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L’Edicolante

di | in: Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

13.11.09 – L’Antipatia con la maiuscola è la motivazione numero uno che sorregge il rapporto tra il mio edicolante e me, da sempre. Ne sono certo , altri perché non ci sono stati, fino ad oggi. Infatti, c’è un’edicola più vicina   a casa mia della sua, ce ne sono di più  fornite alla stessa-stessa distanza, di più moderne ed attraenti a quattro passi in più, magari gestite da un’edicolante e non da un.

Vado da lui perché mi è Antipatico e non glielo nascondo, ho la faccia scura e lo guardo negli occhi con un’espressione malcelata di spregio quando, ogni mattina, gli chiedo “Dammeli ” e lui, invariabilmente, con quel suo porgersi ironico e sfottente mi risponde “Caccia e prenditeli ” ed immediatamente inizia a fischiettare il motivetto del “pueblo unido”.

Io compro da sempre “la Repubblica”  come voce di Destra e “l’Unità” per sentire la campana del Centro: sono un moderato ed evito, ad esempio, di acquistare “Il Manifesto” o “Rifondazione” notoramente quasi di Centro –sinistra.

Lui non è dell’avviso e mi fischia il pueblo-unido, mi fischia. La moglie, una signora piacente, flessuosa, sempre zitta, con grandi occhi luminosi dal fondo triste, lo sta a sentire seduta dietro a lui nell’edicola e abbozza un sorriso di circostanza ma si capisce che è dispiaciuta per me.

Spesso l’edicolante mi prende in giro:

“ L’unità oggi non c’è. L’unica copia che portano,  oggi non l’hanno portata” mi dice mostrandomi le mani col palmo in su e le dita divaricate e tutti i denti scoperti come l’attuale nostro sovrano. Oppure:

“ L’Unità è rimasta sotto quella pila di Libero, vedi se riesci  a tirarla fuori” o anche:

“ Sieti rimasti in pochi: mi mandano tre copie de l’Unità al giorno e ne restituisco due!” o anche:

“ Com’è che oggi non hai quel bel colorito rosso…” Qui, nella città del Santomartire, danno tutti del tu.

Maledetto.

Sta lì appollaiato dentro l’edicola anche  d’inverno,  con una stufetta fra le sue e le gambe della moglie e da la precedenza ad altri lasciandomi in attesa là davanti a lui, sporgendosi e passando i giornali sopra la mia spalla:

“ Ecco, per lei “il Giornale”, signore! Grandi notizie oggi! Feltri è un grande, eh?”

“ A lei… a lei … “ Libero”, ecco qua . Legga legga cosa ci dice Belpietro, altrocheno!”

Stamani, poi, ha aggiunto a voce alta, volutamente dandomi del lei:

“Lei? Cosa desidera? Ah, dimenticavo …l’Unità…oggi la copia l’ha presa il signor Beppe…finita! Fi – ni – ta ! Il giornale di Gramsci è finito”.

 Sanno tutti che il signor Beppe è molto vecchio, si perde spesso, ha l’Alzaimer. Non mi sono trattenuto :

“Ma lei lo sa chi era Gramsci?” gli ho chiesto. Ma quello ha la risposta pronta:

“Era uno a cui Vittorio gliel’avrebbe messo al culo!”

“Vittorio, chi?”

“Vittorio Feltri!” ed è scoppiata la risata.

Vigliacco.

“Gramsci era…Gramsci  era…” ho iniziato a balbettare mentre soggiacevo a quel mio difetto invernale che, se m’incazzo, mi fa lacrimare tutto  l’occhio sinistro facendomi incazzare di più. Per questo, con le ottiche distorte, non l’ho messa a fuoco subito ma quasi-subito : la moglie stava in piedi dietro a lui, con la mano sinistra stretta a pugno  sulla bocca, mi guardava e faceva di sì con la testa.

D’improvviso non lacrimavo più, guardavo lui ma vedevo lei, dietro, che guardava me e faceva sì col pugno chiuso:

“Gramsci … Gramsci…” ho detto più forte, più sicuro, mentre un brivido intellettuale scorreva fra lo sguardo mio e quello di sua moglie “ Gramsci…non era un cornuto!” e lei mi sorrideva , socchiudendo gli occhi e portandosi due dita alle labbra e facendo la bocca a cuore “…I cornuti sono altri!” e quasi gridavo.

“Prendi la tua cartaccia” mi ha detto l’edicolante indicando le rastrelliere  esterne “…se la trovi!”

“Tieni il capitale…” gli ho detto forte porgendogli i due euro  ma la moglie, da dietro, è stata svelta a stendere il braccio e , mentre le consegnavo le monete, ha fatto in modo, non vista, di toccarmi sotto  il palmo della mano con le sue dita. L’ho guardata e lei me. Stesso fluido di prima, stesso fluido di prima , forse di più.

E ha  chiuso del tutto gli occhi, là in piedi dietro a lui, l’edicolante, mentre ho accennato al saluto andandomene.

Mi sono incamminato nella direzione opposta a casa, Repubblica e  Unità piegate e strette sotto il braccio, le mani nelle tasche del soprabito, quel mio cappello a falde larghe- che mi da un tono- sulle trentatrè, quel che mi resta dei capelli – ormai candidi – lunghi sul collo.

“Cornuto!” ho detto  a mezza voce a me stesso“ gli abbiamo fatto le corna, al cornutaccio di edicolante! Non lo sa che la moglie è di Destra come me, non lo sa! Lo abbiamo cornificato intellettualmente!” .

Ma siccome conservo sempre un risvolto di praticità, visto che ci stavo passando davanti, nell’eventualità di poter considerare l’accaduto l’inizio di una missione, ho spinto la porta a vetri e sono entrato in farmacia.


Franco De Anna




23 Dicembre 2009 alle 21:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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