La Violenza non ha sesso. Il Report: tanti gli uomini vittime di violenza

La Violenza non ha sesso. Il Report: tanti gli uomini vittime di violenza

Quando la Violenza è Femmina e i Maschi chiedono Aiuto
Centro Anti Violenza “OLTRE IL GENERE”
A TUTELA DEGLI UOMINI VITTIME DI VIOLENZA REPORT DI UN ANNO DI ATTIVITA’
dal 28-12-2020 al 28-12-2021
A cura di:  ANTONELLA BAIOCCHI
Psicoterapeuta, Esperta in Criminologia, Scrittrice
Coordinatore Nazionale del Primo Dipartimento Italiano a Tutela di Tutte le Vittime di Violenza, anche Maschili
Coordinatore e Responsabile Scientifico del CAV OLTRE IL GENERE
C.I.A.T.D.M. – Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori
Presidente Aurelia Passaseo, Vice Presidente Roberto Stendardo
Respondabile della sede sambenedettese Mara Vena
Sede legale:  Pordenone, Via Col Di Lana n. 3/3; C.F.: 91045930939;Web: http://www.www.org ;
Tel. Fax 0039.434.541255 – Cell. 373.8418139E; ciatdm.presidenza@virgilio.it
Sede Operativa
: S. Benedetto del Tronto, Via carducci, n. 65; cell. 351 520 7557;. ciatdm.sbt@libero.it

Iscritta al Registro Associazioni Volontariato del Comune col numero 071
.]

 

INDICE

Pag.

  1. PREMESSA

2

UNA GRAVE FALLA CULTURALE: IL BINOMIO DONNA VITTIMA UOMO CARNEFICE 2
LA VIOLENZA SUBITA DAGLI UOMINI: UNA SOLA INDAGINE IGNORATA NEI RISULTATI

3

IL DIRITTO ALLA TUTELA DEGLI UOMINI: TENUTO VIVO DA STOICI ED ISOLATI GRUPPI

4

LA RIVOLUZIONE CULTURALE PARTITA DA S. BENEDETTO DEL TRONTO

4

  1. DESCRIZIONE DEL CAV OLTRE IL GENERE

5

  1. IL REPORT DI UN ANNO DI FUNZIONAMENTO

6

PROFILO DELL’UOMO VITTIMA DI VIOLENZA

6

PROFILO DI CHI MALTRATTA 10
TIPO DI VIOLENZA SUBITA DAI 132 UOMINI VITTIMA DI VIOLENZA 11
FOCUS SULLA MAGGIORANZA DI VITTIME DEL CENTRO ITALIA 13
  1. DISCUSSIONE DEI RISULTATI
14
I MALTRATTANTI DI UOMINI E DONNE: SESSO E GRADO DI PARENTELA 15
DONNE CARNEFICI VITTIMIZZANO SIA DONNE CHE UOMINI NELL’86% DEI CASI 16
MAGGIORANZA DI DISSIDI CAUSATI DA DIVERGENZE CON PARTNER ED EX PARTNER 16
TIPI DI VIOLENZA SUBITA 16
175 MINORI ESPOSTI A VIOLENZA ASSISTITA 17
IL CENTRO ITALIA CON LE MARCHE: LA ZONA PIU’ RAPPRESENTATA 18
  1. CONCLUSIONI

19

  1. APPENDICE: LA MATRICE DELLA VIOLENZA IN BREVE

21

  1. OFFERTA PER ENTI PUBBLICI, PRIVATI E FORZE DELL’ORDINE

23

1 PREMESSA

Nonostante l’impegno costante della comunità scientifica, dei media, delle istituzioni e di gran parte del privato sociale, la violenza tra le mura domestiche e nella relazione affettiva non mostra segnali di remissione: dev’esserci senz’altro qualcosa che sfugge, che sabota l’analisi di questo fenomeno e l’efficcia delle strategie di fronteggiamento messe in atto.

Gran parte della responsabilità di questo fallimento è senz’altro da addossare ai limiti delle contromisure messe in atto negli ambiti legislativi, giuridici, educativi, culturali e sociali: c’è ancora molto da fare per renderle veramente efficaci nell’obiettivo di prevenzione e contenimento che si prefiggono.

Parte di responsabilità va anche addossata all’alto tasso di silenzio e omertà che accompagna la cosiddetta “violenza tra le mura domestiche”: i legami affettivi tra maltrattante e maltrattato concorrono infatti ad accrescere il cosiddetto “numero oscuro” e limitare la qualità dell’analisi del fenomeno rendendo difficoltoso tracciarne i confini.

Ma c’è anche dell’altro.

E’ necessario prendere consapevolezza di un ulteriore motivo, subdolo, che ha grande responsabilità nel persistere di questa piaga sociale: l’attuale cultura della violenza è contaminata da gravi “falle ideologiche” che inficiano i nobili obiettivi di comprensione, prevenzione e fronteggiamento che si prefiggono gli studiosi di questo fenomeno1.

UNA GRAVE FALLA CULTURALE: IL BINOMIO DONNA VITTIMA – UOMO CARNEFICE

Una grave falla culturale riguarda il binomio “Donna Vittima – Uomo Carnefice”.

Mi riferisco al fatto che l’opinione pubblica, scientifica, istituzionale e mediatica tende a ritenere

  • la violenza e la prevaricazione aspetti insiti nell’Uomo

  • e l’amore, l’umiltà e il rispetto aspetti insiti nella Donna.

Pochi sono consapevoli che si tratta di credenze distorte alla loro origine, basate solo su pregiudizi e preconcetti e su alcuna evidenza scientifica!

Queste tossiche credenze comportano deleterie conseguenze, tra cui quella, disastrosa, della concezione Unidirezionale della Violenza: inducono a prendere in considerazione solo l’eventualità che la vittima di violenza sia donna e che l’autore di violenza (il carnefice) sia uomo.

L’ipotesi che la violenza possa essere subita e/o agita da entrambi i sessi non è assolutamente contemplata. In questo modo si perpetua una sensibilizzazione unidirezionale (U>D)

  • che relega ad eccezioni non degne di essere prese in considerazione la possibilità che la violenza possa essere subita e/o agita da entrambi i sessi

  • e genera Vittime di Serie A (le Donne) e Vittime di serie B, gli Uomini per la tutela dei quali, ad oggi, lo Stato non spende un euro!

Mi sto battendo da anni per far comprendere la stoltezza dell’Unidirezionalità della Violenza, per far capire che l’abitudine di indirizzare l’attenzione sul “sesso” è frutto di un equivoco, indotto dall’innegabile realtà della Violenza di Genere, che vede da secoli la maggioranza di donne vittime di violenza e prevaricazione da parte prevaletemente di “carnefici” di sesso maschile. Ma la questione “sesso” è prevalentemente un aspetto contingente (senza carattere di necessità) che porta fuori strada e sabota gli interventi di prevenzione, fronteggiamento e contrato di questa piaga sociale. Non a caso da secoli prevaricati e discriminati NON sono solo le donne, ma anche altri esseri umani di qualsiasi altro sesso, considerati anch’essi “inferiori”: gli anziani, i malati, i portatori di qualche disabilità fisica e/o mentale, le persone di etnia diversa, di colore della pelle diversa, etc. etc.).

Tutte le vittime hanno necessità di essere tutelate, non solo le Donne!

Ma per farlo è necessario comprendere i meccanismi sottostanti ai comportamenti violenti, che riguardano, indistintamente, uomini e donne.

Divulgare la conoscenza delle dinamiche sottostanti i comportamenti violenti (sintetizzate nel capitolo 6 “Appendice: La matrice della violenza in breve”) è lo scopo principe che ci alimenta.

Solo comprendendole si potrà riuscirà a sfaldarne i meccanismi che fanno proliferare la violenza!

Il primo passo da fare è superare l’ equivoco dell’Unidirezionalità della Violenza, una credenza tossica, che oltretutto, come vedremo di seguito, non è sostenuta da alcuna evidenza scientifica.

LA VIOLENZA SUBITA DAGLI UOMINI: UNA SOLA INDAGINE IGNORATA NEI RISULTATI

Esistono dati infiniti per quanto riguarda la violenza nei confronti delle donne per mano dell’uomo!

Ma la violenza a ruoli invertiti, subita dall’uomo nell’ambito domestico-affettivo per mano della donna, non è stata assolutamente indagata!

Ad eccezione di un’unica, autorevolissima ricerca del 2012!

Nel Settembre-Dicembre 2012, nella Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. VI – N. 3 è stata infatti pubblicata una ricerca senza precedenti: “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile”2. Sviluppata da un equipe di studiosi capitanati dal professor Pasquale Giuseppe Macrì dell’Università di Arezzo, tra cui anche Fabio Nestola, curatore centri Studi Fenbi ed Ecpat, è stata la prima ed unica ricerca italiana che abbia indagato la violenza subita dagli uomini.

L’indagine, depositata presso il CNR, dal quale ha ricevuto verifica di conformità tecnica e bibliografica, è stata condotta utilizzando il modello di questionario proposto dall’ISTAT nel 2006 (leggermente riadattato per essere somministrabile anche agli uomini dato che era stato concepito per le donne).

