Arianna Pignotti, ‘La panchina è al solito posto’ vince il Premio letterario Energheia

Arianna Pignotti, ‘La panchina è al solito posto’ vince il Premio letterario Energheia

San Benedetto del Tronto – Un racconto delicato in cui gioia e sofferenza si intrecciano per ribadire la forza dell’amore che unisce figli e genitori, un racconto capace di colpire per un sapiente uso della lingua. Con La panchina è al solito posto Arianna Pignotti, studentessa della classe 4E del Liceo Scientifico Rosetti, ha saputo conquistare la giuria del XXIX Premio letterario Energheia, la cui cerimonia conclusiva si è tenuta a Matera lo scorso 9 settembre.

Due gli ambiti di concorso, il Premio letterario e i “Brevissimi”, il cui tema era ‘la primavera’; selezionata fra i dieci finalisti di quest’ultima sezione, Arianna ha visto inoltre il suo testo premiato come il miglior racconto da sceneggiare cui ispirare la successiva produzione di un cortometraggio, come da bando di partecipazione. Un risultato davvero importante sottolineato dal plauso della Dirigente Scolastica Stefania Marini, che ha avuto parole di elogio per la giovane scrittrice la quale ha curato la propria narrazione all’interno del Laboratorio di scrittura creativa, attivo da alcuni anni al Liceo Rosetti sotto la guida della professoressa Adelia Micozzi.

Per Arianna si è trattato di un’esperienza che è andata ben oltre la stesura del testo (in calce alla pagina) e l’intervento alla serata di premiazione, ma di una vera e propria ”esperienza totalizzante” come sottolinea nelle righe che seguono.

“Con immenso stupore, misto a malcelato orgoglio, ho appreso di essere tra i dieci finalisti della sezione racconti brevi di un Premio che annovera tra i suoi ospiti scrittori e studiosi provenienti da diversi paesi europei. Energheia, in greco antico sta a significare energia, forza creativa: una vera e propria valanga di energia positiva, di iniziative culturali, di scambi appassionanti di idee mi ha travolta appena ho messo piede nel Museo Ridola, il luogo deputato ad ospitare per un’intera settimana appassionati di scrittura creativa di nazionalità italiana straniera. Addentrarsi per le vie di Matera è come trovarsi al centro di uno scenario incantato, non stupisce dunque che sia stato più volte scelta come set cinematografico di film internazionali e insignita nel 2019 del titolo di capitale della cultura. Proprio la cultura, frutto del perfetto connubio tra risorse locali e personalità esterne, sembra pulsare in ogni angolo di questa straordinaria cittadina. L’associazione Energheia, da ben ventinove anni incarna perfettamente l’aspirazione degli abitanti di Matera ad aprirsi a sperimentazioni, innovazioni e promozioni in ambito culturale, promuovendo a tal fine un numero impressionante di iniziative. Grande è stato il mio stupore nell’apprendere di essere la vincitrice per il miglior racconto da sceneggiare: tra scrittori, giornalisti, professori della Sorbona e ambasciatori mi sono sentita incredibilmente intimidita ma allo stesso tempo fiera di quanto ero riuscita a creare grazie alla mia passione per la scrittura. Il premio, che consisteva in due bellissime maioliche e in un buono per l’acquisto di libri, mi è stato consegnato dalla giornalista Angela Mauro che ha avuto nei miei confronti parole di apprezzamento e di incoraggiamento.

Ho trascorso una serata magica in compagnia di ragazzi italiani e stranieri, con i quali è stato facile comunicare grazie alla comune passione per la narrativa. Questo evento diverrà un ricordo indelebile anche grazie alla splendida ospitalità, al calore e all’incredibile passione profusi da ogni singolo membro dell’associazione, primo fra tutti dal dottor Lisanti che ne è il presidente.

Mi sono sentita orgogliosa di far parte, anche se per poco, di un microcosmo che confida fortemente nella necessità di investire e credere nei giovani, affinché essi siano in grado di preservare la bellezza nel mondo. Felice anche di appartenere a questo gruppo di sognatori che sposa ciò che Pirandello ha saputo sintetizzare in modo sublime: “I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole”.

 

 

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