Una giornata particolare con “l’anti-inquilino del sesto piano”

Una giornata particolare con “l’anti-inquilino del sesto piano”
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Nocera Inferiore, 2016-03-22 – Come spesso accade nelle trasposizioni in teatro di lavori cinematografici, lo spettatore è portato a comparare, a trovare le ‘differenze’ o le ‘similitudini’. Nel caso di ‘Una giornata particolare’, visto al Teatro Diana di Nocera Inferiore, direi che è davvero l’ultima cosa che potesse interessare.

Il racconto scorre con i ‘tempi’ teatrali in un modo così fluido da non lasciare spazio a comparazioni, appunto.

La trama è conosciuta, si immagina, da tutti. Nel film c’è la storia di una donna che vive ‘di riflesso’ le glorie e gli entusiami di un’ideologia, quella nazifascista, imperante nella numerosa famiglia,ma,di fatto, è un’infelice, sottomessa, usata e tradita da un marito ‘padrepadrone’.

L’uomo, l’altro protagonista, è un giornalista cacciato dalla radio perchè omosessuale.

Mi fermerei qui perché, ripeto, tanto si è scritto e detto su questo capolavoro di Ettore Scola, regista recentemente scomparso. E pensare che la regista Nora Venturini e l’attore Scarpati stavano già allestendo lo spettacolo mentre era in vita. Ci sarebbe davvero piaciuto il suo parere.

 

Chiaramente tutto è ‘fedele’ al racconto come è giusto che sia. Non siamo più in epoca di sperimentazioni o sconvolgimenti, soprattutto in teatro e soprattutto su un’opera di così alto valore artistico.

Quello che invece mi ha catturato per tutta l’ora e mezza di recita è stata l’eleganza e, assieme, la forza con cui gli attori e la regia hanno saputo pennellare ogni sfumatura.

Mi sono piaciuti i momenti di lunghe pause, alternate alle improvvise e studiate azioni vivaci: la preparazione frenetica della famiglia per la parata, la rumba improvvisata, il monopattino che attraversa la scena…

E Gabriele e Antonietta, due ‘bambini’ che scoprono in poche ore il piacere del gioco, dello scherzo, della risata incontrollata quasi forzata ma, alla fine, liberatoria.

Tutto è liberatorio nello scorrere di questa giornata particolare.

Giulio Scarpati/Gabriele recita e declama, sì…declama anche in modo esagerato, ridondante perché ‘ora’ è il momento di buttar fuori tutto, tra amarezza e rassegnazione e, nonostante il destino che lo allontanerà da tutto ciò che ha, la grande gioia di vivere ancora, in modo pieno, tutto.

 

Paradossi per lui, scoperte per lei, Valeria Solarino/Antonietta, che assapora la dolcezza di un uomo che le parla, non dà ordini, anzi, riordina la casa, sa far tutto, la aiuta e sa anche essere tenero e amarla, certamente meglio di un ‘maschio’, di ‘quei’ maschi che andavano di moda all’epoca.

E’ divertente giocare a nascondino tra le lenzuola stese sul terrazzo, rincorrersi, abbracciarsi.

 

Bello nonché estremamente commovente l’urlo di Gabriele quando quasi istericamente riesce finalmente a dire di essere ‘diverso’ . Un ‘tema’, tanto discusso ancora oggi, che è anche il punto di forza di questo lavoro teatrale, a mio avviso. Senza demagogismi ma cogliendo spunto dalla trama, ‘scoppia’ d’improvviso e un bel fremito emotivo serpeggia tra gli spettatori. Io l’ho sentito su me stessa e percepito nei presenti in sala. E quando ‘passa’ l’emozione dalle tavole del palco allo spettatore, vuol dire che si sono raggiunte le zone più intime di ognuno di noi, lasciando posto al pensiero e alla riflessione, magari dopo la pièce.

 

Il mescolarsi e l’alternarsi dei due piani scenici hanno reso bene la dimensione di due mondi che finiscono, tuttavia, per non essere più tanto separati.

Antonietta non ha più timore del marito prepotente: ora ha un libro tra le mani che le può aprire altri orizzonti e glielo ha dato lui, ‘l’anti-inquilino del sesto piano’, il ‘sovversivo’, il ‘diverso’ che le ha aperto le porte verso la curiosità di leggere per imparare.

Nemmeno Gabriele ha paura di andar via verso l’ ignoto destino: è pronto perchè è riuscito a parlare, ad ascoltare e ‘vivere bene ‘ fino all’ultimo minuto quella dannata attesa.

Mentre raccatta i suoi pochi beni materiali sa di aver lasciato una piccola eredità umana e un segno d’amore ad un’altra persona, ‘esclusa’ come lui. E di aver vissuto una giornata particolare.  Anna Maffei

 

Prossimamente a FERMO – Teatro dell’Aquila: 29 marzo 2016; ore 21,00

 

SITO WEB: “Arteteatro e…Giulio Scarpati”  

http://arteteatro-eva.blogspot.it/

 

UNA GIORNATA PARTICOLARE

di Ettore Scola e Ruggero Maccari adattamento Gigliola Fantoni

 

con

TONI FORNARI

e

GUGLIELMO POGGI    ANNA FERRAIOLI

ELISABETTA MIRRA   PAOLO MINNIELLI

 

scena LUIGI FERRIGNO     costumi MARIANNA CARBONE

luci RAFFAELE PERIN     video e suoni MARCO SCHIAVONI

regia

NORA VENTURINI

 

Lo spettacolo è dedicato al Maestro Ettore Scola, grande regista e sceneggiatore

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