E’ stata effettuata su 1.058 uomini ed ha portato a risultati sorprendenti: il 77% degli intervistati ha dichiarato di aver subito almeno una volta violenza psicologica da parte di una donna e il 63%, ha ammesso di aver subito violenza fisica proprio da parte di un’esponente di sesso femminile.

In sintesi, lo studio ha dimostrato

  • che la violenza è compiuta sia da uomini che da donne;

  • che l’uomo incontra estrema difficoltà nel riconoscersi come vittima, per cui anche per le vittime maschili esiste un sommerso enorme, così come per le vittime femminili;

  • l’insensatezza del perseverare nell’ignorare la violenza sugli uomini (sia maggiorenni che minorenni).

Uno studio straordinario, che va a colmare un vuoto informativo istituzionale inaccettabile nel terzo millennio e che rappresenta l’unica fonte di conoscenza di tale fenomeno in assenza di indagini ufficiali.

Nonostante questo, dal 2012, i risultati di questa ricerca sono rimasti ignorati ed ancora oggi non si placano le proteste di chi non accetta che anche le donne possono essere violente come gli uomini.

IL DIRITTO ALLA TUTELA DEGLI UOMINI: TENUTO VIVO DA STOICI ED ISOLATI GRUPPI

Il problema della mancanza di tutela delle vittime di sesso maschile, è stato tenuto vivo in questi anni, solo da stoici ed isolati gruppi privati. Nomino in ordine alfabetico solo quelli che si occupano di tutelare gli uomini in modo diretto:

  • Adiantum (Associazione di Bergamo, con Cardinale e Giacomo Rotoli);

  • Ankyra (Associazione di Milano, con Patrizia Montalenti e Veronica Coppola);

  • La Fionda (Sito Web di Roma, gestito da Fabio Nestola e Davide Stasi). Nasce dalla necessità di colmare il gap dovuto a un “professionismo dell’informazione ” troppo conformista e prono ai dettami di una cultura della violenza unidirezionale, solo dell’uomo verso la donna. Vi si espongono opinioni, chiavi di lettura, interpretazioni che non troverebbero mai posto nel corrente pensiero.

  • Lega uomini vittime di violenza (Associazione di Roma, con Rita Fadda e Filippo Zanella);

  • Padri Separati: varie Associazioni tra cui Separazione Papà (Ascoli, con Giovanni De Carolis ed Enrico Panichi)

  • Perseo (Associazione di Milano, con Alessandra Cova e Fulvia Siano);

Mai questa mancanza di tutela è stata denunciata da un amministratore pubblico. Tendenzialmente, infatti , ad ogni livello amministrativo (comunale, provinciale, regionale e statale), chiunque abbia necessità di raccogliere consensi e/o salvare “la poltrona” si guarda bene dall’esporsi a favore di questi scottanti argomenti.

Chi ci ha provato è stato duramente attaccato e costretto a retrocedere.

LA RIVOLUZIONE CULTURALE PARTITA DA S. BENEDETTO DEL TRONTO (AP)

L’unica amministrazione pubblica in Italia che è andata controcorrente in modo costante e ostinato, senza farsi intimidire dai duri attacchi di cui è stata oggetto, è stato il Comune di S. Benedetto del Tronto, con l’Assessore alle Pari Opportunità dott.ssa Antonella Baiocchi (la sottoscritta).

Erano anni che mi battevo per far comprendere che per difendere le donne dalla violenza che subiscono da secoli (difesa che mi ha sempre visto in prima linea) era necessario prima di tutto riconosce e superare le “falle della attuale cultura della violenza”.

Per questo, quando, nel 2016, l’allora Sindaco di S. Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, mi affidò l’incarico di Assessore, non mi sono lasciata sfuggire la preziosa opportunità “di cassa di risonanza” che mi avrebbe dato questo ruolo: per oltre cinque anni (dal 2016 a fine mandato, nell’ottobre 2021) ho quindi portato avanti, imperterrita, l’innovativa visuale della violenza sintetizzata nel seguente concetto: “la Violenza non deve essere vista come una questione legata al sesso, ma legata alla cultura “tossica” delle persone di qualsiasi sesso, cultura che espone chiunque (sia donne che uomini) a diventare Carnefici e Vittime”.

Di seguito alcune delle principali iniziative ideate in quegli anni, in cui non ho mai mancato di smuovere le coscienze in merito a questi delicati argomenti:

  • Innumerevoli convegni e conferenze a tema

  • Concorsi video sul tema della violenza interpretata oltre il consueto schema “Uomo Carnefice – Donna Vittima”

  • Articoli di giornali, ospitate in TV. L’aiuto dei Mass Media del territorio, nell’opera di divulgazione di questi innovativi concetti, è stato ed è fondamentale: a loro va il sentito ringraziamento mio personale e dell’associazione C.I.A.T.D.M..

  • L’istituzione dal maggio 2017 di una Cabina di Regia Antiviolenza Comunale, un tavolo di lavoro a cadenza mensile, per l’attuazione di politiche di prevenzione e contrasto alla violenza, composto da rappresentanti di enti pubblici e privati del territorio in grado di intercettare la violenza nell’ambito domestico ed affettivo (forze dell’ordine, ambito sanitario, scolastico, terzo settore, etc.).

  • L’istituzione, dal 10 marzo 2019 (dall’inizio del Lockdown), di una Task Force Solidale di Psicoterapeuti a disposizione gratuitamente a sostegno delle fragilità psicologiche conseguenti alla pandemia non solo delle donne ma esplicitamente diretta anche agli uomini.

  • L’apertura nel dicembre 2020 del CAV OLTRE IL GENERE: un embrionale Centro Anti Violenza per Uomini, il primo in Italia ad essere voluto da una amministrazione pubblica. La gestione è stata affidata all’associazione C.I.A.T.D.M.. L’attuale Report si riferisce al primo anno di questo servizio: dal 28 dicembre 2020 al 28 dicembre 2021.

  • L’installazione, a fine agosto 2021 (a coronamento di 5 anni di lavoro per la Tutela Inclusiva di tutte le vittime, anche maschili) della Prima Panchina “Oltre il Genere”, con un disegno simbolico a sostegno di tutte le vittime di violenza domestica ed affettiva (donne, minori e uomini): alla presenza di autorità Religiose, Civili e Militari è stata scoperta anche la Targa esplicativa dei concetti innovativi veicolati dalla Panchina.

Il disegno Inclusivo, è stato fatto realizzare dall’artista Pietra Barrasso (www.pietrabarrasso.com ).

2 DESCRIZIONE DEL CENTRO ANTI VIOLENZA (C.A.V.) OLTRE IL GENERE

Questo servizio è stato dettato da tre esigenze:

  1. dall’esigenza di sopperire in qualche modo alla vergognosa mancanza di tutela per gli uomini vittima di volenza: non tutti sanno, infatti, che i Centri Anti Violenza si occupano esclusivamente di Donne così come il 1522, il servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, gratuito e attivo 24 h su 24, che accoglie le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking solo di sesso femminile;

  2. dall’esigenza di rompere la cavernicola ritrosia delle amministrazioni pubbliche a “mettersi in gioco” su questa questione e rendere il Comune di S. Benedetto del Tronto il primo Comune d’Italia a volere un Servizio Anti Violenza per Uomini, considerato dissacratorio e scomodo dalla gran parte dell’opinione pubblica accecata dai luoghi comuni e dai pregiudizi;

  3. dall’esigenza di ulteriormente dimostrare quanto già dimostrato dalla ricerca del 2012 (che anche gli uomini subiscono violenza) nella speranza di contribuire a far promuovere dallo Stato misure idonee a colmare questa vergognosa mancanza di tutela verso le vittime di sesso maschile: attivare Centri Anti Violenza per Uomini.

OBIETTIVI DEL CAV OLTRE IL GENERE

  • Offrire Ascolto ed indicazioni per uscire dal Circuito della Violenza, ad Uomini che subiscono Maltrattamenti fisici e psicologici, Prevaricazione, Stalking, Bullismo, etc..

  • Essere un punto di riferimento per le Persone Maltrattanti, al fine di aiutarle a comprendere come liberarsi dalla propria aggressività e come gestire le divergenze in modo rispettoso.

  • Prevenire Atti Estremi (suicidio, omicidio, suicidio-omicidio);

  • Offrire occasioni psicoeducative alla cittadinanza per contrastare la violenza e promuovere relazioni più serene con se stessi e con gli altri attraverso varie modalità (ad esempio conferenze, corsi).

DESTINATARI DEL CAV OLTRE IL GENERE

  • Uomini di qualsiasi età “vittime” di violenza, prevaricazione, bullismo, stalking, ricatti, persecuzione.

  • Uomini e Donne Maltrattanti

  • Uomini e Donne preoccupati di commettere Atti Estremi (suicidio, omicidio, suicidio-omicidio);

  • Uomini e Donne testimoni di “violenze subita da terze persone” (compresa la Violenza Assistita, il Bullismo, la violenza sugli Anziani e ogni forma di discriminazione per motivi di etnia, di orientamento sessuale, religioso e politico) per capire come muoversi per non macchiarsi di Omertà;

COSA OFFRE IL CAV OLTRE IL GENERE

Per il Maltrattato

  • Primo ascolto con operatore del Call Center, finalizzato a inquadrare il problema presentato:

  • La rivisitazione del problema a cura di uno psicoterapeuta, finalizzato all’individuazione dei meccanismi che hanno contribuito ad alimentarlo e all’individuazione di un percorso personalizzato per fronteggiarlo e spezzare il circuito della violenza;

  • Restituzione all’utente di quanto emerso nello step precedente (2) con spiegazioni chiare di ogni passo necessario da attuare

  • Monitoraggio ed aiuto, ove possibile, nell’attivazione delle eventuali maglie della Rete di Aiuto contemplate nel percorso personalizzato (Servizi Psichiatrici, Servizi Sociali, Forze dell’Ordine, Psicoterapeuti, Centri Anti Violenza, etc.)

