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Acqua, bene comune: “Teniamola s’8 occhio”

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Si è svolto a Cossignano, nell’ambito del Progetto “Teniamoli s’8 occhio” finanziato dalla Regione Marche – Assemblea Legislativa, il convegno dal titolo “Ob. 7 – Assicurare la sostenibilità ambientale: L’IMPORTANZA DELLA RISORSA IDRICA” che ha consentito una riflessione sull’attuale dibattito sia a livello nazionale che internazionale sui cambiamenti climatici e sull’uso attento delle risorse naturali e che pone la problematica dell’utilizzo responsabile della risorsa idrica, anche su un piano culturale, con un sostegno alla promozione di una specifica attenzione all’acqua, al Servizio Idrico Integrato ed alla sua gestione. Al convegno, curato dalla società IDEA snc e moderato da Giovanni Cataldi, assessore comunale di Cossignano alle politiche per la sostenibilità ambientale, sono intervenuti i relatori Pier Paolo Fanesi dell’Associazione Luoghi Comuni, Roberto De Angelis in qualità di Sindaco di Cossignano e Simone Accattoli della Comunità Volontari per il Mondo. Numerosi i partecipanti tra cui gli amministratori comunali Maurizio De Angelis di Ripatransone, Daniele Mariani di Grottammare, Alice De Carolis di Montefiore dell’Aso e Simona Carlini di Montalto delle Marche. Diversi gli spunti di informazione e di riflessione emersi durante gli interventi, dalle disparità sociali e geopolitiche a livello mondiale allo stato dell’arte della gestione e del trattamento dell’acqua in Italia. Un assetto normativo, quello nazionale, sicuramente poco fluido e non coerente, tanto da suscitare molte perplessità giuridico-legali tali da richiamare l’attenzione del Consiglio Comunale di Cossignano che ha assunto degli impegni ben precisi nella deliberazione consiliare nr. 11 del 4 marzo 2010 avente ad oggetto “Acqua, bene comune pubblico e mantenimento pubblico dei servizi pubblici locali ad interesse sociale – Indirizzi”. Malgrado l’approvazione definitiva da parte del Parlamento Italiano della normativa in materia di servizi pubblici locali a rilevanza economica, il Sindaco Roberto De Angelis, molto preoccupato per il futuro della gestione del servizio Idrico Integrato, si auspica che si possa salvare il modello organizzativo “Piceno” di gestione industriale pubblica dell’acqua, che prevede l’affidamento diretto della Gestione del Servizio Idrico Integrato alla CIIP Spa, società a totale capitale pubblico, nella forma “in house providing” ed il controllo della Società Gestore Unico di Ambito in capo alle Amministrazioni Comunali facenti parte dell’Ambito Territoriale Ottimale n. 5 Marche Sud.

Inoltre si sollecita la Regione Marche a presentare una legge regionale che riconosca il Servizio Idrico Integrato come un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica e, come tale, non soggetto alla disciplina della concorrenza ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale. Occorre tenere presente, a questo proposito, che diverse regioni, tra cui la Regione Marche, hanno presentato ricorso per incostituzionalità di tale norma. Il Sindaco sollecita, altresì, che si possa discutere quanto prima, nell’assemblea dell’ATO n. 5 Marche Sud e nell’assemblea dei soci della Società CIIP spa oltre che in sede di Conferenza provinciale delle Autonomie Locali, lontano da ogni visione riduttiva e ideologica, per intraprendere tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti di privatizzazione della Gestione del Servizio Idrico Integrato previsti dall’art. 23 bis Legge 133/2008, come modificato dall’art. 15 del D.L. 135/2009 convertito nella legge dello Stato n. 166/09. Si ricorda che il provvedimento, conosciuto come decreto Ronchi, prevede la cessazione improrogabile degli affidamenti “in-house” in essere e senza necessità di deliberazione da parte dell’ente affidatario, alla data del 31 dicembre 2011. Pertanto, per effetto di tale legge, al massimo entro il 2011, l’affidamento del Servizio Idrico Integrato potrebbe passare in mano a Società la cui “governance” non sia più delle attuali Amministrazioni Comunali soci del Gestore Unico di Ambito CIIP spa, data la necessità di cedere con gara almeno il 40% delle partecipazioni azionarie e contestualmente “specifici” compiti operativi a soggetti privati. La separazione tra proprietà e gestione di un bene come quello dell’acqua potrebbe determinare conseguenze sulla qualità e disponibilità del bene stesso, anche se tutte le leggi confermino da anni l’acqua come bene pubblico, che gli impianti idrici siano tutti di proprietà pubblica, che l’organismo di controllo sia pubblico e che la formazione delle tariffe resti in mano pubblica. Contro la stessa norma della privatizzazione (totale o parziale) della gestione dei servizi a rilevanza economica (ed altre ad essa collegate nel D. Lgs 152/2006 o cosiddetto “Codice dell’ambiente”) partirà in tutta Italia dal prossimo 24 aprile una raccolta di firme per l’indizione di un referendum abrogativo. Ulteriore e recentissimo elemento che viene a complicare il quadro normativo è la soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriali (presidio pubblico a tutela dell’utente) entro un anno dall’entrata in vigore della legge 26 marzo 2010 n. 42, le cui competenze e prerogative saranno ridistribuite dalle Regioni, anche in maniera difforme una dall’altra, lasciando molti problemi irrisolti come, per esempio: quali soggetti potranno essere destinatari delle funzioni (Ente regionale, Province, Comuni o altre nuove forme di cooperazione), chi subentrerà nei rapporti giuridici oggi facenti capo alle AATO e cosa accadrà in caso di inerzia delle Regioni che non provvederanno entro il termine. Una miscela davvero esplosiva tra politiche di privatizzazione e la debolezza strutturale della regolazione pubblica.




20 Aprile 2010 alle 20:04 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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