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Volli fortissimamente volli… un’estate diversa

di | in: Primo Piano

di Alessandro Bruni


Io ci ho provato, credetemi, ce l’ho messa tutta.
Mi ci sono messo d’impegno, mi sono fatto legare alla sedia da mia moglie come Alfieri, ma, al contrario del poeta, io “volli, fortissimamente volli” non scrivere niente sull’estate sambenedettese.
O almeno “volli fortissimamente volli” provarci, ma non “riuscirci”…
Sigh! Lo dimostrano queste righe battute con il mento e la lingua (sono legato alla sedia dalla famigerata notte bianca del 1° agosto, quando il mio impulso di scrivere mi cominciò a far picchiettare sui tasti del PC alle quattro e mezzo 04.30 del mattino), che ho iniziato a scrivere più di quindici giorni fa. Diciamo che fino ad i primi di agosto l’estate samebenedettese si era svolta nella tranquillità più assoluta, in un sorta di anonimato turistico estivo, che lasciava ben sperare.
Anzi, vi dirò di più, un clima da località turistico balneare di alto bordo, ma senza pretese, dominava piacevolmente la scena. Uscivi la sera a trovare refrigerio dal caldo sentendoti quasi come in una di quelle spiagge francesi, dove passeggio e cultura rendono piacevole l’ozio estivo: gelato, giostra e giochi per i bambini, incontro letterario, proiezione di documentari e film di un certo spessore tra la piazza e il “Teatro Concordia”, mostre di assoluto rilievo alla “Palazzina Azzurra” – scusate l’inciso, assolutamente di spessore il “Libero Bizzarri” di quest’anno e meravigliosa la mostra dedicata ad Andra Pazienza. Insomma mi beavo della mia San Benedetto che sembrava rinata e assomigliava, qui sono mostruosamente campanilista, ad una Cannes dell’Adriatico.
Però, dovevo immaginarlo: il mostro era in agguato dietro l’angolo, si era ben mimetizzato e mi attendeva dietro la svolta luglio/agosto. Mi aveva ad arte fatto abbassare la guardia.
Con la festa della “Madonna della Marina” incomincio a sospettare qualcosa, comincia a circolare in quei giorni incessante tra alcuni turisti una strana parola: movida. Con il termine movida si intende quella particolare situazione di animazione, divertimento e vita notturna giovanile all’interno di una città, cito testualmente dal vocabolario.
Ripenso alle mie “birrette” con gli amici, al cineforum estivo alle albe (solitamente erano due: quella di ferragosto e quella di “fine estate”) infreddolito sul lettino tra le chiacchiere e il caffè portato da casa con il termos per restare svegli, ai tornei di “calcio balilla”, ai concerti dell’ex galoppatoio. “Sarà questa la “movida” nostrana” , faccio a mia moglie, e lei di tutta risposta mi fa un sorrisino del tipo: “dai sempre ragione ai matti” e comincia a braccio a misurare nu’ canapì nel frattempo in sottofondo comincia a salire un “Untz Untz Untz” da discoteca di Ibiza.
Non faccio in tempo a finire a vedere i fuochi della Madonna della Marina, insomma, che mi ritrovo catapultato tra ordinanze di chiusura dei locali “fracassoni”, notti bianche senza capo ne coda, che sembrano essere state organizzate in tutta fretta e senza una regia, alcol che scorre a fiumi, risse nei locali pubblici, feste a ripetizione fino all’alba ed oltre, la città invasa da bottiglie e rifiuti, ragazzi sbronzi che ciondolano per i bar alle 7.00 del mattino.
Oddio, le dita cominciano a prudere, devo pur scrivere qualcosa, San Benedetto sta diventando un'”Ibiza de noiattri”, una Ibiza meno fashion e più coatta, non posso rimanere a guardare in silenzio che San Benedetto con le sue spiagge, la sua cultura dell’ospitalità, la bellezza di “un mare in collina” come dicono alcuni turisti, la sua tradizione di un “divertimento di qualità”, tenti di mettersi in competizione con l’alta costa adriatica e l’asse di ferro Rimini – Riccione, rendendosi ridicola e perdendo punti tra i turisti. Insomma perda quell’identità precisa che l’ha sempre caratterizzata da cinquant’anni a questa parte, che l’ha resa quel luogo che “mixava” sapientemente divertimento – cultura – relax. Ora le uniche cose ad essere mixate sono i vari “untz untz” degli ultimi successi house miusic. Così preso dal sacro fuoco mi siedo alla scrivania accendo il portatile e… quattro giri di corda mi immobilizzano: “Ricordi amore, me lo hai detto tu: se quest’estate decido di rimettermi a fare il criticone sull’estate di San Benedetto, impediscimelo, se necessario legami alla sedia. Alla fine se non ci arrivano da soli a capire che gli imitatori fanno solo ridere, che si arrangino pure. Faccio solo quello che mi dici tu”.
Ah, a proposito, se qualcuno di voi, poi, è così gentile da ricordare a mia moglie di sciogliermi, ve ne sarei grato… tanto, oramai, come dicevano i Righera “L’Estate sta finendo”.


(ndr: Signora non lo sciolga prima della fine dell’estate!!! … può produrre altre belle critiche)




21 Agosto 2009 alle 23:22 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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