  • Ove necessario per gli Uomini Vittima di Violenza mettiamo a disposizione:

  • Un colloquio orientativo con gli avvocati convenzionati e la possibilità di essere da loro seguiti in regime di Libero Patrocinio in eventuale causa legale,

  • Cicli di Psicoterapia a prezzo agevolato con psicoterapeuti convenzionati

Per le Persone Maltrattanti

  • Primo ascolto con indicazioni per liberarsi della propria aggressività

  • Corsi di Recupero a prezzo agevolato con psicoterapeuti convenzionati

ORARI DI APERTURA DEL CAV OLTRE IL GENERE

Il call center risponde dalle ore 8 .00 alle 20.00, tutti i giorni dell’anno, compresi i giorni festivi.

3 IL REPORT DI UN ANNO DI SERVIZIO

Riportiamo di seguito la descrizione del campione di utenti che hanno chiesto aiuto durante il primo anno di lavoro del CAV OLTRE IL GENERE, esatamente dal 28-12-2020 al 28-12-2021.

IL PROFILO DELL’UOMO VITTIMA DI VIOLENZA

Tab. 1 NUMERO DI PERSONE DIVERSE AIUTATE IN UN ANNO,

NUMERO DI CONSULENZE EFFETTUATE E MODALITA’ DELLA CONSULENZA

PERSONE CHE HANNO CHIAMATO

146

N. CONSULENZE EFFETTUATE ALLE 146 PERSONE

Valori Assoluti

Valori percentuali

Via telefono

267

356 75% 100%
Videoconferenza

89

25%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 1

Tra il 28 dicembre 2020 e il 28 dicembre 2021, si sono rivolti al C.A.V. OLTRE IL GENERE 146 persone.

Sono state effettuate 356 consulenze (di media 2,5 colloqui per ogni utente): tutti via telefono o via videoconferenza.

Tab.2 SESSO DELLE 146 PERSONE CHE HANNO CHIAMATO IL CAV

SESSO

Valori Assoluti

Valori percentuali

M

104

71%

F

42

29%

TOTALE

146

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 2

Su 146 persone che hanno chiamato il C.A.V. OLTRE IL GENERE, il 71% era di sesso maschile, il 29% di sesso femminile.

Tab. 3 GRUPPO DELLE 42 DONNE: MOTIVO ACCESSO AL CAV OLTRE IL GENERE

DONNE: MOTIVO ACCESSO

Valori Assoluti

Valori percentuali

AIUTO PER SE STESSE

14

33%

AIUTO PER UOMINI

28

67%

Totale

42

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 3

il 33% del campione delle donne ha chiamato per problemi di violenza che le riguardavano (le abbiamo ascoltate e ove necessario convogliate al Centro Anti Violenza del loro territorio).

Il 67% si è rivolta al C.A.V. OLTRE IL GENERE, per chiedere aiuto per uomini del loro ambito amicale che subivano violenza: li abbiamo tutti presi in carico.

Tab. 4 I 132 UOMINI PRESI IN CARICO

UOMINI VITTIME DI VIOLENZA PRESI IN CARICO

Valori Assoluti

Valori percentuali

Uomini che hanno chiamato direttamente

104

79%

Uomini presi in carico grazie alla chiamata di una donna

28

21%

TOTALE

132

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 4

Questa Tabella mostra che il C.A.V. OLTRE IL GENERE in un anno di apertura, ha accolte le richieste di aiuto di 132 uomini: il 79% (104 uomini) ha chiamato direttamente mentre il 21% (28 uomini) sono stati segnalati da donne della loro cerchia amicale.

Da questo momento commenteremo solo i dati inerenti i 132 uomini, il gruppo che ci interessa maggiormente in quanto questo report si riferisce ad un servizio a loro dedicato.

Tab. 5 NAZIONALITA’ DEI 132 UOMINI

NAZIONALITA’

Valori Assoluti

Valori percentuali

Italiana

132

100%

Straniera

/

/

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 5

Tutti i 132 uomini che abbiamo aiutato erano di Nazionalità Italiana (alcuni nati in Italia da genitori stranieri)

Tab. 6 ETA’ DEI 132 UOMINI

FASCE D’ETA’

Valori Assoluti

Valori percentuali

60 ed oltre

5

4%

50-51

13

10%

40-49

57

43%

30-39

32

24%

18-29

26

19%

Non indicata

/

/

Totale

132

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 6

La maggiore rappresentatività del campione di uomini è compresa nella fascia d’età 40-49 anni (43%), seguita dalla fascia di età 30-39 (24%) e dalla fascia di età 18-29 (19%)

Tab. 7 RIPARTIZIONE SUL TERRITORIO ITALIANO

RIPARTIZIONE SUL TERRITORIO

132 UOMINI

Valori Assoluti

Valori percentuali

NORD

25

19%

CENTRO

89

67%

SUD – ISOLE

18

14%

Totale

132

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 7

La zona d’Italia più rappresentata è stata il Centro Italia: da questo territorio provengono ben 89 (cioè il 67%) dei 132 uomini vittima di violenza che hanno chiesto aiuto al nostro C.A.V.; Il 19% proviene dal Nord Italia; il 14% dal Sud e Isole.

Tab. 8 Stato Civile dei 132 uomini aiutati

132 UOMINI: STATO CIVILE

Valori Assoluti

Valori percentuali

Celibe

20

15%

Convivente

40

95

30%

72%

Coniugato

35

27%

Coniugato in fase di separazione

20

15%

Separato

17

13%

Divorziato

/

/

Vedovo

/

/

Non indicato

/

/

Totale

132

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 8

Lo stato civile maggiormente rappresentato è stato quello dei conviventi (30%), seguito dai coniugati (27%) e coniugati in fase di separazione (15%): insieme raggiungono il 72%.

Seguono poi i celibi (15%) e i separati (13%).

Sono state lamentate problematiche di relazione inerenti a divergenze. Quelle maggiormente lamentate, sono con persone con partner o ex partner. I celibi dal loro canto, hanno lamentato vessazioni e violenze da parte di partner occasionali e persone della schiera amicale o lavorativa.

Tab. 9 NUMERO DI FIGLI DELLE 146 PERSONE CHE HANNO CHIAMATO

Numero di figli

Sub totale figli

di cui

MINORI

0

1

2

3

132 UOMINI
Valori Assoluti

30

51

46

5

158 figli

149

Valori percentuali

23%

38,5%

34,5%

4%

77%
14 DONNE
Valori Assoluti

2

7

5

17 figli

17

Valori percentuali

14%

50%

36%

/

86%

146 PERSONE: TOTALE FIGLI
Valori Assoluti

32

58

51

5

Valori percentuali

22%

40%

35%

3%

78%

NUMERO TOTALE FIGLI

175 figli

NUMERO DI MINORI

166

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 9

In questa tabella abbiamo inserito anche il campione delle donne.

Il 78% dell’intero campione di persone che si sono rivolte al C.A.V. OLTRE IL GENERE, è risultato avere figli: 102 uomini e 12 donne cioè 114 persone delle 146 del campione totale erano genitori di 175 figli, di cui 166 minori.

Come vedremo nella tabella successiva tutti i minori sono stati esposti a violenza assitita!

Tab. 10 FIGLI E VIOLENZA ASSITITA

NUMERO DI FIGLI DELL’INTERO CAMPIONE

N. FIGLI

Di cui Minori

Esposizione a VIOLENZA ASSITITA

102 UOMINI

158

149

149

12 DONNE

17

17

17

TOTALE

175 figli

166

166 minori esposti a violenza assistita

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 10

114 persone su 146 erano genitori di un numero totale di figli pari a 175.

166 di questi 175 figli sono rsultati essere minori.

Tutti i figli, compresi i 166 minori sono stati esposti alle violenze ed angherie familiari.

Questo denota un’assoluta incapacità genitoriale di tutelare i figli dalla Violenza Assistita.

IL PROFILO DI CHI MALTRATTA

In questo ambito ci è sembrato significativo inserire anche il gruppo delle donne.

