramberie di un negoziante
che decide di vendere calzini e reggiseni alle 3 del mattino di sabato , solo
perché a quell’ora c’è ancora gente in giro. Significa che quei dipendenti
potrebbero aumentare le ore lavorative, senza avere nessun aumento, significa
lavorare come si lavora in Pakistan, 18 ore filate, senza differenza tra il
giorno e la notte e se ti piace è così, se no te ne torni a casa. Questo è il
Liberismo, e c’è poco da sorridere quando lo si pronuncia caro ministro del
turismo.
Ma, dopo questa caduta di governo, dopo questo tonfo madornale, non riesco più
a dare drammaticità al testo, non voglio. Questo Natale sarà pieno di regali,
regali veri, quelli di una volta. So che è dura e che ci sono famiglie su
famiglie che non potranno permettersi nemmeno di fare un regalo ai figli. Io
chiedo a questi genitori un altro regalo, non solo per i loro pargoli, ma per
tutte le generazioni che verranno, di non fare più quello sbaglio che ci
avrebbe risparmiato molta sofferenza: NON VOTATE MAI PIU’ BERLUSCONI. (O CHI
GLI SOMIGLI).