Tab. 11 SESSO DEL MALTRATTANTE

LE VITTIME

SESSO DEI CARNEFICI

SOLO UOMO

SOLO DONNA

ENTRAMBI*

Valore Assoluto Valore Percentuale Valore Assoluto Valore Percentuale Valore Assoluto Valore Percentuale
132 UOMINI VITTIMA DI VIOLENZA

12

09%

113

86%

7

5%

14 DONNE VITTIMA DI VIOLENZA

9

64%

1

7%

4

29%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

*Vittima di un nucleo misto (uomini e donne: genitori, parenti, colleghi, amici, conoscenti, studenti)

Descrizione Tabella 11

L’86% degli uomini ha subito violenza da donne: nello specifico dalle partners ed ex partners.

il 9% degli uomini è stato maltrattato da uomini. Nello specifico:

  • 2 uomini vessati dai fratelli per questioni di eredità e di gelosia parentale;

  • 4 uomini vessati da conoscenti che li hanno presi di mira per antipatie varie e per l’omosessualità vera o presunta ;

  • 4 uomini hanno dichiarato di subire angherie da parte di colleghi e datori di lavoro (derisione, mancanze di rispetto, dispetti , mansioni surclassanti)

  • 2 uomini, omosessuali, hanno dichiarato di aver subito angherie dal partner uomo (ipergeloso, controllante, mortificante e a tratti violento fisicamente).

Il 5% degli uomini è stato maltrattato da più persone, sia uomini che donne. Nello specifico questo 5% ha subito angherie oltre che dalla moglie/compagna anche da amici e parenti di lei, compatti nel difenderla e nel crederle e complici nelle vessazioni (suoceri, cognati); In due casi amiche ed amici della partner si sono prestate a dichiarazioni fasulle: aver assistito a violenze agite dall’uomo sulla donna (ad es.: una vicina di casa amica della moglie ha dichiarato di aver visto l’uomo mentre picchiava la partne sul terrazzo).

Per quanto riguarda le 14 donne che hanno chiamato denunciando di aver subito violenze

  • Il 64% (la maggioranza) ha subito violenza da uomini. Nello specifico da partner ed ex partner

  • il 7 % ha subito violenza da donne. Nello specifico si tratta di una donna che ha subito mobbing dalla titolare della ditta in cui lavora;

  • il 29% ha subito violenza sia da uomini che donne. I dettagli nel paragrafo “Discussione Risultati”.

Tab. 12 NUMERO DI UOMINI E DONNE MALTRATTATI DA DONNE

LE VITTIME

SESSO DEI CARNEFICI

SOLO DONNA

ENTRAMBI*

Sub totale

DONNE CARNEFICI

Valore Assoluto Valore Percentuale Valore Assoluto Valore Percentuale Valore assoluto Valore Percentuale
132 UOMINI VITTIMA DI VIOLENZA

113

86%

7

5%

120

91%

14 DONNE VITTIMA DI VIOLENZA

1

7%

4

29%

5

36%

TOTALE

125

86%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 12

Sommando l’86% (uomini vittimizzati solo da donne) con il 5% (uomini vittimizzati sia da donne che da uomini) risulta che gli uomini che hanno subito violenze da parte di donne sono stato in totale il 91%.

Sommando 29% (donne vittimizzate sia da donne che da uomini) con il 7% (donne vittimizzate da donne) risulta che le donne che hanno subito violenze da parte di donne sono stat in totale il 36%.

125 persone su 146 (l’86% del campione totale) ha quindi subito Violenze da parte di Donne.

TIPO DI VIOLENZA SUBITA DAI 132 UOMINI VITTIMA DI VIOLENZA

Tab. 13 TIPO DI VIOLENZA SUBITA DAI 132 UOMINI

Tipo di violenza subita

132 UOMINI

FISICA

(e psicologica)*

SOLO

PSICOLOGICA**

Valori assoluti

93

39

Valori percentuali

70%

30%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

* Violenza Fisica (e psicologica): comportamenti che feriscono il fisico della persona (schiaffi, spinte, pugni, tagli, pistolettate, bastonate, deturpare con l’acido, etc.). Abbiamo aggiuto “anche psicologica”, per rimarcare un aspetto che spesso non è conosciuto: le violenze Fisiche feriscono sempre l’Interiorità delle persone, quindi sono sempre “anche” violenze psicologiche.

** Violenza Psicologica: comportamenti che feriscono l’Interiorità delle persone. Rientrano: le calunnie, le denigrazioni, le critiche, i confronti dispregiativi, l’isolamento sociale, la deprivazione economica, la rottura di beni cui la persona è legata, etc.

(Fonte: “La violenza non ha sesso”, Alpes Editore 2019)

Descrizione Tabella 13

Il 70% dei 132 uomini ha subito violenza sia fisica che psicologica (Mista).

Il 30 % ha subito violenza solo psicologica.

Ciò vuol dire che tutti i 132 uomini (il 100% degli uomini) hanno subito violenza psicologica: il 30% solo Psicologica, il 70% psicologica mista a fisica.

Tab. 14 MODALITA’ IN CUI E’ STATA ESPLETATA LA VIOLENZA SUBITA DAI 132 UOMINI

Violenza Fisica: Modalità in cui è stata espletata

VIOLENZA FISICA

(subita dal 70% degli uomini)

Modalità

Percentuale

Tirare oggetti

68%

spinte, strattonare, graffi, tirato i capell

92%

schiaffi, calci, pugni, morsi

70%

Ferire con forbici, coltelli, oggetti appuntiti

20%

0,75 % deturpare con acido

0,75

VIOLENZA PSICOLOGICA (subita dal 100% degli uomini: il 30% solo Psicologica, il 70% anche Fisica)

Modalità

Percentuale

Insulti

100%

Minacce di togliere i figli e non farli più vedere, anche attraverso la costruzione di false denunce

89%

Disprezzo, derisione e paragoni svilenti su importanti aspetti della vita (sessuale, fisico, economico, aspetto fisico, istruzione, abbigliamento, etc.)

65%

Danneggiare o distruggere oggetti o beni personali dell’uomo , o minacciare di farlo

56%

Ipercontrollo del partner con sfiducia cronica nei confronti della sua fedeltà e sincerità (dal controllo del pc, del cellulare, continue telefonate di verifica del luogo dove si trova il partner all’essere seguito, spiato, con appostamenti all’uscita da casa, lavoro)

48%

Critiche, umiliazioni ed offese di fronte ad altre persone

39%

Critiche e/o offese ai parenti dell’uomo

Pretesa di voler decidere tutto

35%

Essere ignorato in modo protratto, non essere preso in considerazione, non avere risposta alle domande

45%

Impedire di frequentare (quantomeno limitare) i rapporti con la famiglia, con amici, con i figli

30%

Essere seguito e/o controllato negli spostamenti, nel cellulare, nei social network

41%

Pretesa di controllo: di come spendere denaro, come vestirsi, pettinarsi o comportarsi in pubblico

Minaccia di far del male ai figli

15%

Aggressività verso gli animali domestici

29%

Minacciare di uccidersi, o altri gesti di autolesionismo

31%

Calunnie con la cerchia amicale e lavorativa

49%

Costruire false accuse di molestie e/o percosse nei confronti della donna e/o dei figli

81%

Provocazioni verbali e/o fisiche, con l’intento di scatenare una reazione nell’uomo

51%

invio messaggi, e-mail, lettere, telefonate o regali indesiderati

Essere seguito, spiato, minacciato, ricattato appostamenti all’uscita da casa, lavoro

27%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 14

Il 70% del campione di uomini ha subito Violenza Fisica.

Abbiamo sottolineato “anche Psicologica” in quanto, in linea con la visuale “rivista e corretta della violenza”3, siamo dell’avviso che le azioni che feriscono il Fisico (Violenza Fisica) feriscano sempre anche l’Interiorità delle persone (Violenza Psicologica).

Rimanendo concentrati sulla Violenza Fisica, le tipologie di violenza più rappresentate sono le seguenti:

  • Il 68% di questi ha dichiarato di aver avuto oggetti tirati addosso;
  • il 92% spinte, strattoni, graffi, tirate di capelli;
  • il 70% schiaffi, calci, pugni, morsi.
  • il 20% ha dichiarato di aver subito una aggressione con forbici, coltelli, oggetti appuntiti
  • Una persona (0,75%) è stata sfugurata con l’ Acido: si è rivolto a noi infatti, anche Giuseppe Morgante, (tramite la zia Sandra Amato) per essere aiutato economicamente al fine di poter affrontare le spese per le innumeverevoli operazioni di chirugia plastica. L’abbiamo aiutato anche organizzando una serata di beneficenza a suo favore.

Il 100% degli uomini ha subito Violenza Psicologica: il 70% mista a Violenza Fisica, il 30% solo Psicologica

Le tipologie di Violenza Psicologica subita dai 132 uomini che si sonopiù rappresentate sono le seguenti:

  • 100%: Insulti
  • 89%: ha subito minacce varie. La più consueta è stata quella di togliere i figli e non farli più vedere, anche attraverso la costruzione di false denunce; di rovinare il partner: ti tolgo tutto, ti faccio andare a vivere sotto i ponti.
  • 81%: è stato oggetto di false accuse di molestie e/o percosse nei confronti della donna e/o dei figli. Accuse costruite attraverso urla costanti in casa per allertare i vicini e chiamare le forze dell’ordine, con atti di autolesionismo da spacciare per percosse subite dall’uomo.
  • 65%: è stato oggetto di disprezzo, derisione e paragoni svilenti su importanti aspetti della vita( sessuale, fisico, economico, aspetto fisico, istruzione, abbigliamento, etc.)
  • 56%: ha avuto danneggiati o distrutti oggetti e beni personali
  • 49%: è stato oggetto di calunnie: sui social (facebook) e dal vivo contattando la rete parentale ed amicale e conoscenti.
  • 48%: Ipercontrollo del partner con sfiducia cronica nei confronti della sua fedeltà e sincerità (dal controllo del pc, del cellulare, alle continue telefonate di verifica del luogo dove si trova il partner , fino all’essere seguito, spiato nei luoghi da lui frequentati)

FOCUS SULLA MAGGIORANZA DI VITTIME PROVENIENTI DAL CENTRO ITALIA

Tab. 15 FOCUS SUL IL 67% DI RICHIESTE DI AIUTO PROVENIENTE DAL CENTRO ITALIA:

REGIONI E PROVINCE INTERESSATE

RIPARTIZIONE

SUL TERRITORIO ITALIANO

LE RICHIESTE DI AIUTO DAL CENTRO ITALIA:

REGIONI E PROVINCE INTERESSATE

Valore assoluto

Valore Percentuale

REGIONI

INTERESSATE

Persone per Provincia:

% rispetto agli 89 uomini che ha chiamato dal Centro Italia

Uomini per Regione:

% rispetto al campione totale di 132 uomini

Uomini dalla

zona limitrofa alla sede del CAV

NORD

25

19%

V.A.

%

V.A.

%

V.A.

%

CENTRO

89

67%

MARCHE

AP

41

46%

 

70

Marche

53%

82

62%

FM

10

11%

MC

8

9%

AN

11

12%

ABRUZZO

TE

12

14%

12

Abruzzo

9%

LAZIO

ROMA

7

8%

7

Lazio

5%

SUD

18

14%

Totale

89

100%

89

100%

Totale 132

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 15

Abbiamo ritenuto opportuno approfondire l’interessante aspetto inerente al 67% di uomini vittima di violenza (89 persone) provenienti dal Centro Italia.

La Regione del Centro Italia più rappresentata è stata le Marche: da qui è arrivato il 53% di richieste di aiuto da parte di uomini vittima di violenza (70 richieste di aiuto su un totale di 132 uomini).

La Provincia delle Marche più rappresentata è stata Ascoli Piceno: da qui sono pervenute le richieste di aiuto di 41 persone (il 31% del campione totale dei 132 uomini, il 46 % degli 89 uomini che hanno chiamato dal Centro Italia).

Abbiamo scelto di inserire nell’ambito del Centro Italia anche la provincia di Teramo, che si trova in Abruzzo, perché gli uomini che hanno chiamato da quel territorio risiedevano nelle zone limitrofe al confine con le Marche, a pochi km da S.Benedetto del Tronto (ultima città delle Marche a confine con l’Abruzzo e sede del CAV OLTRE IL GENERE). Abbiamo effettuato questa scelta per rimarcare un aspetto interessante sul quale rifletteremo più avanti nella “Discussione dei Risultati”: come mai la gran parte degli uomini vittima di violenza (82 persone su 132, il 62%) proviene dal territorio limitrofo alla sede del C.A.V. OLTRE IL GENERE?

Tab. 15a ETA’ DEI 70 UOMINI MARHIGIANI

FASCE D’ETA’

Valori Assoluti

Valori percentuali

60 ed oltre

2

3%

50-59

5

7%

40-49

34

48%

30-39

16

23%

18-29

13

19%

Non indicata

/

/

Totale

70

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 15a

La fascia d’età più rappresentata tra gli uomini provenienti dalle Marche è la stessa del campione totale: 40-49 anni (48%), seguita dalla fascia 30-39 (23%) e da quella 18-29 (29%)

Tab. 15b STATO CIVILE DEI 70 UOMINI MARCHIGIANI

I 70 UOMINI MARCHIGIANI

Valori Assoluti

Valori Percentuali

Celibe

8

11%

Convivente

15

57

22%

81%

Coniugato

29

41%

Coniugato in fase di separazione

13

18%

Separato

5

8%

Divorziato

/

/

Vedovo

/

Non indicato

/

Totale

70

100%

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 15b

Lo stato civile maggiormente rappresentato è quello dei coniugati (41%), seguito dai conviventi (22%) e coniugati in fase di separazione (18%): questi tre ambiti, raggruppati raggiungono ben l’81%.

Seguono poi i celibi (11%) e i separati (8%).

Tab. 15c FIGLI DEI 70 UOMINI MARCHIGIANI E VIOLENZA ASSITITA

DI CUI GENITORI

Numero di figli

DI CUI MINORI

70 UOMINI MARCHIGIANI

59

93

 

84

Fonte: Elaborazione– Schede Utente CAV OLTRE IL GENERE

Descrizione Tabella 15c

Tra i 70 uomini che hanno chiamato dalla Regione Marche, 59 erano genitori, padri di 93 figli, di cui 84 minori.

Tutti i figli sono stati esposti a violenza assistita.

4 DISCUSSIONE DEI RISULTATI

Tra il 28 dicembre 2020 e il 28 dicembre 2021, si sono rivolti al C.A.V. OLTRE IL GENERE 146 persone.

Sono state effettuate in totale 356 consulenze (di media abbiamo effettuato 2,5 colloqui per ciascun utente).

Tutte le consulenze sono state eseguite tramite telefono o videoconferenza.

Hanno chiamato 104 uomini (71%) e 42 donne (29%).

Il 33% delle donne (14 su 42) ha chiamato per problemi di violenza che le riguardavano (le abbiamo ascoltate e ove necessario, indirizzate al Centro Anti Violenza del loro territorio).

Il 67% delle donne (28 su 42) si è rivolta al C.A.V. OLTRE IL GENERE, per aiutare uomini dell’ambito amicale che stavano subendo violenza: tutti gli uomini sono stati tutti presi in carico.

In totale, quindi, in un anno di apertura, il C.A.V. OLTRE IL GENERE ha accolto le richieste di aiuto di 132 uomini: il 79% (104 uomini) ha chiamato in prima persona, mentre il 21% (28 uomini) sono stati segnalati da donne della cerchia amicale e in un secondo momento presi in carico.

Questo aspetto solidale, che spinge a segnalare amici in difficoltà, è un dato che sottolinea le potenzialità della rete sociale nel contrastare il grande sommerso delle vittime di violenza.

Le risorse amicali, di vicinato o di conoscenza dovrebbero essere potenziate anche con idonei progetti perchè possono rappresentare una ”base sicura” per la vittima, affinchè possa compiere i passi adeguati per uscire dalla spirale della violenza.

Dato che questo Report si riferisce ad un servizio dedicato agli uomini, a parte qualche eccezione, abbiamo scelto di illustrare i dati inerenti i 132 uomini.

Tutti gli uomini che hanno chiamato erano di nazionalità Italiana (alcuni nati in Italia da genitori stranieri).

La fascia d’età più rappresentata è stata quella tra i 40-49 anni (43%), seguita dalla fascia di età 30-39 (24%) e dalla fascia di età 18-29 (19%).

Lo stato civile maggiormente rappresentato è quello dei conviventi (30%), seguito dai coniugati (27%) e coniugati in fase di separazione (15%): questi tre ambiti, raggruppati raggiungono il 72%.

Seguono poi i celibi (15%) e i separati (13%).

I MALTRATTANTI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE: SESSO E GRADO DI PARENTELA

L’86% degli uomini ha subito violenza da donne: nello specifico dalle partner ed ex partner.

il 9% degli uomini è stato maltrattato da uomini. Nello specifico:

  • 2 uomini vessati dai fratelli per questioni di eredità e di gelosia parentale;

  • 4 uomini vessati da conoscenti per antipatie varie e per l’orientamento sessuale (omosessualità);

  • 4 uomini hanno dichiarato di subire angherie da parte di colleghi e datori di lavoro (derisione, mancanze di rispetto, dispetti , surclassamento delle mansoni)

  • 2 uomini, omosessuali, hanno dichiarato di aver subito angherie dal prorpio partner (uomo), descritto come ipergeloso, controllante, mortificante e a tratti violento fisicamente.

Il 5% degl uomini è stato maltrattato da più persone, sia uomini che donne. Nello specifico questo 5% ha subito angherie sia dalla moglie/compagna che dagli amici e parenti (suoceri, cognati) di lei, compatti nel difenderla e complici nelle vessazioni. In due casi amiche ed amici della partner si sono prestati a dichiarazioni fasulle: come aver assistito a violenze agite dall’uomo verso la donna mai avvenute.

Per quanto riguarda le 14 donne vittime di violenza:

  • Il 64% (la maggioranza) ha dichiarato di aver subito violenza da parte di uomini. Nello specifico da partner ed ex partner;

  • il 7 % ha dichiarato di aver subito violenza da parte di donne (una donna ha subito mobbing dalla titolare della ditta in cui lavora, a causa della contesa di uno stesso uomo);

  • il 29% ha subito violenza sia da maschi che da femmine. Nello specifico,

    • una ragazza di 19 anni, musulmana ha chiamato per denunciare le vessazioni subite dalla madre, dal padre e dai fratelli contrari al suo desiderio di voler seguire lo stile di vita occidentale (modo di vestirsi, desiderio di madare a monte il fidanzamento combinato)

    • 3 donne, testimoni di Geova, sorprese a trasgredire le rigide regole imposte dalla comunità, hanno chiesto aiuto per le angherie subite da parenti e dai componenti. Di seguito le regole cui le tre donne hanno rifiutato di seguire:

1) Regola: non commettere atti impuri prima del matrimonio. Una ragazza è stata scoperta nell’aver trascorso una vacanza con un uomo e non con un’amica.

2) Regola: non inquinare il corpo (sigarette, droga, alcool eccessivo, tatuaggi). Una donna è stata sorpresa a fumare.

3) Regola: non mentire. Tutte le donne sono state sgamate a mentire;

4) Regola: non festeggiare compleanni e festività pagane (Natale, capodanno ecc…). Una donna ha permesso al figlio di accettare l’invito ad un compleanno ricevuto da un amichetto. E’ stata scoperta dai parenti, isolata e denigrata da tutti e le è stato messo il figlio contro.

5) Regola: se si viene a sapere di qualche trasgressione di un appartenente alla comunità, si è obbligati a denunciarlo al comitato. Una donna non ha voluto sottomettrsi al ruolo di traditrice nei confronti di una parente che aveva una relazione extraconiugale: si è trovata l’intera comunità ostile, isolata denigrata a rischio di espulsione…

La donna che aveva una relazione extraconiugale è stata espulsa dalla Comunità ed ha perso il saluto e il sostegno anche di tutti i parenti.

6) Regola: isolare e non avere rapporti di amicizia con ex Testimoni di Geova. Una donna è stata sorpresa a continuare l’amicizia con la zia espulsa dalla comunità perché si era permessa di rompere il matrimonio per fuggire alle violenze del marito: si è trovata tutti contro, isolata denigrata a rischio di espulsione.

DONNE CARNEFICI VITTIMIZZANO SIA DONNE CHE UOMINI NELL’86% DEL CAMPIONE TOTALE!

Interessante il dato inerente la tabella 12, che mette in evidenza come il 91% di uomini e il 36% delle donne (quest’ultimo equivale all’86% del campione totale) abbia subito violenze da parte di donne.

In linea con l’innovativa visuale della violenza che stiamo cercando di divulgare (vedi APPENDICE: LA MATRICE DELLA VIOLENZA IN BREVE), questo dato va a confermare come anche le donne agiscano violenza, quando si trovano nella posizione di Potere (fisico, psicologico, economico, legale, dderivante dal ruolo che si riveste, etc.) nei confronti di un interlocutore in posizione di Vulnerabilità, maschio o femmina che sia. Ecco che si assite a madri e padri che prevaricano figlie (e figli) ribelli, datrici di lavoro che prevaricano dipendenti donne (ma anche uomini), donne prepotenti che vessano partners ed ex partners in stato di vulnerabilità; uomini che agiscono violenza verso donne (e verso uomini) in posizione di vulnerabilità, etc.

Ciò che fa la differenza non è quindi il “sesso dell’interlocutore” (che è solo un elemento contingente) ma “la posizione di vulnerabilità” in cui ci si viene a trovare rispetto ad un interlocutore in posizione di Potere.

MAGGIORANZA DEI DISSIDI CAUSATI DA DIVERGENZE CON PARTNER ED EX PARTNER

La quasi totalità delle persone che abbiamo aiutato (132 uomini e 14 donne) ha denunciato problematiche di relazione. Quelle maggiormente lamentate, sono state con partner e ex partner. Anche i celibi, hanno lamentato vessazioni e violenze da parte di compagne occasionali, persone della schiera amicale o lavorativa.

Il Report mostra come, nella gran parte dei casi ciò che fa scattare la violenza è l’incapacità di mediare tra le divergenze. Come si spiega nel capitolo 64, si tende a gestirle in modo “Dicotomico” una modalità che trasforma le relazioni in una trappola soffocante, in cui c’è spazio solo per l’interlocutore in posizione di Potere.

TIPI DI VIOLENZA SUBITA

Il 31 % dell’intero campione ha subito violenza solo psicologica.

Il 69% dell’intero campione ha subito violenza sia Fisica, mista a Psicologica: ci tengo a rimarcare un aspetto frutto dell’esperienza clinica, per niente scontato e spesso non contemplato, cioè che le violenze Fisiche feriscono sempre anche l’Interiorità delle persone, quindi sono sempre “anche violenze psicologiche”.

Soffermandoci solo sui 132 uomini:

Il 70% del campione di uomini: (93 persone) ha subito violenza fisica (mista a psicologica)

  • Il 68% degli uomini dichiara di aver avuto oggetti tirati addosso;

  • il 92% spinte, strattoni, graffi, tirate di capelli;

  • il 70% schiaffi, calci, pugni, morsi. Un 20% ha dichiarato di aver subito una aggressione con forbici, coltelli, oggetti contundenti

  • 0,75% deturpazione con Acido: siamo stati contattati dalla sig.ra Sandra Amato, zia di Giuseppe Morgante, che ci ha messo in contatto con il giovane, bisognoso di aiuto economico al fine di sostenere le ingenti spese delle innumerevoli operazioni di chirugia plastica cui deve sottoporsi: l’abbiamo aiutato anche organizzando una serata di beneficenza a lui dedicata.

il 30% del campione di uomini ha subito Violenza solo Psicologica.

Dato che le violenze Fisiche feriscono sempre anche l’Interiorità delle persone, quindi sono sempre “anche violenze psicologiche”, questo vuol dire che il 100% del campione di uomini ha subito violenza psicologica (il 30% solo Psicologica, il 70% psicologica mista a fisica).

Di seguito, nei dettagli le tipologie di violenza psicologica più rappresentate:

  • 100% : ha subito Insulti

  • 89%: minaccia di portarti via i figli, di non farli più vedere

  • 81%: costruire false accuse di molestie e/o percosse nei tuoi confronti, nei confronti di tuoi familiari o nei confronti dei vostri figli

  • 65%: Paragoni svilenti con conoscenti, colleghi, mariti di amiche etc., descritti migliori da qualche punto di vista (sessuale, fisico, economico, abbigliamento, etc.)

  • 56%: danneggiare o distruggere oggetti o beni personali dell’uomo , o minacciare di farlo

  • 49%: minacciare di chiedere la separazione e/o sbattere fuori di casa e/o voler vedere ridotto in rovina il partner

  • 48%: Gelosia e arrabbiattura per qualsiasi tipo di contatto con altre donne, mettere insistentemente in dubbio la fedeltà e/o la sincerità

  • 41%: Disprezzo- derisione insoddisfazione verso le capacità e prestazioni sessuali

166 MINORI ESPOSTI A VIOLENZA ASSISTITA

Il 78% dell’intero campione (114 persone su un totale di 146) è risultato essere genitore: in totale i figli coinvolti nelle diatribe sono stati 175, di cui 166 minori (84 minori provenienti dalle Marche).

Tutti i minori sono stati esposti alla Violenza: 166 minori esposti a violenza assistita!

Questo dato parla di adulti incapaci di tutelare figli dalla Violenza, di genitori, incapaci di comprendere la grande sofferenza che i loro figli accumulano, nel vivere quotidianamente in un clima di forti tensioni, di incertezza, di prevaricazione, di precarietà della vita (i figli che assistono alle violenze tra i genitori vivono nella costante angoscia che prima o poi qualcuno verrà ucciso).

Molto allarmante questo dato rilevato dal Report, soprattutto alla luce dei deleteri effetti (a breve e lugo termine) che causa la Violenza Assistita (spesso mista a quella anche subita): i bambini esposti a violenza possono sviluppare gravi squilibri psico fisici e di personalità (depressione, bassa autostima, ansia, aggressività, scarsa capacità di gestione della rabbia, stati di agitazione ed irrequietezza, minori competenze sociali e relazionali, esigue abilità motorie, alterazioni del ritmo sonno/veglia con sonno disturbato da incubi o enuresi notturna, somatizzazioni, capacità empatiche ridotte, comportamenti regressivi, autolesionisti, disturbi alimentari, bullismo, uso di alcol e sostanze, scarso rendimento scolastico a volte associato a problemi di apprendimento.

IL CENTRO ITALIA, CON LE MARCHE: LA ZONA PIU’ RAPPRESENTATA

La zona d’Italia più rappresentata è stata il Centro Italia: gli uomini vittima di violenza provenienti dal Centro Italia sono stati 89 su 132, cioè il 67%. Il 19% proveniva invece dal Nord Italia, il 14% dal Sud e Isole.

La Regione del Centro Italia più rappresentata è stata le Marche: da qui è arrivato il 53% di di richieste di aiuto aiuto da parte di uomini vittima di violenza (70 richieste di aiuto su un totale di 132 uomini).

La fascia d’età più rappresentata tra gli uomini provenienti dalle Marche è la stessa del campione totale: 40-49 anni (48%), seguita dalla fascia 30-39 (23%) e da quella 18-29 (29%).

Lo stato civile maggiormente rappresentato è quello dei coniugati (41%), seguito dai conviventi (22%) e coniugati in fase di separazione (18%): questi tre ambiti, raggruppati raggiungono ben l’81%.

Seguono poi i celibi (11%) e i separati (8%).

84 minori marchigiani esposti a violenza assitita: tra i 70 uomini che hanno chiamato dalla Regione Marche, 59 erano genitori, padri di 93 figli, di cui 84 minori. Tutti i figli, compresi i minori, gli 84 minori sono stati esposti a violenza assistita.

La Provincia delle Marche più rappresentata è stata Ascoli Piceno: da qui sono pervenute le richieste di aiuto di 41 persone (il 31% del campione totale dei 132 uomini, il 46 % degli 89 uomini che hanno chiamato dal Centro Italia). L’8% ha chiamato dalla prov.cia di Roma.

Abbiamo scelto di far rientrare nell’ambito del Centro Italia anche la provincia di Teramo, che si trova in Abruzzo, perché questi uomini risiedevano in zone limitrofe al confine con le Marche, a pochi km dalla sede del C.A.V. OLTRE IL GENERE, cioè da S.Benedetto del Tronto (che è l’ultima città delle Marche prima del confine con l’Abruzzo): Martinsicuro, Montesilvano, Bellante, Giulianova, etc.

Siamo rimasti colpiti dalla grande incidenza di richieste di aiuto da parte di uomini residenti nel territorio limitrofo alla sede del C.A.V. OLTRE IL GENERE: contando anche i teramani, ben il 62% dell’intero campione di uomini, cioè 82 persone su 132.

Come mai più della metà degli uomini che hanno chiamato è concentrata nel territorio limitrofo alla sede del C.A.V. OLTRE IL GENERE?

Siamo dell’opinione che questa concentrazione sia dipesa dalla qualità della divulgazione del Servizio effettuata in questo territorio: nelle Marche e nel territorio limitrofo alla sede del Cav Oltre il Genere, la divulgazione è stata massiccia e costante, attraverso i principali Mass Media locali i quali dopo aver recepito la positività del nostro messaggio, non ci hanno mai fattto mancare il loro supporto.

Mi riferisco ad esempio alle innumerevoli ospitate a VERA TV (visibile nelle Marche e Abruzzo), ai costanti articoli apparsi sul Corriere Adriatico, sul Resto del Carlino e sui principali Giornali On Line della zona (La Nuova Riviera, Riviera Oggi, City Rumors, Il Mascalzone, Jant.it, TM Notizie, La Notizia.Net, Il Graffio, etc., etc.).

La divulgazione fuori dal nostro territorio è stata invece più tiepida, effettuata sostanzialemente attraversi i social network e sporadiche apparizioni su testate di altre regioni.

La massiccia divulgazione potrebbe aver fatto la differenza: potrebbe essere accaduto, molto semplicemente, che nel territorio in cui è stata fatta una divulgazione più capillare e convincente del Servizio proposto, si sia riusciti a convincere molti più uomini in difficoltà, invogliandoli a venire allo scoperto.

Questo aspetto suggerisce l’enorme potenzialità di una puntuale e costante sensibilizzazione e divulgazione dei Servizi di Aiuto, nel portare alla luce il sommerso della violenza subita nel silenzio, nella solitudine e nella disperazione da molti uomini completamente ignorati dallo Stato.

E sono tanti!

Chi poteva immaginare nel solo territorio Marchigiano la presenza di tanta sofferenza maschile? Eppure è bastato un embrionale Servizio Anti Violenza, portato avanti dal lavoro solidale di una manciata di persone animate da professionalità, passione e corraggio, per portare alla luce un sommerso di dolore consumato nell’indifferenza generale.

C’è da chiedersi quale entità di sofferenza maschile potrebbe portare a galla un lavoro più strutturato e sistematico?

Credo che le riflessioni che muovono i dati inerenti al Centro Italia siano tra le più significative di questo Report: parlano di pregiudizi e discriminazione che ancora oggi animano, intatti, l’animo umano, creando Vittime di serie A (donne) e Vittime di Serie B (gli uomini), Vittime in trepida attesa di una mano tesa cui aggrapparsi.

A questo proposito vale la pena citare le parole che l’amico Fabio Nestola5 è solito ripetere nelle varie conferenze in cui l’ho invitato a relazionare: “Non si parla della violenza subita dall’uomo perché non esiste; oppure non esiste perché non se ne parla?”

CONCLUSIONI

Il Report mette in luce dati assolutamente, in linea con l’unica ricerca seria sulla violenza subita dagli uomini cui abbiamo accennato nella premessa (quella pubblicata nel Settembre-Dicembre 2012, nella Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza – Vol. VI – N. 3)6.

Smentisce la tesi della violenza unidirezionale U>D e le sovrastrutture culturali che ne derivano e mette in luce come il fenomeno della violenza fisica, psicologica e degli atti persecutori veda vittime persone di sesso maschile, con modalità che non differiscono significativamente rispetto a quelle subite dalle persone di sesso femminile.

I dati del Report mettono in luce, inequivocabilmente, come anche una donna sia in grado di mettere in atto una gamma estesa di violenze fisiche e psicologiche, sia verso uomini sia verso altre donne e conferma che gli uomini possono essere vittime degli stessi tipi di violenza che subiscono le donne.

Dai racconti degli uomini che ci hanno chiamato, abbiamo potuto constatare come le modalità aggressive non trovano limiti nella prestanza fisica o nello sviluppo muscolare; anche un soggetto apparentemente più “fragile” della propria vittima può utilizzare armi improprie, percosse a mani nude, calci e pugni secondo modalità che solo i preconcetti classificano come esclusive maschili.

Il Report mette in luce, inoltre, come lo stesso uomo abbia enorme difficoltà a denunciare:

  • a causa dello stereotipo della virilità che li intrappola in un ruolo che non gli permette di mostrare fragilità e limiti

  • a causa del timore di non essere creduti: la gran parte degli uomini che si sono rivolti al C.A.V. OLTRE IL GENERE è rimasto a subire le angherie perché consapevole della disparità di trattamento da parte della giustizia, dei servizi socali e delle forze dell’ordine riservata agli uomini vittima di violenza rispetto alle donne: denunciando avevano timore di peggiorare la situazione.

Molti uomini hanno raccontato la medesima storia: quando hanno provato a sporgere denuncia, ammettendo di essere vittima della violenza della propria compagna hanno avuto difficoltà ad essere creduti e si sono scontrati con un atteggiamento di sufficienza, sottovalutazione del fenomeno e anche derisione.

I dati del Centro Italia e della regione Marche in particolare, evidenziano l’entità del problema: è bastato un ben pubblicizzato embrionale Servizio Anti Violenza (portato avanti da una manciata di professionisti animati da passione e corraggio), per portare alla luce un inaspettato sommerso di dolore consumato nell’indifferenza generale.

Questo aspetto lascia dedurre che per le vittime maschili esista un sommerso enorme, non certo inferiore al sommerso delle vittime femminili: c’è da chiedersi quale entità di sofferenza maschile potrebbe portare a galla un lavoro più strutturato e sistematico.

Dal Report, inoltre, emerge il dato drammatico dell’esposizione alla violenza assistita da parte dei figli e la strumentalizzazione che essi subiscono all’interno della coppia in crisi.

Il mancato riconoscimento della vittimizzazione degli uomini rappresenta una grave mancanza di tutela e un importante problema di salute e sicurezza pubblica: contrariamente a quanto previsto per le vittime femminili, per l’uomo non esiste alcuna sollecitazione istituzionale a denunciare la violenza subita, nessun centro di accoglienza, nessun numero verde, nessuno sportello di ascolto pubblico o privato.

E’ assolutamente necessario porre rimedio:

  • Aprendosi ad una nuova interpretazione7 della Violenza, libera dal pregiudizio del sesso, centrata invece sulla Cultura Fallace che riguarda sia uomini che donne e induce ad essere forti con i deboli e deboli con i forti;

  • indagando con serietà e metodo il fenomeno della violenza sugli uomini (sia maggiorenni che minorenni);

  • realizzando sportelli anti-violenza dedicati anche agli uomini affinchè non ci siano più Vittime di Serie A (le donne) e Vittime di Serie B (gli uomini);

  • divulgando una cultura inclusiva della tutela delle vittime, interessata semplicemente alla tutela delle ”Persone” vulnerabili, di qualsiasi sesso esse siano: trovo inaccettabile ed incivile che le Pari Opportunità si occupino solo di donne vittima di violenza. Dovrebbero aprirsi alla tutela di tutte le persone dell’ambente domestico ed affettivo in posizione di vulnerabilità, donne o uomini che siano. PARI OPPORTUNITA’ INCLUSIVE DI TUTTE LE VITTIME!

Liberare l’attuale cultura della Violenza dalle falle che oggi la invalidano, permetterebbe di riconoscere la Persona Maltrattante (uomo o donna che sia) con maggiori possibilità di attivare strategie in grado di interrompere il circuito della violenza e liberare i figli, futuri adulti, dallo strazio di vivere in un deleterio ambiente di violenza subita ed assistita, che li espone a ripetere le deleterie dinamiche subite perpetuando il fenomeno della violenza di generazione in generazione.

APPENDICE

LA MATRICE DELLA VIOLENZA (IL SIGNIFICATO DI “CULTURA TOSSICA”)

In questo ambito mi limiterò ad una breve descrizione del concetto di “Matrice della Violenza”. Consapevole che tale sintetica spiegazione non riuscirà a soddisfare la comprensione completa di questi importantisimi concetti, invito chi legge ad approfondirli col libro “La violenza non ha sesso8 oppure a prenotare una video conferenza gratuita con la sottoscritta (dott.ssa Antonella Baiocchi), nella quale sarò ben lieta di darvi tutte le spiegazioni di cui avrete bisogno.

LA VIOLENZA E’ UNA QUESTIONE DI CULTURA FALLACE DELLE PERSONE E NON UNA QUESTIONE DI SESSO!

Il vero Killer, che miete vittime e carnefici, è “l’Analfabetismo Psicologico e Relazionale”, cioè la non conoscenza della Psiche, che induce a funzionare con Mappe Mentali Tossiche, che portano fuori strada dagli obiettivi d’Amore e Rispetto che la gran parte di persone ha nel cuore.

Tra le più gravi conseguenze dell’Analfabetismo Psicologico c’è il Pensiero Dicotomico, un vero e proprio Programma Infetto che basandosi sulla tossica pretesa di conoscere dove sia la Verità Assoluta, spinge la Persona ad elaborare gli eventi in termini assolutistici (tutto o niente, bianco o nero, cento o zero, “ho ragione io, hai torrto tu”): senza possibilità di vie di mezzo.

Considerato, a livello scientifico, tra le più gravi distorsioni cognitive, una delle conseguenze del Pensiero Dicotomico è la Gestione Dicotomica delle Divergenze.

La Gestione “dicotomica” origina dalla pretesa di ritenersi dalla Parte della Ragione, dalla pretesa di sapere quale sia il cosiddetto “Modello Giusto”.

Per forza maggiore negli ambiti in cui ci si ritiene detentori di Verità Assoluta, si è portati a ritenere ERRORE/SBAGLIO tutto ciò che diverge da questa Verità e si tende a gestire la divergenza (e ogni conflitto), con una modalità dicotomica (tutto-niente, bianco-nero, 100 o zero), che non permette il cosiddetto “Reciproco Rispetto” (un accordo che permetta ad entrambi gli interlocutori di esistere) ma prevede come unica soluzione possibile il conformarsi di uno dei poli oggetto della Divergenza: necessariamente il Polo che si trova in una posizione di Potere (economico, fisico, di ruolo, psicologico, legalo) tenderà a prevaricare il Polo che si trova in situazione di Vunerabilità: pena l’esclusione, l’abbandono fino ad arrivare in certi casi di estrema intolleranza, anche alla “pena capitale” (come capita a certe ragazze musulmane che vengono uccise con la complicità di madri e sorelle, perché rifiutano di conformarsi ai dettami della cultura del proprio ambiente di provenienza).

In sintesi: per Esistere ed Affermarsi, si utilizzano modalità che feriscono l’interlocutore.

Ferire” l’interlocutore significa “fargli VIOLENZA”: quando si ferisce l’apparato Fisico si sta facendo Violenza Fisica (ferite/violenze visibili e riconoscibili perché creano sangue, ematomi, tagli); quando si ferisce l’apparato della Sensibilità Interiore (o Psichico) si sta facendo violenza Psicologica: ferite altrettanto deleterie e deturpanti, ma meno riconoscibili, a causa della scarsissima conoscenza del mondo Psichico (alias, Analfabetismo Psicologico).

Contrariamente a quanto tende a credere l’opinione comune, la Violenza nella Relazione Affetiva ha una unica matrice:

  1. l’Analfabestismo Psicologico/Relazionale”

  2. che induce al Pensiero Dicotomico,

  3. che induce alla Gestione Dicotomica delle Divergenze.

Chi è affetto da Analfabetismo Psicologico, è necessariamente, affetto da Analfabetismo Relazionale: perché la Gestione Dicotomica delle Divergenze impedisce il Reciproco Rispetto, il quale rimane un concetto virtuale, che la maggioranza di Persone non sa come tradurre nella concretezza.

Osservando il problema da questa angolazione,

  1. diventa palese che al di là della rilevanza statistica e mediatica, che vede il primato delle vittime di sesso femminile (anche perché le vittime di sesso maschile non vengono indagate), la violenza può essere subita e attuata da chiunque, al di là del sesso, a causa appunto, di una mentalità prevaricante e dicotomica con cui ancora oggi si gestiscono le divergenze; (molto in sintesi: sappiamo relazionarci solo “ferendo” l’interlocutore);

  2. e diventa palese che il comune denominatore di tutte le Vittime è quello di essersi trovate in una posizione di Vulnerabilità, posizione che li ha resi ‘il Polo Sacrificabile’.

Le donne da secoli sono in posizione di Vulnerabilità (ci stiamo dando un gran da fare per aiutarle e nonostante tutto c’è ancora molto da fare!) ma non solo le donne, anche gli uomini: i minori (maschi e femmine), i disabili (donne e uomini), i giovani (donne e uomini), gli anziani (donne e uomini), i lavoratori prevaricati in ambiente di lavoro (donne in vari contesti, soprattutto se incinte, ma anche uomini), donne e uomini con diverso orientamento sessuale, madri e padri separati, etc.!

Insomma, al di là del sesso, chiunque venga a trovarsi “in posizione divergente nei confronti di un Interlocutore (ANALFABETA PSICOLOGICO-RELAZIONALE), in posizione di Potere è ad alto rischio di prevaricazione e violenza.

Ciascuna di queste persone “vulnerabili” ha bisogno (così come le donne già hanno) di gruppi di persone che le proteggano e progettino strategie personalizzate capaci di tutelarle e farle uscire dal circuito della violenza!

Combattere per dare Tutela anche alle vittime di sesso maschile

non significa essere “contro” le donne!

E’ necessario superare l’atteggiamento dicotomico che solitamente si cavalca:

chi difende le Donne va CONTRO gli uomini, chi difende gli uomini va CONTRO le donne!

Sono fermamente convinta che questo atteggiamento dicotomico

(che sottintende che la verità sia da una parte o dall’altra),

non porti a nessuna evoluzione ma alimenti la Violenza che si intende contrastare.

Brave persone, di qualsiasi sesso,

dovrebbero allearsi per contrastare la Violenza!

In fede

S. Benedetto del Tronto, 21 febbraio 2022

Antonella Baiocchi

Coordinatore Nazionale per C.I.A.T.D.M.

del Dipartimento a Tutela Inclusiva delle Vittime di Violenza (anche Maschili)

OFFERTA PER ENTI PUBBLICI, PRIVATI E FORZE DELL’ORDINE

Al fine di promuovere la dimestichezza con l’angolazione innovativa portata avanti in questo Report, l’associazione C.I.A.T.D.M. mette a disposizione degli enti interessati le seguenti opportunità:

  1. una videoconferenza gratuita con la dott.ssa Antonella Baiocchi, per approfondire i concetti espressi nell’Appendice: “la matrice della violenza (il signifcato di Cultura Tossica)”.

  2. Per le sole Forze dell’Ordine: disponibilità a lezioni e approfondimenti in occasione di aggiornamenti professionali sulle tematiche inerenti la Violenza.

  3. L’invito a replicare nel proprio Comune l’installazione della Panchina Inclusiva di tutte le Vittime, dipinta dall’artista Pietra Barrasso.

  4. La disponibilità del C.A.V. OLTRE IL GENERE per chiunque ne avesse bisogno. In attesa che lo Stato si decida ad aprire Centri Anti Violenza che accolgano anche gli uomini, rimaniamo a disposizione in tutta Italia.ffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff Si prega di divulgare il Servizio nel proprio territorio (alleghiamo locandina).

Se interessati ad una o tutte le offerte, contattare la sede di S. Benedetto del Tronto, dell’associazione C.I.A.T.D.M. telefonando al 351 520 7557 .

Antonella Baiocchi

Coordinatore Nazionale per C.I.A.T.D.M.

del Dipartimento a Tutela Inclusiva delle Vittime di Violenza (anche Maschili)

1 La spiegazione dettagliata dellle “falle dell’attuale cultura della violenza” sono descritte nel libro “La violenza non ha sesso”, autore Antonella Baiocchi, Editore Alpes Italia, 2019.

Si sottolinea che l’invito a leggere un libro di cui la sottoscritta Antonella Baiocchi, è autrice, non ha alcuna finalità di lucro, ma è un invito animato dal solo desiderio di fornire a chi legge, uno strumento per meglio comprendere i nuovi concetti che si propongono in questo Report. Per dissipare ogni dubbio in merito, infatti, nel paragrafo “Offerta per enti Pubblici, Privati e Forze dell’Ordine”, viene offerta la disponibilità a chi non ha intenzione di approfondire i concetti con la lettura, ad approfondirli tramite la prenotazione di una videoconferenza gratuita con la sottoscritta.

2 “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile” https://www.vittimologia.it/rivista/articolo_macri_et_al_2012-03.pdf

3 “La Violenza non ha sesso”, autore Antonella Baiocchi, Editore Alpes Italia, 2019.

4 Capitolo 6, pag. 20: APPENDICE: LA MATRICE DELLA VIOLENZA IN BREVE

5 Fabio Nestola, Presidente Fe.N.Bi., Federazione Italiana per la Bigenitorialit, curatore centri Studi Fenbi ed Ecpat.

6 “Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile” https://www.vittimologia.it/rivista/articolo_macri_et_al_2012-03.pdf

7 Vedi Paragrafo 6 “Appendice. Matrice della Violenza in breve”

8 “La violenza non ha sesso”, autore Antonella Baiocchi, Editore Alpes Italia, 2019.

 

 

La Violenza non ha sesso. Il Report: tanti gli uomini vittime di violenza

 

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